2/11/2009 ● Cronaca
Associazione Culturale Pediatri: lettera aperta sul virus A/H1N1
"Quello che sappiamo per certo di questo nuovo virus influenzale
A/H1N1, è che per ora si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza
stagionale. Diventa perciò difficile capire perché sia stato dichiarato lo stato
di pandemia,modificando addirittura i criteri della definizione (è scomparsa ad
esempio l’elevata mortalità), come spiega Tom Jefferson della Cochrane vaccines
field in un’intervista a Spiegel.
Nessuno è però in grado di dire se in futuro questo virus si modificherà e
diventerà pericoloso. Il suo comportamento, come quello di tutti i virus, è
assolutamente imprevedibile.
La bassa mortalità, ossia quanti morti rispetto ai casi, riscontrata finora nei
paesi dove l’A/H1N1 è già circolato ampiamente (dello 0,3% in Europa e 0,4%
negli USA), potrebbe essere in realtà ancora inferiore perché facilmente diversi
casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza e alcuni decessi possono
essere dovuti ad altre cause presenti e non al solo virus.
I sintomi della nuova influenza sono assai generici (febbre, tosse, raffreddore,
dolori muscolari, malessere, vomito o diarrea) e, come quelli dell’influenza
stagionale, possono essere causati da molti altri
virus o batteri. Questo è uno dei motivi per cui il fenomeno “influenzale” nel
suo complesso, viene generalmente sovrastimato.
I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione.
Nessuno è in grado oggi di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri. Ma per
diventare aggressivo il virus dovrebbe
cambiare (per mutazione? riassortimento con altri virus?), quindi i vaccini
mirati al virus attuale, potrebbero non essere utili. Sulla sicurezza sia
l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l’
Agenzia del farmaco europea (EMEA), fanno presente la necessità di un’attenta
sorveglianza postmarketing per rilevare eventuali effetti collaterali che
potrebbero manifestarsi con l’uso su grandi numeri,
anche perché alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove. Abbiamo già
visto durante la pandemia del 1976, diversi casi di Guillain-Barré (una
neuropatia periferica) associati alla vaccinazione
di milioni di americani contro un virus anch’esso di derivazione suina.
Chi decide di vaccinarsi, dovrebbe firmare un “consenso informato” che illustri
con precisione benefici e rischi.
Quanto al vaccino contro l’influenza stagionale, recenti studi confermano i
dubbi sulla sua efficacia sia nei bambini che negli anziani. E sotto i 2 anni di
età, è risultato del tutto inefficace. Non si vedono quindi motivi per offrire
la vaccinazione stagionale ai bambini sani, per la quale oltre a tutto, ci dice
il Center for Disease Control europeo (ECDC), per prendere decisioni servono
informazioni
basilari come l’impatto della vera influenza (numero di casi, ricoveri e
complicazioni) nelle varie età dell’infanzia. Informazioni che non abbiamo.
Riguardo agli antivirali a cui il nuovo virus è risultato sensibile in
laboratorio – Oseltamivir (Tamiflu) e allo Zanamivir (Relenza) – non sappiamo
quanto siano efficaci “in vivo”. Per ora non abbiamo studi al
riguardo. Si sa però che entrambi sono poco efficaci verso l’influenza
stagionale e sono già state segnalate resistenze del nuovo virus all’Oseltamivir,
in alcuni paesi (Danimarca, Giappone, Cina, USA). Inoltre
non va dimenticato che gli antivirali possono dare a volte effetti collaterali
importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito a cui è stato
somministrato l’Oseltamivir in occasione dell’
epidemia di A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi
gastroenterici. Gli antivirali vanno quindi usati solo su indicazione medica e
solo per casi gravi o persone in cattive
condizioni di salute.
Sull’uso dei vaccini e degli antivirali, c’è chi come Ernesto Burgio (direttore
scientifico di ISDE, Medici per l’ambiente) esprime un’ulteriore perplessità:
entrambi potrebbero favorire la mutazione del
virus verso ceppi più aggressivi.
Cosa fare?
Andrà innanzi tutto mantenuta calma e lucidità, di fronte alle notizie
allarmanti diffuse quotidianamente dai mezzi di comunicazione. Se i casi di
influenza saranno più numerosi del solito o il virus dovesse
diventare aggressivo, sarà importante permettere ai medici e alle strutture
sanitarie di dedicarsi ai pazienti più gravi.
La chiusura delle scuole – con tutte le sue ricadute sociali – potrebbe essere
presa in considerazione solo se in futuro dovesse circolare un virus altamente
aggressivo (non l’attuale A/H1N1). In tal caso
andrebbero chiusi anche tutti i luoghi di ritrovo come i cinema, le discoteche,
ecc.
Potremo invece mettere in atto da subito le uniche misure che si sono dimostrate
efficaci nell’impedire la diffusione di tutti i virus respiratori (come l’H1N1
anche se dovesse cambiare):
- lavarsi le mani spesso e accuratamente, con acqua e sapone
- ripararsi la bocca e il naso quando si tossisce o si starnutisce (e dopo
lavarsi le mani)
- evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, facili vie di entrata dei virus
- stare a casa quando si hanno sintomi di influenza
- evitare i luoghi affollati quando i casi di malattia sono molto numerosi
L’uso della mascherina è risultato efficace negli ambienti di assistenza
sanitaria, mentre per altre circostanze l’efficacia non è stata stabilita.
Luisella Grandori Responsabile Gruppo vaccinazioni ACP
Michele Gangemi Presidente ACP"