17/10/2009 ● Caro Direttore
Lasciamo stare le 10 domande
Cari lettori, caro Luigi
leggo con piacere e attenzione le frequenti ed a volte illuminanti analisi di
Pietro Di Tomaso, persona colta e informata e nello stesso tempo cordiale e
gentile che ho avuto occasione e piacere di conoscere questa estate, il giorno
del 2 agosto durante una mia passeggiata tra le “bancarelle” della fiera. Colgo
l’occasione per salutarlo.
Detto questo vorrei però dialogare, o meglio riflettere con lui, sulle sue
stesse osservazioni /valutazioni relative all’informazione tramite carta
stampata in Italia, del 16/10/2009, contributo che inizia …La penso come Eugenio
Scalfari…
Avevo avuto modo di apprezzare i suoi contributi sul territorio molisano, altri
su tematiche filosofiche ecc., ma questa volta credo si sia anche lui (non dico
anch’egli per usare un linguaggio più immediato) lasciato prendere dalla vulgata
ricorrente contro il CAV (come lo chiama Giuliano Ferrara sul Foglio). A mio
avviso nella cultura liberaldemocratica la prima regola è quella di non
sovrapporre i piani ovvero, parliamo del giornalismo, dell’informazione, delle
inchieste, della ricerca e del racconto della verità oppure dell’usurpatore
Berlusconi?
Attenzione non sono di destra anziì!!!, ma non voglio qui ricostruire il mio
curriculum politico, sarebbe troppo autoreferenziale.
Mi sembra tuttavia utile rimarcare ciò perché mi è capitato recentemente di non
condannare aprioristicamente e ad ogni costo le scelte del governo Berlusconi ed
allora, qualche illuminato dell’ultima ora che distribuisce le patenti DESTRA,
SINISTRA; CENTRO mi ha detto “ahh allora sei passato con Berlusconi!!!” Mi è
venuto da ridere.
È risaputo, e la stampa americana lo insegna, senza ipocrisie e finzioni di
sorta (molti citano gli States come modello di libertà ed anche se non è il mio
mi adeguo): non esiste il giornalismo mitico che cerca la verità, l’obbiettività
(che brutta parola sa di socialismo reale!!). I giornalisti hanno opinioni
proprie, ambizioni, a volte sono egocentrici o megalomani a volte arrivisti, a
volte intellettuali seri e bravi studiosi, spesso simpatizzanti di aree e
correnti politiche; .nei loro articoli, senza infingimenti e senza “fumosi veli”
tutto ciò emerge. Negli USA tutti lo sanno e lo accettano, e nessuno fa il
giochino, come ad esempio accade in Italia, e qui parlo di TV, che Santoro è
schierato a sinistra e quindi fazioso e poco attendibile così come E. Fede
dall’altra parte. Qualche lettore saprebbe indicarmi il nome di un giornalista
italiano del presente e del passato libero, obiettivo, che scrive solo la verità
o realtà e cose del genere ? Scalfari ? il povero e bravo Biagi ? il povero e
bravo Montanelli ? Giorgio Bocca ? Ernesto Galli della Loggia ? Angelo
Panebianco ? Barbara Spinelli ? Non scherziamo soprattutto quando usiamo la
parola verità. Nella cultura anglosassone i giornalisti sono più Marte
(schierati quindi che mettono in difficoltà i potenti e per questo più taglienti
e aggressivi) e meno Minerva come invece siamo noi latino-mediterranei (diciamo
e non diciamo, diplomatici, sornioni, sosteniamo pubblicamente “a” ma pensiamo
“b” a seconda delle circostanze e delle convenienze).
Sono invece d’accordo sul concetto della “sentinella” attenta e vigile pronta a
raccontare cose anche scomode ma a 360 gradi.
Insomma Scalfari prosegue nella sua lotta pluridecennale contro Berlusconi, ma a
supporto di Carlo De Benedetti e lo fa da un po’ di tempo, tramite le sue
articolesse della domenica, con supponenza e con aria di chi sta sempre sul
pulpito. Berlusconi da parte sua capitalizza la sua posizione dominante nel
business delle TV, ma non nella carta stampata come spesso erroneamente si
sostiene. È così, è come se fossero due potenti lobbies americane (in quel Paese
molto importanti come ruolo non hanno un sapore di negativo come accade in
Italia ed hanno finanziato anche la campagna di Obama raccogliendo un fiume di
denaro) e quindi di una democrazia liberaldemocratica (Obama è il presidente).
Non credo nella deriva plebiscitari ma c’è un particolare Berlusconi sa parlare
alla pancia degli italiani ed ha l’appoggio degli elettori; attenzione non è un
usurpatore e questo lo disse anche D’Alema molti anni fa e recentemente.
Sulla base di queste convinzioni ritengo che citare Montanelli, addirittura il
grande “santone” politologo G. Sartori non sia esplicativo delle malefatte
berlusconiane. Caro Pietro ti ricordi le elezioni politiche del 2001 ? (ti do
del tu poi mi dirai se ho abusato) in regime di par condicio andarono in RAI:
Benigni, Travaglio più, interviste a D’Alema ecc., Risultato:. SI PERSE!
Allora lasciamo stare le 10 domande di Repubblica, non ripetiamoci che
Berlusconi è un dittatore e che in Italia c’è il regime altrimenti ci
convinciamo e per coerenza andiamo sulle montagne (magari sulla Maiella o sul
monte Miletto oppure a Castelmauro scusa per il passaggio ironico) a fare la
resistenza.
Chiediamoci invece come mai i ragazzi non si appassionano alla politica, come
mai questo PD non sa indicare “un nuovo sole dell’avvenire” un progetto per le
generazioni future, non sa suscitare l’orgoglio di “Militare” (si diceva un
tempo) in questo partito e votarlo. A mio avviso è una battaglia di retroguardia
e perdente attaccare sempre e comunque Berlusconi; non è che mi dia fastidio, ma
c’è già un partito che LUCRA con successo sull’antiberlusconismo puro: DI PIETRO.
Sinceramente quando ho visto le citazioni di Scalfaro, di Montanelli e di
Sartori mi sono sembrate inappropriate e contigue a luoghi comuni, soprattutto
in questa fase politica.
Rispetto alla scelta dei finanziamenti alla stampa molisana tutta “allineata e
coperta” con Iorio, sinceramente non ho avuto tempo e modo di approfondire; mi
sembra di primo impatto grave.
Con stima amicizia e simpatia Pierino Raspa.