23/2/2010 ● Cultura
Un'antica neviera sotto la "voragine del tir"?
Il mistero che avvolge la
“voragine del tir” di Guglionesi potrebbe avere un’interpretazione storica?
Considerando il luogo (zona “Calvario”) ad alta esposizione per accumulo
della neve e sapendo che in vari luoghi di Guglionesi furono in passato
costruite le “neviere” per la gestione della risorsa “neve” durante l’anno, ecco che il
mistero potrebbe anche risolversi con una spiegazione storica attendibile.
La “ghiacciaia” (nel dialetto nota come “la neviera”) è un ambiente scavato nel
terreno in cui veniva in passato prodotto e immagazzinato la neve e il ghiaccio,
prima dell'invenzione del frigorifero (scoperta che risale solo agli anni venti
del Novecento).
La neve era molto preziosa tanto che una copiosa nevicata era considerata come una benedizione dal cielo. La neve immagazzinata, infatti, veniva impiegata per usi alimentari e medici: serviva per preparare sorbetti e bevande, conservare i cibi, ma pure come riserva di acqua potabile durante la
siccità, per curare febbri, ascessi, contusioni. La neve venduta era
generalmente di due tipi: quella bianca, per uso alimentare e medico, e quella
grezza o nera destinata ad altri usi.
Per la localizzazione degli accumuli della neve si sceglievano i luoghi esposti
a nord, freschi ed umidi, quali sotterranei, grotte, scantinati e fosse. Tali
costruzioni furono chiamate appunto “neviere” e protette da una copertura
in paglia.
Quando si ha la fortuna di reperire un’antica “neviera”, anche
casualmente, la "tutela" culturale del bene non dovrebbe ridursi alla sua
distruzione o all’occultamento, ma l’impegno di tutta la comunità dovrebbe
condurre a preservarne la memoria nell’identità storica ed urbanistica.
[Cfr.
Storia delle neviere in Capitanata]
Esempio di neviera scavata nella terra
Foto storica della località Calvario
Veduta panoramica di Guglionesi
Cumuli di paglia nella zona di via Cristoforo Colombo.