20/7/2009 ● Cultura
Immaginare un futuro verso lo sviluppo e la crescita compatibile
Il recente convegno
"Ricostruire il futuro" organizzato da 'Symbola', la Fondazione per le qualità
italiane, ha inteso lanciare un modello di sviluppo eco-compatibile incentrato
sulla 'green economy'. Prima di tratteggiare alcuni filoni di intervento per una
possibile adattabilità al territorio basso-molisano, vorrei formulare qualche
riflessione sul mondo giovanile.
Il 'Rapporto Giovani 2008', elaborato dalla Università di Roma La Sapienza
riguardante il fenomeno della disoccupazione ci informa che nella fascia di età
tra i 15 e i 19 anni ci sono 270 mila ragazzi che non studiano e non lavorano.
In quella compresa tra i 25 e i 35 anni il numero sale a un milione e 900 mila.
La crisi economica evidentemente si fa sentire, unitamente ad un percorso
scolastico che non offre realistiche possibilità di impiego. Dunque sono
migliaia i giovani che, reagendo al perdurante mancato sviluppo del Meridione
emigrano verso il Nord, come a suo tempo chi scrive. Come pure è nota
l'atmosfera nichilista che caratterizza la condizione di molti giovani a cui il
futuro non appare più come una promessa ma come una minaccia.
Naturalmente non riuscire a individuarne i contorni di tale futuro si è
demotivati e quindi non ci si impegna e non ci si applica. Dopo di che, se dal
futuro individuale passiamo al futuro collettivo, che dire di una società che
trascura i giovani? Può questa società che non utilizza la sua forza proiettarsi
nel futuro?
Io credo di no. Ben venga quindi il 'Forum dei giovani' se verranno sviluppate
idee e progetti. Con riguardo alla realtà basso-molisana, un progetto concreto
potrebbe essere quello volto a valorizzare la costa facendola dialogare con i
Comuni prospicienti l'area stessa con l'impegno di 'fare sistema' nell'ambito di
un turismo innovativo. A tal proposito, ben si attagliano i modelli 'Villages d'Europe'
e 'Albergo diffuso'. L'idea del Villaggio d'Europa è quella di concepire una
vacanza che sia occasione di scoperta di un paese, di un ambiente, delle
abitudini dei territori e delle genti che colà vivono. Il turista dovrà essere
messo cioè nelle condizioni di perdere le connotazioni del turista e di
'calarsi' nella vita di un vero "Villaggio d'Europa". Diventa importante che vi
siano servizi efficienti, confort, animazione, attività sportive e
manifestazioni folkloristiche.
Un'indagine fatta presso i maggiori Tour Operators indica che il progetto
Villaggi d'Europa ha riscontrato un forte interesse e, quindi, la prospettiva è
quella di realizzare in Europa un prodotto turistico di livello internazionale.
L'Albergo diffuso è una forma recente di sviluppo turistico che ha alla base il
coinvolgimento dell'amministrazione degli enti locali e regionali. La prima
regione che ha inserito questa tipologia ricettiva nelle norme sul turismo, è la
Sardegna. Per Albergo diffuso si intende qui la "struttura ricettiva ubicata
nei centri storici dei Comuni, caratterizzata da unicità del servizio di
ricevimento e di servizi comuni, per unità abitative in locali separati distanti
non oltre 200 metri dall'edificio centrale".
Dal 2006 questa innovativa struttura è entrata a far parte di Legambiente
Turismo con l'idea di promuovere un turismo diverso, rispettoso dell'ambiente e
delle tradizioni locali. Una formula particolarmente adatta a quei borghi e
paesi caratterizzati da centri storici di interesse artistico ed architettonico
che, in questo modo, possono recuperare e valorizzare vecchi edifici ed al
contempo evitare di risolvere i problemi di ricettività turistica con nuove
costruzioni.
Un'altra prospettiva credibile per i prossimi anni è quella dell'innovazione in
campo agroalimentare e di ciò ho avuto occasione di discorrere in un precedente
intervento su 'Fuoriportaweb'. Aggiungo solo che negli ultimi dieci anni la
popolazione delle campagne è aumentata ed è diventata più ricca, più colta e più
dinamica. Perché non si tratta solo di agricoltori e contadini ma di liberi
professionisti e giovani laureati che, soprattutto al Nord, scelgono di
allontanarsi dalle città.
Un ulteriore filone di intervento potrà essere studiato in sede di Unione dei
Comuni prospicienti l'area costiera se tale consorzio ha nel frattempo risolto
il dilemma tra l'essere un soggetto unitario o un condominio di Comuni. La
verità è che solo se uniti, riescono a fare sistema; e solo se fanno sistema,
riescono ad immaginare un futuro verso lo sviluppo e la crescita compatibile. "Per
capire l'Italia che verrà - ha spiegato Ermete Realacci, presidente di
Symbola - ... per questo abbiamo chiamato a raccolta i talenti abruzzesi:
dalle aziende specializzate in elettronica spaziale all'alta moda, dai parchi ai
maestri dell'enogastronomia. E' una battaglia dura ma si può vincere puntando
sulla qualità e sul territorio...".