12/12/2009 ● Politica
Provincia di Campobasso, privatizzazione acqua: mozione promossa da Di Narzo
Il presidente della
Provincia D'Ascanio è incaricato di trovare lo spazio per una soluzione al
problema della privatizzazione della distribuzione dell'acqua sancita dal
decreto Ronchi. Ci prova, Palazzo Magno, a trovare la strada, ad indicarla agli
altri partner istituzionali della vicenda e a convincerli della bontà del
percorso.
In sintesi il dispositivo votato all'unanimità dal Consiglio, dopo un avvio di
discussione non certo tranquillo, impegna D'Ascanio a chiedere al governatore
Iorio di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la norma nazionale "a tutela
dell'Autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di sussidiarietà
riconosciuto dalla Costituzione". Il mandato politico poi si concretizza
nell'altro comma della mozione votata da tutti i consiglieri: di attivarsi,
cioè, presso tutti i parlamentari molisani, di qualunque forza politica, per "il
ritiro delle nuove norme che includono il servizio idrico tra i servizi pubblici
locali di rilevanza economica, riconoscendo l'autonomia di scelta dei modelli di
affidamento da parte degli Enti Locali".
MOZIONE PROMOSSA DA VINCENZO DI NARZO
L'acqua insomma non è la "munnezza", né il trasporto pubblico locale, sostiene
la Provincia di Campobasso, non può avere rilevanza economica. Per questo,
partendo dal principio di autonomia che gli enti territoriali hanno nel decidere
come affidarne la gestione, sempre l'ente di via Roma propone "a costituzione di
un circuito di rete denominato ‘Coordinamento degli Enti Locali molisani'
finalizzato alla ricerca delle migliori soluzioni per la gestione del servizio
idrico e della sua fruizione da parte di tutti i cittadini, in particolare di
quelli in situazioni di indigenza".
Poi, l'intesa. Su pochi principi cardine: "l'acqua è un bene essenziale la cui
disponibilità e accesso costituiscono oggettivamente diritto umano universale,
inviolabile e naturale. - recita la mozione varata dall'assemblea - È un
diritto, cioè, che appartiene per natura all'uomo e precede, perciò, l'esistenza
stessa dello Stato che, dunque, non lo crea ma, appunto, lo deve riconoscere e
soprattutto garantire concretamente"