20/4/2009 ● Cultura
Giù le mani dalla satira
"Tutti hanno diritto di
manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni
altro mezzo di diffusione ... "(Articolo 21 della Costituzione). Rischiamo
la libertà d'informazione in Italia? Può la libertà d'informazione sentirsi
tranquilla?
Vittorio Emiliani, sul sito di Articolo 21.info (quotidiano on line per la
libertà d'espressione), dice: "Se il cattivo giorno si vede dal mattino, temo
forte che ogni trasmissione, tg o rete non precisamente gradita al governo e a
chi lo guida sarà presa in Rai a spallate come sta avvenendo per la puntata di 'Annozero'
che Michele Santoro ha dedicato al post-terremoto in Abruzzo (...). Per questa
via, divenuta subito angusta, si va al restringimento del pluralismo
politico-culturale che invece deve caratterizzare il servizio pubblico
radio-televisivo. Richiamo e sospensione (di Vauro n.d.r.) hanno un inevitabile
sapore di un cartellino giallo che presto può diventare rosso".
Barbara Spinelli, su 'La Stampa', osserva: "Nei disastri c'è chi soffre, chi
governa, chi racconta (messaggero nella tragedia antica, giornalista oggi) e chi
indaga rammentando. Ogni ambito ha un suo dover-essere, una sua autonomia. Se la
priorità per il messaggero sono i sofferenti, si racconterà tutto quel che essi
provano: gratitudine ma anche rabbia, sollievo per i soccorsi e ira suscitata da
uno Stato complice di speculazioni edilizie (...). Il giornalista nega se
stesso, quando consente a mettere sullo stesso piano gli abusi dell'edilizia e
gli 'abusi di libertà' di chi punta il dito su tali abusi: invece di vigilare,
giustifica - per sè e i concittadini - lo stato d'eccezione".
Ciò detto, chi volesse leggere un libretto di Moni Ovadia 'L'umorismo ebraico in
otto lezioni e duecento storielle' scoprirebbe che la satira e l'ironia possono
essere alimentate anche dalle situazioni più tragiche di dolore e di sofferenza.
E ancora. Presso il Palazzo della civiltà italiana a Roma viene esposto 'Africartoon':
la satira, termometro di libertà di espressione (18-21 aprile). 'Nigrizia' ha
scelto di raccontare l'Africa attraverso le vignette satiriche dei suoi
giornali, per conoscere alcune realtà di questo continente ed anche dare
un'occhiata, attraverso i suoi disegni, anche al resto del mondo. La mostra
offre un percorso ideale attraverso i principali giornali satirici per conoscere
l'ironia e l'autocritica graffiante di autori africani che con le loro vignette
hanno reso queste pubblicazioni un vero e proprio fenomeno sociale. I
disegnatori africani, per il loro coraggio di osare, sono molto ammirati e
rispettati dal loro pubblico e naturalmente meno apprezzati dalle classi
dirigenti locali.
Giù le mani, dunque, dalla satira. A volte può capitare di esagerare, ma una
vignetta rientra nei canoni della libertà di espressione. Lo stile Santoro non
sempre può piacere e personalmente trovo che talvolta le vignette di Vauro hanno
un tratto troppo duro. Ma dalla constatazione di ciò alla censura, e
all'esclusione dalla Rai, il passo ritengo sia molto grave. Per parte mia,
sabato 25 aprile parteciperò alla manifestazione indetta dall'associazione Art.
21 (presidente Federico Orlando, nostro conterraneo nonché prestigioso
giornalista), insieme a quanti credono nei valori racchiusi nell'articolo 21
della Costituzione.
Termino questa mia breve riflessione ricordando quel che diceva Jefferson due
secoli fa: "L'America sarà quel che saranno i suoi liberi giornali".