16/2/2009 ● Cultura
Il paesaggio come bene culturale
Dico subito che la
fotografia a colori che accoglie ora il visitatore del blog di 'Fuoriportaweb'
contribuisce, a mio parere, ad esaltare le caratteristiche ambientali e agresti
del territorio guglionesano. Una finestra aperta su un paesaggio collinare che
si staglia su un cielo azzurrino venato di nuvole; un'immagine tranquilla,
rilassante. Una natura che pare chiusa nella sua perfezione, percorsa dai colori
cangianti dei campi coltivati, che l'autore della foto coglie con maestria,
plasmando le atmosfere. Insomma, qui la 'campagna' non è soltanto un dato
geografico, ma costituisce un elemento fondamentale della vita e della cultura
di Guglionesi.
In termini più generali si può osservare, particolarmente in un periodo di crisi
in cui si parla di ritorno all'agricoltura biologica e allo 'slow food', che la
'campagna' rappresenta una concreta opportunità di vita e di sviluppo economico
per quanti, in sempre maggior numero, stanno scegliendo l'agricoltura di qualità
come attività su cui scommettere il proprio futuro. Ciò posto, tornando al tema
che costituisce lo spunto per questa breve riflessione, il paesaggio è (e resta)
un insieme di valori, di storie, di immagini mentali, di emozioni radicate
storicamente nei luoghi, ma non deve essere solo un quadro estetico bensì
assurgere ad elemento indispensabile al perseguimento del benessere nella vita
dell'uomo in una logica di sviluppo sostenibile.
La Convenzione Europea sul Paesaggio, firmata nel 2001 a Firenze, riconosce alle
comunità locali un ruolo centrale nell'identificazione, nella tutela e nella
valorizzazione del paesaggio. Inoltre, il riconoscimento della transitorietà di
ogni rappresentazione estetica del paesaggio, ha come ulteriore conseguenza il
progressivo abbandono, a livello normativo e pratico, di sistemi di tutela
paesistica basati prevalentemente e/o esclusivamente sulla conservazione statica
dell'esistente (non una reliquia, dunque). L'abbandono di quest'archetipo
assoluto di bellezza immutabile, ha già favorito lo sviluppo di un approccio al
paesaggio maggiormente orientato verso la valorizzazione piuttosto che sulla
sola tutela. Ne discende un approccio più dinamico con il paesaggio, disponibile
ad accogliere e orientare le trasformazioni, con una mentalità aperta al
cambiamento e con uno sguardo proiettato verso il futuro, in una logica di
equilibrata ecosostenibilità.