20/11/2009 ● Cultura
Dimore storiche del XVI secolo
Da una lettera del not.
Crysanto De Lillis all’avvocato Gaetano De Benedictis, sindaco di Vasto nel
1823, che gli chiedeva notizie riguardanti la sua famiglia, originaria di
Guglionesi, abbiamo notizie di alcuni immobili che ci permettono di ricostruire
in parte la dislocazione di alcuni fabbricati nel XVI secolo.
La lettera in questione è la seguente:
“In adempimento dei vostri venerati comandi ricevuti da don Camillo Del Greco
che voi eravate molto desideroso sapere l’albero di un ramo di vostra famiglia
De Benedictis che secoli addietro ha domiciliato in questo comune e siccome non
mi si è dato denominazione di persona come pure l’epoca precisa, così per avere
qualche cognizione dell’antica famiglia De Benedictis di qui, ho perquisito
tutte le schede notarili che sono in mio potereal N° di 15. Fra questi altri ho
trovato una tassa catastale di questo comune tra i cittadini del 1592-1593, dove
al foglio 32 verso (retro) ho trovato la partita del del dottor D. Giovanni De
Benedictis che per vostra intelligenza la trascrivo juxta solito.
Il Dottor D. Giovanni De Benedictis in detta della tassa di sua parte:
- Casa dove abita con Due botteghe sotto la casa, una affittata per spezieria
Ducati 4 e l’altra servendo per fondaco per uso proprio;
- Casa del quondam (del fu) Virgilio D’Aloysio a porta da piedi censoria (che
paga il censo) carlini venti a S. Maria;
- Due altre non affittate;
- Una casa con forno e trappeto, confina da Josepho Macario censuaria carlini
venti a S. Maria;
- Una vigna all’Asinarca di trentare 24 con canneto e territorio vuoto con sé la
difesa ( terreno per il pascolo) censuaria carlini 8 a Tremiti;
- Un’altra vigna alla valle delle fonti di trentare 27 con ulive;
- Un vignale (uliveto) e territorio a Fontenuova con olivi N° 220;
- Passi 100 di terreno;
- Un oliveto a Sant’Antonio confina con Giovannangelo De Mascio;
- Un canneto a fonticello;
- Una vigna alli Gessari che fu di Aloisio Virgilio censuario a Tremiti, vigna
che fu di Deggio D’Ottavio, un canneto in detto luogo;
- Un canneto alla valle delle fonti;
- Una chiusa alle fosse, consistenti in diversi vignali e territorio, che fu di
Marco De Rosa e di altri;
- Bovi aratori N° 29;
- Vacche grosse indomite (non aggiogate) N° 55;
- Annecchioni (giovani maschi di capra) e annecchie (giovani femmine di capra)
N° 21;
- Ciavarre (giovani maschi di bue) N° 20 ;
- Giumente grosse N° 24;
- Carusi (muli?) N° 7;
- Vannini (puledri) N° 13;
- Somari N° 4.
Tutti detti beni passarono in dominio di D. Giovanni Caracciolo, Duca di Celenza,
(allora signore di Guglionesi) di cui s’ignora la causa.
La casa di abitazione del detto De Benedictis s’intende in quest’abitato vicino
alla chiesa matrice (madre) composta di 12 sottani ed altrettanti soprani,
portone metà coverto e metà scoverto con torre a tre saloni che sorpassano tutti
i fabbricati di questo comune con ventidue saiettiere ( larghe feritoie) per la
fucilazione (per poter sparare) , atte alle calate delle grosse pietre per i
quattro lati, dove io al presente abito; in metà della medesima vi è un cortile,
in mezzo del quale vi è una cisterna ad uso di acqua piovana.
Parte di essa il sig. duca la vendè al sig. Giuseppe De Lillis, con istrumento
del 1694 stipulato dal notar Antonio Bianchini. Altra parte di detta casa fu ad
uso di questa corte locale per molti anni, per cui venne chiamato vico della
corte.
Altra parte di detta casa il sig. Duca la vendè ad un tal Domenico Sorella, ed
il di costui figlio D. Annibale volendoci fare un altro portone per suo uso,
ruppe un muro del sottano della medesima e vi trovò un forte pilastro vecchio,
quale rompendolo per adattarvi la gradinata, vi rinvenne un nascondiglio con
trentamila ducati di contante oltre il rame oro e argento lavorato e due cassoni
di biancheria di fiandra e con detto numerario il Sorella cominciò, e ci piantò
un palazzo che oggi si possiede da D. Giuseppe e Nicolantonio Lemme. Tanto devo
riscontrarvi.
Vostro servo obbediente ed amico Crysante De Lillis.
A piè di pagina, Gaetano De Benedictis aggiunge:
Si avverte che quel tale che sortì dal Vasto nel 1706 si recò in Guglionesi per
prendere l’appalto del campanile della chiesa madre che assunse il cognome di De
Benedictis, fu oriunto di Milano, muratore. Vennero in Vasto tre altri fratelli,
uno rimase qui, un altro si recò in Torino ed un altro in Guglionesi nel 1706, e
questa famiglia ivi ancora esiste.