26/9/2009 ● Cultura
Cultura guglionesana bentornata a casa
Molti di noi ricorderanno
le rappresentazioni teatrali in vernacolo guglionesano negli anni Ottanta, “I
rjzzille de‘na vicchje” (“I capricci di un’anziana signora”), “U rescjequon”
(“L’avaro”) - opere scritte dal guglionesano Nicolino Sorella - con numerose
repliche per ciascuna messa in scena e il puntuale tutto esaurito al
cinema-teatro “Fulvio” di Guglionesi.
I ricordi dentro il cinema-teatro "Fulvio" sono e restano belli.
I comizi elettorali, per esempio. Tra gli ultimi il senatore della Democrazia
Cristiana Amintore Fanfani; l’iniziativa culturale di Corrado Gizzi e di
Angiolino D’Anselmo con l'istituzione del primo premio letterario “Usconio” agli
inizi degli anni Settanta e con la straordinaria partecipazione del critico
letterario Carlo Bo; le numerose stagioni teatrali e i grandi attori saliti sul
“palcoscenico” di Guglionesi.
Mentre scrivo ricordo una fantastica serata, alla metà degli anni Ottanta,
allorché il cinema “Fulvio” fu invaso dai fans del cantautore bolognese
Francesco Guccini. Io non riuscii ad entrare e fu un'occasione persa nella mia
gioventù.
Più o meno negli stessi anni furono organizzate varie rassegne di cinema
d’autore, con commenti e incontri tematici tra gli itinerari cinematografici
nazionale e internazionale, e per me (poco più che quindicenne) fu l’occasione
per imparare a conoscere soprattutto il grande cinema italiano. Così (appunto,
poco più che ragazzino) rimasi affascinato dal film “Ladri di biciclette”
(1948), il capolavoro di Vittorio De Sica, girato dal regista ciociaro subito
dopo “Sciuscià”. Era la prima volta che vedevo sul grande schermo un film in
bianco e nero.
Dopo l’inaugurazione del 3 Giugno di quest’anno - come ormai noto per i lunghi
restauri il luogo era chiuso da oltre 10 anni!-, la confraternita di
Sant’Antonio di Padova di Guglionesi, in collaborazione con la Parrocchia di
Santa Maria Maggiore, ieri sera ha organizzato il “primo” evento culturale "made
in Guglionesi" nello storico teatro-cinema "Fulvio", una proiezione di
fotografie dedicate a “Guglionesi, tra gli anni ’60 e ’70”, e scattate da Jochen
Beltzig, un “tedesco ormai guglionesano" che dagli inizi degli anni Settanta,
affascinato dai luoghi molisani, vive qui insieme alla sua passione per la
fotografia documentale.
Jochen ha fatto rivivere al suo pubblico vari momenti della nostra identità
popolare, proiettando personaggi tanto curiosi quanto umili, luoghi tanto
suggestivi quanto dimenticati, momenti tanto emozionanti quanto irripetibili. E
nello scorrere di quelle immagini tra i guglionesani, che ieri sera per la prima
volta sono tornati a respirare la cultura guglionesana nel cinema-teatro
“Fulvio”, riaffiorava la memoria storica di Guglionesi di quegli anni.
Insieme a qualche altro spettatore distrattamente si condivideva una
riflessione: siamo davvero fortunati a possedere un cinema-teatro nella nostra
piccola comunità. Viviamolo con i nostri figli ogni volta che l'identità
popolare di Guglionesi ci viene raccontata, in modo semplice senza effetti
speciali, come ieri sera dalle fotografie di Jochen Beltzig. Sarà un immenso
dono culturale per i loro ricordi.