9/9/2009 ● Cultura
Internet, ormai il solo strumento di libera informazione?
“Un governo senza
giornali, che siano forti e vitali, non è un’opzione per gli Stati Uniti”,
ha recentemente detto Obama parafrasando Jefferson che, due secoli fa, aveva
affermato: “L’America sarà quel che saranno i suoi liberi giornali”.
Le recenti elezioni in Italia hanno dimostrato come internet sia oramai rimasto
il solo strumento utile, o quasi, per accedere ad una libera informazione. In
altro contesto, si comprende bene ciò che è accaduto in Svezia. Il ‘Partito dei
Pirati’: una formazione che ha raccolto il 7 per cento ed è il terzo partito
svedese per numero di iscritti. La sua battaglia per il libero e completo
accesso a internet è emblematico segno dei tempi. Con il dissesto dei giornali,
si è visto quanto sia prezioso lo spazio internet e dei blog. E’ prezioso in
Francia, dove la Corte costituzionale ha appena invalidato una legge che vieta
lo scaricamento di programmi, affermando che solo il giudice può emettere
sanzioni e non l’autorità amministrativa. E’ prezioso in Italia, dove la libertà
internet è minacciata dalla nuova legge sulle intercettazioni: lo spiega molto
bene Giuseppe Giulietti sul quotidiano on line per la libertà d’espressione
(Articolo 21. info).
Sempre nella situazione italiana, Federico Orlando intravede “uno
strangolamento progressivo e generalizzato dell’informazione, della stampa e
dello spettacolo” (quotidiano Europa).
L’articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali sancisce che il diritto alla libertà di
espressione, tra cui si menziona la libertà di ricevere informazioni (dalle
fonti della notizia), è tutelato senza che vi possa essere ingerenza da parte
delle autorità pubbliche.
Personalmente sono completamente d’accordo con Castells, studioso
dell’informazione, quando afferma: “Per questo è così importante che i
magnati dei media non diventino leader politici, come nel caso di Berlusconi”
(Castells, Comunicazione e potere, Università Bocconi 2009). Ritengo quindi che
sia legittima la domanda del direttore di Famiglia Cristiana, don Sciortino: “Quello
che accade non riguarda solo il giornalismo. Quando in un Paese è in discussione
la funzione del giornalismo, la sua libertà di esprimersi, di criticare o di
commentare le azioni di un potere che non è solo potere di governo, ma pervasivo
controllo del sistema mediatico, possiamo parlare di vera democrazia?”.
La democrazia è un insieme di poteri che si frenano l’un l’altro affinché
nessuno commetta abusi. E questo equilibrio viene garantito dalle costituzioni e
dai poteri autonomi, tra cui la stampa e la televisione.
Ciò detto, internet renderà la politica più trasparente? Barack Obama ha
dichiarato che trasmetterà su YouTube i suoi discorsi del sabato mattina. E’
indubbiamente un’apertura rispetto all’amministrazione precedente. Tuttavia, in
termini più generali, non bisogna farsi eccessive illusioni, la politica non
diventerà trasparente in una notte soltanto. La cultura del segreto è ancora
forte. Ma se il Parlamento e le amministrazioni non sono pronte a mettere tutto
sul web, potremmo farlo noi cittadini. In tal modo richiameremo alle proprie
responsabilità chi ci rappresenta perché l’informazione – come è stato osservato
– è la moneta corrente della democrazia. In Rete, chiunque, in pochi click, può
trasformarsi da lettore distratto di una testata on-line, di un blog in
produttore di informazioni ed essere letto da un pubblico potenzialmente
numeroso e, comunque, migliaia di volte più ampio rispetto a quello dei lettori
di quotidiani o degli spettatori dei TG nelle ore di punta.
Un post su un Blog ad alta visibilità può contribuire a formare o consolidare
movimenti di opinioni, essere utilizzato per dar vita a manifestazioni e
riempire piazze come insegnano recenti esperienze.
Concludo augurando grande successo a ‘Fuoriportaweb’ e alla sua redazione che
garantirà, ne sono certo, il consueto pluralismo di opinioni.