4/1/2010 ● Politica
Vaccaro (IDV): l'aria fritta al Cosib
Non è facile intervenire su problematiche in cui
l’oggetto delle tue analisi investe persone con le quali si è condiviso, nel
tempo, un qualche percorso politico.
Ciò che mi preme porre in luce è la riduzione di un ente, il Cosib, consorzio di
sviluppo industriale del Basso Biferno, che, nato per ben altri scopi, è stato
ridotto a cabina di regia politica per delegittimare, in ogni circostanza,
un’amministrazione comunale, quella di Termoli, votata democraticamente ma
risultata comunque indigesta a qualcuno.
Abbiamo assistito ad una conferenza stampa di fine anno dell’Ente basata sul
nulla. Non a caso si è parlato di aria, l’aria del nucleo industriale di
Termoli, aria pulita a detta loro. I toni trionfalistici della conferenza stampa
stridono con la realtà del contesto in cui si è svolta. L’incontro di fine anno
con la stampa in realtà è servito soltanto a gettare fango sulla ormai trascorsa
amministrazione Greco, preambolo necessario per brindare all’evento sperato
della sua conclusione anticipata.
Avrei sperato che in quella conferenza si fosse parlato di cose concrete, avrei
preferito una solidarietà agli imprenditori che, ostaggio delle banche, illusi
da sgravi fiscali dal governo centrale e da impraticabili aiuti regionali,
stanno vivendo un momento particolare nell’ambito di una crisi che non è
terminata.
Avrei preferito che si venisse loro incontro abbassando i costi dei servizi
consortili prevedendo di ridurre gli esosi gettoni di presenza e le varie
indennità e liquidazioni dorate dispensate, sopprimendo il superfluo baraccone
della Net Energy tenuta in vita per scopi diversi da quelli ipotizzati, a
partire dalla composizione sociale rimasta solo pubblica.
Avrei preferito qualche parola su un atteggiamento politico reticente assunto in
occasione della marcia contro il Nucleare dove il Cosib ha visto che ad essere
isolata è la sua conduzione di Ente ridotto a strumento di potere della regia
regionale del centrodestra. In quella occasione è stato smentito dalla enorme
partecipazione popolare e persino dalla maggioranza dei Comuni consorziati.
Non una parola è stata spesa per i lavoratori che pagano maggiormente
l’incertezza della crisi che, nella nostra regione, si avverte maggiormente a
causa di aiuti assistenzialistici e non strutturali al sistema industriale.
Non una parola sullo Zuccherificio dove si stanno consumando scene già viste:
possibile che un imprenditore non del settore, in un momento in cui il governo
nazionale non mantiene le promesse di dare linfa vitale per la sua
sopravvivenza, in un momento in cui il prezzo dello zucchero scende e lo stesso
produttore delle bietole non è remunerato dal prezzo, decida di investire senza
poter contare su altre promesse non scritte?
Non un cenno sull’interporto insabbiatosi nel mistero più fitto, su
infrastrutture a servizio dell’agglomerato industriale. I lavori sui margini del
fiume Biferno sono indubbiamente necessari ma dovrebbero essere maggiormente di
competenza di altri enti.
Nulla di tutto questo è stato detto.
Solo un’euforia che stride con la realtà difficile dei tempi che stiamo vivendo.
Una caduta di stile nel ruolo istituzionale rivestito ma soprattutto, un netto
contributo all’immagine deteriorata di quella politica delle fazioni che si
serve delle istituzioni.
Prefigurando una sicura vittoria alle prossime elezioni termolesi, il
centrodestra intende ripristinare nell’alveo naturale il “sistema fluviale”
Comune-Cosib.
Da tale connubio e da ruoli promiscui di dirigenti e politici di allora, e che
sono gli stessi di oggi, sono nate le devastazioni ambientali del territorio.
Sono certo che gli elettori termolesi quando saranno nell’urna, sapranno
giudicare non solo il passato più recente ma la storia, molto più complessa, di
almeno un decennio, in cui l’esperienza Greco è naufragata per mano dei quattro
voltagabbana che hanno tradito il compito, affidato in primis dagli elettori, di
far dimenticare una pagina triste della vita amministrativa della città
originata dal centrodestra. [Non è facile intervenire su problematiche in cui
l’oggetto delle tue analisi investe persone con le quali si è condiviso, nel
tempo, un qualche percorso politico.
Ciò che mi preme porre in luce è la riduzione di un ente, il Cosib, consorzio di
sviluppo industriale del Basso Biferno, che, nato per ben altri scopi, è stato
ridotto a cabina di regia politica per delegittimare, in ogni circostanza,
un’amministrazione comunale, quella di Termoli, votata democraticamente ma
risultata comunque indigesta a qualcuno.
Abbiamo assistito ad una conferenza stampa di fine anno dell’Ente basata sul
nulla. Non a caso si è parlato di aria, l’aria del nucleo industriale di
Termoli, aria pulita a detta loro. I toni trionfalistici della conferenza stampa
stridono con la realtà del contesto in cui si è svolta. L’incontro di fine anno
con la stampa in realtà è servito soltanto a gettare fango sulla ormai trascorsa
amministrazione Greco, preambolo necessario per brindare all’evento sperato
della sua conclusione anticipata.
Avrei sperato che in quella conferenza si fosse parlato di cose concrete, avrei
preferito una solidarietà agli imprenditori che, ostaggio delle banche, illusi
da sgravi fiscali dal governo centrale e da impraticabili aiuti regionali,
stanno vivendo un momento particolare nell’ambito di una crisi che non è
terminata.
Avrei preferito che si venisse loro incontro abbassando i costi dei servizi
consortili prevedendo di ridurre gli esosi gettoni di presenza e le varie
indennità e liquidazioni dorate dispensate, sopprimendo il superfluo baraccone
della Net Energy tenuta in vita per scopi diversi da quelli ipotizzati, a
partire dalla composizione sociale rimasta solo pubblica.
Avrei preferito qualche parola su un atteggiamento politico reticente assunto in
occasione della marcia contro il Nucleare dove il Cosib ha visto che ad essere
isolata è la sua conduzione di Ente ridotto a strumento di potere della regia
regionale del centrodestra. In quella occasione è stato smentito dalla enorme
partecipazione popolare e persino dalla maggioranza dei Comuni consorziati.
Non una parola è stata spesa per i lavoratori che pagano maggiormente
l’incertezza della crisi che, nella nostra regione, si avverte maggiormente a
causa di aiuti assistenzialistici e non strutturali al sistema industriale.
Non una parola sullo Zuccherificio dove si stanno consumando scene già viste:
possibile che un imprenditore non del settore, in un momento in cui il governo
nazionale non mantiene le promesse di dare linfa vitale per la sua
sopravvivenza, in un momento in cui il prezzo dello zucchero scende e lo stesso
produttore delle bietole non è remunerato dal prezzo, decida di investire senza
poter contare su altre promesse non scritte?
Non un cenno sull’interporto insabbiatosi nel mistero più fitto, su
infrastrutture a servizio dell’agglomerato industriale. I lavori sui margini del
fiume Biferno sono indubbiamente necessari ma dovrebbero essere maggiormente di
competenza di altri enti.
Nulla di tutto questo è stato detto.
Solo un’euforia che stride con la realtà difficile dei tempi che stiamo vivendo.
Una caduta di stile nel ruolo istituzionale rivestito ma soprattutto, un netto
contributo all’immagine deteriorata di quella politica delle fazioni che si
serve delle istituzioni.
Prefigurando una sicura vittoria alle prossime elezioni termolesi, il
centrodestra intende ripristinare nell’alveo naturale il “sistema fluviale”
Comune-Cosib.
Da tale connubio e da ruoli promiscui di dirigenti e politici di allora, e che
sono gli stessi di oggi, sono nate le devastazioni ambientali del territorio.
Sono certo che gli elettori termolesi quando saranno nell’urna, sapranno
giudicare non solo il passato più recente ma la storia, molto più complessa, di
almeno un decennio, in cui l’esperienza Greco è naufragata per mano dei quattro
voltagabbana che hanno tradito il compito, affidato in primis dagli elettori, di
far dimenticare una pagina triste della vita amministrativa della città
originata dal centrodestra.
[Comunicato dell'ufficio stampa dell'IDV]