27/3/2006 ● Ambiente
Una giornata insieme a Legambiente
Sveglia alle quattro e si parte verso il Maneggio di “O” a Campomarino. Dopo mesi di pioggia e freddo finalmente lo spiraglio del sole, un’alba stupenda con dei colori vivissimi e finalmente l’azzurro intenso del cielo. Prendiamo i cavalli e ci incamminiamo verso le prime dune. Una serie di piccoli stagni pieni e ricolmi di verde, e poi all’improvviso si avverte un suono, nessuno di noi aveva mai sentito quel suono. Ci fermiamo ed attendiamo che la luce dell’alba ci faccia intravedere qualcosa. Uno scenario stupendo, colori bellissimi e loro fermi, immobili ad osservarci: i Cavalieri d’Italia. La nostra meraviglia viene ripagata da questi stupendi uccelli, dal corpo esile dalle lunghe zampe rosse dal becco affusolato che, dopo averci guardati attentamente continuano a mangiare. Dopo averli fotografati ed osservati per lungo tempo continuiamo la nostra esplorazione. Subito lì vicino c’è un airone cenerino, possente con le sue lunghe gambe ed il fortissimo becco che cerca di infilzare qualche rana. Nel frattempo i primi raggi del sole fanno capolino, padrone del cielo e lì, in fondo, proprio nei pressi di una duna, il colore bianco ed inconfondibile della Garzetta. Sveltissima spicca il volo e si allontana sul mare. A pochi metri da noi si intravede un piccolo laghetto di acque sorgive. Scendiamo da cavallo e carponi ci avviciniamo silenziosamente. Proviamo ad alzare la testa e scopriamo 10 Folaghe intente a nuotare e cercare cibo. Più in là 3 Mestoloni i quali, appena ci scorgono spiccano il volo dando l’allarme a tutto lo stagno. Le Folaghe immediatamente cercano riparo tra la vegetazione, i Mestoloni si tuffano nello stagno adiacente. Ormai scoperti, risaliamo a cavallo e ci dirigiamo verso la foce del Biferno. Il mare pian piano si sta impadronendo di tutta la foce e della spiaggia circostante. A pochi metri dalla riva un tronco di albero ci ricorda la figura di un dinosauro e tutto intorno un gruppo di Gabbiani Testa nera. Raccogliamo alcune conchiglie e ci fermiamo a guardare il mare che rispecchia i raggi del sole tanto agognato e cercato in questi mesi passati. Riprendiamo il nostro viaggio camminando insieme ai cavalli, superiamo i primi stabilimenti balneari e ci addentriamo nella pineta circostante. Il primo fusto che troviamo è il Cedro Coccolone, pianta protetta a livello europeo ed ancora il pino comune, il leccio. Nell’osservare la natura non ci accorgiamo del tempo trascorso. Il sole è alto, fa quasi caldo. Una stupenda giornata di sole, di azzurro, di blu e di verde. Siamo arrivati nei pressi del fiume Saccione. C’è un uccello laggiù dice Rosamaria. Un uccello dal colore dorato, non tanto grande né piccolo. Che uccello sarà? E’ il Piviere Dorato, esclama Emanuele, è lui lo riconosco. Prima nidificava nelle nostre aree, era un po’ che non si vedeva. L’uccello, per niente spaventato, si lascia avvicinare e fotografare poi al richiamo della compagna spicca il volo e si perde tra le alte dune. E’ tardi, la mattinata è trascorsa velocemente. decidiamo di far riposare i cavalli, farli dissetare e mangiare. Approfittiamo anche noi per mangiare un po’ di frutta avendo l’accortezza di non lasciare nulla sulla spiaggia. Riprendiamo il nostro viaggio parlando di quanta magnifica natura possiede il nostro Molise e che, purtroppo nessuno si sta interessando a lei, c’è degrado, sporcizia, abbandono. Ma, all’improvviso scorgiamo delle macchie nere sulla sabbia, ci fermiamo osserviamo increduli, stupefatti.. papà, dice il piccolo Matteo “è catrame”. Sì ha ragione lui, qualche nave di passaggio ha scaricato i propri rifiuti. Fotografiamo ed interessiamo il comune di Campomarino. Peccato, una magnifica giornata rovinata dalla delinquenza di qualcuno. Mesti e sconsolati, accompagnati da uno stormo di Cormorani, rientriamo al maneggio e ci diamo appuntamento per domenica prossima ma, questa volta... per andare a pulire la spiaggia. Ma questa è un’altra storia.