3/2/2009 ● Politica
Di Narzo (IDV): irrinunciabile la riduzione dei costi della politica
"Discorso tenuto nel Consiglio Provinciale monotematico "Giornata della
partecipazione". (Campobasso, 30 Gennaio 2009) Oggi partecipiamo a questo
consiglio, chiesto dall’Upi unione delle province italiane per discutere e
chiedere al governo un riordino istituzionale, che semplifica la Pubblica
Amministrazione individuando, le funzioni di Province e Comuni e colpisca le
reali inefficienze di ulteriori enti e strutture del territorio.
Non sto qui a difendere, a spada tratta il ruolo e la validità degli enti
provinciali, ma neanche la loro indiscriminata soppressione.
Nei paesi europei esistono ancora le province - in Francia i dipartimenti, in
Germania i Lander, in Spagna le province.
Avendo queste realtà in europa significa che in italia, dobbiamo discutere sulla
validità delle nostre province con la conseguente ridefinizione della propria
strutturazione organizzativa dello stato.
Certamente, la crisi mondiale e la conseguente crisi finanziaria italiana che
avrànno conseguenze estremamente pesanti sui nostri sistemi economici e sui
conti pubblici, e la discussione in atto sul federalismo fiscale, che spero sarà
semplice e chiaro, ci inducono ad una semplificazione del sistema e una riforma
degli Enti pubblici.
Un dato è certo siamo contro la proliferazione di nuove Province quindi contro
il campanilismo ed a favore dell’accorpamento di alcune Province italiane.
Con l’avvento delle Regioni con competenze legiferative ed esecutive, il ruolo
delle province è stato ridimensionato nelle sue competenze, e spesso le
competenze regionali si sovrappongono a quelle di altri enti sul territorio, con
la conseguente duplicazione delle competenze, e per certi versi
dell’inefficienza della Pubblica Amministrazione.
Si tratta di capire, come riorganizzare il sistema, abbassando i costi della
politica, alla luce di cambiamenti che ci sono stati nel mondo, e delle nuove
richieste di partecipazione e di servizi che vengono dai cittadini.
Dobbiamo pur tener presente come è distribuita la popolazione in Italia:
I Comuni con una popolazione superiore a 30.000 abitanti sono appena 288,
comprese le grandi città con popolazione superiore a 100.000 abitanti che sono
42 e comprese le 9 città considerate aree metropolitane.
Comuni tra 15.000 abitanti e 30.000 sono appena 384
Comuni tra 5.000 e 15.000 sono 1.611
Quindi i primi gradi comuni corrispondono al 20% della totalità .
Oltre il 50% dei comuni non raggiunge i 1.000 abitanti .
Il 30% è compreso tra 1.000 e 5.000 abitanti . Questi comuni hanno la capacità
di assolvere a queste competenze provinciali che la legge 142 del 1990 ha
stabilito ?
Quali :VIABILITA’
SERVIZI E INFRASTRUTTURE PER LA TUTELA AMBIENTALE
EDILIZIA SCOLASTICA E FUNZIONAMENTO DELLE SCUOLE
SVILUPPO ECONOMICO
FORMAZIONE PROFESSIONALE
TRAPORTI E MOBILITA’
SERVIZI PER IL MERCATO DEL LAVORO
PROMOZIONE DELLA CULTURA – DEL TURISMO – DELLO SPORT
Oltre, alle competenze derivanti dalla applicazione della riforma del titolo V
della costituzione, da parte delle regioni.
Credo, che vada rivisto sul territorio la posizione di enti sub-regionali a
carattere non elettivo, ma di imposizione politica, che determinano una
ulteriore triplicazione delle competenze, con relativo rapporto costi-benefici
del tutto irrilevante ( vedi Comunità Montane, Consorzi di bonifica, Ato,
Agenzie per il turismo ecct.ra)
E’ necessario, abbandonare i conflitti, posizioni, preconcetti politico
ideologici, dobbiamo avere un atteggiamento di grande maturità politica e
istituzionale per discutere e riformare la Pubblica Amministrazione.
A dimostrazione di ciò l’ex ministro Antonio Di Pietro, insieme alle istituzioni
regionali, ha ottenuto grossi risultati per la realizzazione della autostrada
del Molise.
E’ dimostrato altresì che la collaborazione di tutti i parlamentari molisani, di
estrazione politica diversa hanno ottenuto ottimi risultati per la popolazione
del cratere sismico.
Credo, infine, che per ridurre i costi della politica, ci sia una esigenza di
chiarezza, di semplificazione, di riorganizzazione e che questa deve essere
fatta intorno agli Enti elettivi, che sono democratici e rispondono ai
cittadini.
Vedo che un rinnovamento ed una riduzione dei costi della politica, siano oggi
inderogabili ed irrinunciabili.
Il Capogruppo IDV, Vincenzo Di Narzo"