11/11/2009 ● Cultura
100 anni di monsignore Carlo Maglia
Il 12 Novembre 2009 ricorre il centenario
della nascita di monsignore don Carlo Maglia [Esino Lario (CO), 12 Novembre 1909
– Guglionesi, 24 Novembre 1973].
Don Carlo Maglia fu parroco dell'Insigne Collegiata di Santa Maria Maggiore di
Guglionesi dall’8 Dicembre 1947 fino alla sua morte. Circa un quarto di secolo
(1947-1973).
A Giugno 2009 ho pubblicato un libro (“Non
solo un prete. Tra fascismo e democrazia”) per proporre, nell’anno
"simbolico" dei 100 anni dalla nascita, “le opere dell’amore”, come Maglia
preferiva definire la sua missione pastorale a Guglionesi. Una ricerca culturale
che raccoglie documenti dagli archivi storici locali (parrocchiale, diocesano,
comunale e privati) per tentare di riflettere, attraverso alcune coordinate
storiche del Novecento, sugli eventi di un secolo pieno di contraddizioni e di
fatti, drammatici e straordinari al contempo.
Per il suo impegno in prima linea in vari contesti, non solo religiosi, il
sacerdote di Esino Lario nel paese molisano rimase una figura intraprendente
quanto autoritaria, chiacchierata quanto rispettata, ambiziosa quanto umile.
Tra le tante lettere manoscritte da don Carlo una di esse rappresenta, secondo
il mio parere, il "testamento" storico di un prete a memoria della nostra comunità. Il testamento di un uomo
profondamente legato alla sua terra di elezione.
“1948 - Don Carlo è un lavoratore infaticabile. Mai un
istante di riposo, mai rimandare a domani quello che si può fare oggi!
Così, senza perdere tempo, volle subito orientarsi sui
problemi più urgenti da risolvere. Mancava la casa canonica. La chiesa
Collegiata, con quattro canonici senescenti, staticamente malsicura, poveramente
attrezzata e con funzionamento assai ridotto, doveva essere consolidata,
restaurata, dotata e consacrata. La facciata era da ultimare.
Al campanile, danneggiato dalla guerra e privo delle
campane, che erano state fuse per farne cannoni, urgeva un consolidamento e,
soprattutto, ridare le campane perché squillassero su l’agro guglionesano.
Eppure Guglionesi aveva avuto un passato splendido: la
Collegiata di grandiose proporzioni, dalle linee severe, ricchissima di opere
d’arte, era stata costruita su una vetusta basilica romana (e ne fanno
testimonianza l’antica cripta e parte dell’abside, allora ridotta a magazzeno di
inutilità); vantava una diecina di conventi, una ventina di chiese, una
cinquantina di sacerdoti con un capitolo insignito delle maggiori divise, come
ne fa fede la lapide murata nella stessa Collegiata (…).
Come contrastava lo squallore del presente con lo
splendore del passato!
Fortunatamente Don Carlo invece di abbattersi, si
irrigidì nel proposito di superare tutti gli ostacoli e, senza indugio, tracciò
un programma di massima: valorizzare i Rev.mi Canonici, riordinare la varie
Confraternite, sviluppare l’Azione Cattolica, vivificare la comunità
parrocchiale, con funzioni sacre e, assai più, con frequenti predicazioni e
assidui catechismi.
Per la parte materiale, il suo programma appare
temerario: costruirà la casa canonica, restaurerà la Collegiata, cominciando dal
tetto prima che crolli, e rifarà i finestroni e decorerà il sacro edificio e
disporrà un impianto di illuminazione moderno; la doterà di arredi e, in ultimo,
chiamerà il Vescovo a consacrare questa sua sposa.
È troppo? A noi pare di sì;
ma Don Carlo non è contento. Decide perciò di completare la facciata,
sopraelevare il campanile e ricollocarvi le campane.
È una pazzia, pensiamo noi. E Don Carlo, per tutta
risposta, include nel suo programma la ripartizione e sistemazione delle altre
chiese (e sono sette!) cominciando da quella del cimitero ridotta a un rudere.
È un complesso di lavori che sfiora l’assurdo.”
Il professore Corrado Gizzi, che nel 1973, in occasione dei
25 anni di guida pastorale a Guglionesi, aveva promosso un comitato civico per
il riconoscimento canonico a Monsignore per l'amico don Carlo Maglia, nella
conclusione della sua presentazione al libro “Non solo un prete” lancia un
invito culturale alla nostra identità di comunità: “auspico che venga
intitolata una strada del paese a mons. Carlo Maglia”.
Don Gabriele Morlacchetti, parroco della Collegiata di
Santa Maria Maggiore, nella prefazione allo stesso libro conclude: “Don Carlo
ha accompagnato tanta gente, con ferite e fragilità di ogni genere, ad aprirsi
alla speranza. Al momento della morte gli hanno trovato solo delle tonache
consumate e una grande povertà.”
Infine una breve riflessione sulla vocazione umanitaria di
don Carlo Maglia. Nel giorno dell’epifania dell'anno 1955 scrisse: “ho svolto
fedelmente e con sacrifici non indifferenti la missione come cappellano
militare, su vari fronti di battaglia, ho assunto di conseguenza l’impegno
morale di svolgere le opere di apostolato caritatevole a bene degli orfani,
raccomandati a me dalle ultime volontà degli Eroi Caduti, tra cui annovero un
fratello disperso in Russia”. Sui campi di battaglia, tra gli eroi caduti
che moriranno tra le sue braccia, don Carlo incontrerà il volto di Gesù Cristo e
la sua vocazione pastorale sarà di lì sempre più illuminata e mai indecisa: ““Il
sottoscritto - scrisse nel 1952 - ha fatto politica (se così è permesso
dire) di carità, raccogliendo fanciulli abbandonati e derelitti e dando agli
stessi, secondo la legge vangelica, oltre il pane dello spirito, il pane del
corpo”. Prima per i militari e poi per gli orfanelli e per i derelitti fu “maestro
e padre” e fin dal “1948 iniziava con 18 orfanelli la vita del pio
istituto “Casa del Fanciullo”” a Guglionesi.
Giovedì 12 Novembre, alle ore 18, sarà celebrata una Santa
Messa a Guglionesi nella chiesa di Santa Maria Maggiore (“questa sua sposa!”),
per commemorare il centenario della nascita di mons. don Carlo Maglia.