23/9/2009 ● Cultura
"Guglionesi, tra gli anni '60 e '70", paese mio in fotografia
Si terrà venerdì 25
Settembre (e in replica il 2 Ottobre) la proiezione delle diapositive “Guglionesi,
tra gli anni ’60 e ‘70” di Jochen Beltzig. La manifestazione, organizzata
dalla Confraternita di Sant’Antonio di Padova di Guglionesi, si svolgerà presso
il cinema-teatro “Fulvio” (ore 21) e l’ingresso è gratuito.
Animatori della serata saranno Gabriele Fusco e Adele Terzano, che guideranno il
pubblico in un viaggio nelle immagini fotografiche di “Giacchino il tedesco”,
così è conosciuto in paese Jochen.
Abbiamo incontrato Gabriele e Jochen per qualche anticipazione sulla serata.
Gabriele, come mai sei coinvolto così direttamente in questa iniziativa?
GABRIELE: Ci sono tanti motivi. Intanto sono il più grande amico di
Jochen qui a Guglionesi. Lo conosco da bambino, e insieme ai suoi nipoti, che
lui portava con sé in vacanza qui, sono cresciuto nel mio quartiere. Poi,
conoscevo bene l’attività di appassionato fotografo di Jochen, e in parte anche
il materiale fotografico che lui, circa quarant’anni fa, proiettava nella
piccola piazzetta interna al vicolo Diego De Marinis, dove durante l’estate ci
riunivamo tutti i residenti per stare insieme.
Infine, non dimentichiamoci che io sono un membro della confraternita antoniana
di Guglionesi e in occasione delle celebrazioni sulla Regola francescana
abbiamo, insieme agli altri fratelli, deciso di promuovere l’iniziativa di
proiettare in pubblico le diapositive di Jochen.
Ma il materiale fotografico veniva conservato qui a Guglionesi?
GABRIELE: No. Jochen ha sempre conservato le sue fotografie in Germania.
Devo dire con tanta attenzione e… anche gelosamente! A mie spese, nell’ultima
settimana d’Agosto, siamo andati a prelevare il materiale fotografico. Non ci
crederete: abbiamo riportato qui a Guglionesi cinque valigie. E di tutto questo
materiale solo una parte, circa 370 fotografie, abbiamo selezionato per la
serata di Venerdì. Ma il materiale è davvero tanto, e non solo di Guglionesi.
Jochen, posso testimoniare, conosce il Molise meglio di tanti molisani.
Allora, Jochen. Come hai conosciuto Guglionesi?
JOCHEN: Ho conosciuto a Wuppertal, nel paese dove lavoravo e vivo, alcuni
italiani. Tra di loro c’era Michele Matassa che lavorava in un café italiano.
Poi lui alla fine del 1970 mi ha invitato a Guglionesi, invitandomi in un
soggiorno in famiglia, e da allora sono rimasto affezionato a Guglionesi. Era il
mese di Dicembre e rimasi sorpreso dal clima “primaverile” rispetto al freddo
rigido della Germania. L'estate successiva affittai una casa a Guglionesi per 60
mila lire l’anno, molto poco rispetto ai costi relativi in Germania. Lì era il
prezzo di un piccolo garage.
E subito hai iniziato a fotografare Guglionesi?
JOCHEN: Sì. Incominciai dal primo viaggio, da quando fui ospitato dalla
gentile famiglia Matassa.
Un giorno ero nella cameretta che mi fu messa a disposizione dalla famiglia
Matassa, al secondo piano della loro casa, e sentii gridare: “frescaaa! …frescaaaaa!”.
Mi sono affacciato e dalla finestra vedevo camminare un cesto pieno di scamorze.
Ma come? Mi chiesi. Cammina da solo? Poi mi accorsi che si trattava di un
venditore ambulante, nel paese conosciuto come “Vincenzo lo scamorzaro”, che
portava i suoi formaggi dentro un cesto appoggiato sulla testa.
Le fotografie che saranno proiettate seguiranno un tema?
JOCHEN: Ho scelto le foto che raccontano la mia prima esperienza a
Guglionesi, ma anche foto relative alla festa di Sant’Antonio di Padova e di
Sant’Adamo. Vedremo anche come era prima il paese vecchio, con alcuni scorci
caratteristici, luoghi pieni di ricordi belli, quando le famiglie erano più
unite e si viveva di cose più semplici. Rivedremo anche qualche personaggio
molto noto in paese e alcuni antichi mestieri che ormai non sono più in uso.
Il paese, secondo te, in cosa è migliorato e in cosa è peggiorato?
JOCHEN: Beh, ancora oggi capita che manca l’acqua, …naturalmente scherzo!
Culturalmente ci sono delle cose che meriterebbero più attenzione, come la
neviera nella località castello da capo. È stata trasformata in immondezzaio ed
ancora oggi resta abbandonata. Peccato!
La chiesa di Santa Maria Maggiore è stata restaurata ma è diventata più semplice
stilisticamente rispetto a prima. La chiesa di Sant’Antonio di Padova è stata
molto migliorata ed è divenuta più luminosa all’interno.
Certo ci sono cose che nel tempo non hanno funzionato. Dal 1982, per esempio, il
ristorante “Il Pagatore” continua bene a svolgere l’attività nel centro storico,
ma tante altre attività che hanno aperto poi hanno dovuto chiudere. Non so
perché questo accade. Mah… non so!
Come intendi valorizzare il patrimonio fotografico che conservi?
JOCHEN: Forse l’eventuale pubblicazione di un libro è la giusta
dimensione culturale per molte fotografie, perché in fondo raccontano la storia
di Guglionesi tra gli anni Settanta e gli anni Novanta dello scorso secolo,
luoghi, festività, personaggi, mestieri etc. Sarebbe opportuno condividere
l’iniziativa con le istituzioni locali.