10/11/2009 ● Cultura
"Qual è il monumento più importante di Guglionesi?"
Ho letto di recente
alcune impressioni di chi ha seguito a Larino il ‘Forum’ degli assessori alla
cultura del Molise. L’assessore regionale alla cultura ha pronunciato parole
come “ridiamo vita ai nostri borghi”, ha parlato di occasioni formative e
di lavoro con particolare riguardo a una strategia innovativa di cooperazione
finalizzata a sviluppare il potenziale economico dell’industria culturale
locale, sperimentando approcci alternativi per la valorizzazione del patrimonio
e delle attività culturali in Europa. Si è altresì parlato di formazione dei
nostri giovani nell’ambito del Programma comunitario Leonardo. Si è parlato di
‘governance’ culturale (comunicazione efficace, trasparenza, investimenti sulla
infrastruttura di rete e sulla connettività, cambiamento, priorità). Tra le
priorità, valorizzare le cose. “Chi di noi conosce – si è chiesto Romeo
Flocco su ‘Altromolise’ – qual è il pezzo più pregiato del Museo Sannitico di
Campobasso o qual è il monumento più importante di Guglionesi?”
Naturalmente, per un’opera di valorizzazione, occorre che si sviluppino sinergie
tra Istituzioni regionali, provinciali, comunali, e l’Università del Molise, con
la consapevolezza che il patrimonio culturale rappresenta una risorsa importante
da salvaguardare e che la cultura, nella società post-industriale, è in grado di
creare occasioni formative e di lavoro. Insomma, nella transizione verso
l’economia della conoscenza, se l’Europa vuole essere competitiva, non può
continuare a concentrare la sua attenzione solo sull’industria IT (Information
Technology) – facilmente imitabile da Cina e India – ma deve valorizzare i
settori non replicabili e non delocalizzabili come la cultura e il patrimonio
culturale.
In merito, volendo porre attenzione al nostro territorio, a me pare che
Guglionesi debba investire in cultura. Molte sono le esperienze di sviluppo
locale basato sulla cultura che è diventata volano per strategie di sviluppo
complessivo. Ci sono ricerche che mostrano come, a fronte di un determinato
stanziamento pubblico, si è avuto un beneficio complessivo per le comunità
locali in termini di effetti positivi sull’aumento di posti di lavoro, sul
turismo, sulla qualità della vita e sulla coesione sociale. Inoltre, si sono
create nuove opportunità coinvolgendo forze giovani, migliorando la
sensibilizzazione comune alla cosa pubblica e si è prodotto un ambiente nel
quale la creatività potesse divenire “veicolo generatore di innovazione e
sviluppo”. L’investimento in cultura si è rivelato il mezzo più efficace per
riqualificare il territorio e ridurre il disagio sociale. Le ricerche di cui
sopra ci convincono della congruità del rapporto tra spesa in cultura e ritorno
in termini di ricaduta sull’economia cittadina (uno studio dell’Università di
Torino dimostra come ogni euro investito ha una ricaduta sulla comunità di circa
21 euro, attendibilmente). E’ una ulteriore conferma che la cultura può essere
fattore importante di sviluppo di una città e di un territorio.
Idee al riguardo possono essere diverse. Una proposta appena abbozzata
(l’auspicabile insediamento nella nostra cittadina di un importante Istituto
culturale sotto l’egida dell’Università del Molise) ho già avuto modo di
esplicitarla su ‘Fuoriportaweb’. Un’altra idea da sviluppare fa riferimento al
‘mecenatismo culturale’ (ossia l’associazione di un’impresa ad un evento
culturale). In una ideale agenda programmatica verrebbe annotato ulteriormente
quanto segue: avviare un progetto di comunicazione per diffondere maggiormente
la conoscenza e la memoria della identità storica e sociale del territorio;
sostenere l’attività socio-culturale delle varie associazioni, dei vari comitati
e gruppi di volontariato giovanile; interagire attivamente con le scuole e con
gli istituti superiori al fine di attivare progetti ed iniziative mirate a
favorire la diffusione delle tecnologie informatiche; il territorio come Museo
diffuso (ossia valorizzare il patrimonio monumentale del centro storico)
costruendo un itinerario culturale con visite guidate per i cittadini, i turisti
e per gli alunni delle scuole; un ricco cartellone teatrale (ivi compreso il
teatro dialettale); una rassegna di conferenze (le conferenze come momento
culturale per fare il punto su alcune questioni cruciali e nello stesso tempo
per presentarsi vivaci culturalmente alle persone provenienti dall’esterno della
comunità locale); la città del Festival delle bande musicali; l’interazione del
‘Teatro Fulvio’ con gli altri poli culturali (Centro giovani, Biblioteca,
associazioni folkloristiche, etc.). L’elenco potrebbe continuare a piacere,
secondo il giudizio del lettore interessato.