28/1/2009 ● Libro
Don Carlo Maglia [1909-2009]. Non solo un prete a Guglionesi [cap. I]
Nel 2009 ricorre il primo
centenario della nascita di don Carlo Maglia [12.11.1909 Esino Lario (Como) –
24.11.1973 Guglionesi (Campobasso)], sacerdote in servizio a Guglionesi per diversi anni,
ed arciprete della Collegiata dal
1947 al 1973. In vista di una eventuale e futura pubblicazione sulla Collegiata
di Santa Maria Maggiore di Guglionesi, negli ultimi anni ho trascritto, nel
frattempo, diversi
documenti che riguardano la missione pastorale di don Carlo a Guglionesi.
Rileggere alcuni passaggi di questa presenza religiosa a Guglionesi, significa
ripercorrere circa un trentennio della nostra storia locale. Uno spaccato di
cronistoria
interessante perché parte dall’immediato secondo dopo guerra (1947) ed arriva fino alla
metà degli anni Settanta dello scorso secolo. Durante l’anno 2009, in questo
contesto, ho deciso di pubblicare un ciclo di articoli, testi documentali e
foto, per richiamare alle giovani generazioni, e a quelle che verranno, l’impegno
di don Carlo anche nella vita civile e sociale della nostra piccola comunità. La
“Casa del Fanciullo” a Guglionesi resta il simbolo che testimonia il suo affetto
per i giovani, in particolare a quelli senza una famiglia. La scomparsa chiesa del
Viandante, nell’agro del Sinarca, fu un'altra opera insigne dell’arciprete
Maglia: donare la presenza di una scuola e di una chiesa ai contadini e ai loro
figli, per ragioni socio-lavorativi purtroppo lontani dal borgo nativo.
Sul sentiero della memoria locale, quindi, rileggeremo alcune pagine del suo
libro “Le Opere dell’Amore. Don Carlo Maglia in dieci anni di apostolato a
Guglionesi” [Edizioni “Eremo Guadio” – Varenna (Lago di Como)]. Pagina dopo
pagina, articolo dopo articolo, inoltre, integrerò gli scritti di don Carlo con
vari documenti d’archivio, testimonianze, fotografie e memorie.
Sperando di fare cosa gradita ai lettori, ai suoi tanti parrocchiani viventi e al ricordo
della sua missione, al termine delle varie pubblicazioni - che non seguiranno
nella divulgazione un ordine preciso (né cronologico né di argomentazione) -,
forse nel mese di novembre 2009 (quando ricorrono sia l’anniversario della
nascita [100 anni] che quello della morte [36 anni]) ci sarà la possibilità di
raccogliere e di riordinare tale materiale, edito ed inedito, in qualche forma
di memoria culturale. Ho fatto partecipe di questa mia iniziativa anche il
nostro parroco don Gabriele Morlacchetti, il quale mi darà, come in altre
occasioni, il suo prezioso contributo di dotta conoscenza non solo della storia
locale.
A tal proposito, invito gli stessi lettori ad inviare il materiale (foto di
matrimoni, di cerimonie, di eventi ed altro con la presenza di don Carlo) nonché
testimonianze (ricordi scritti, aneddoti, etc.). L'affettuoso invito lo estendo
anche a coloro che sono oltre l’oceano, nelle lontane Americhe, dove ancora in
molti ricordano don Carlo per il suo carisma e per la sua dedizione a
Guglionesi.
Per informazioni e per l’invio del materiale si può contattare la Parrocchia di
Santa Maria Maggiore di Guglionesi (largo Garibaldi, 86034 Guglionesi (CB), Tel.
0875 689042), oppure ARS idea studio (Corso Conte di Torino 15, 86034 Guglionesi
(CB), Tel. 0875 681040), o inviare i contenuti all'e-mail: fpw@guglionesi.com
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Capitolo 1 – 1947
Iniziamo questo viaggio rileggendo un dattiloscritto compilato dallo stesso don
Carlo, in occasione del suo venticinquesimo anno di ordinazione sacerdotale ad
Arciprete della insigne Collegiata di Santa Maria Maggiore a Guglionesi.
“L’arciprete Don Carlo Maglia, nato in Esino Lario (Como) li 12.11.1909 - dopo
il suo doveroso servizio, quale cappellano Militare, di vari reparti mobilitati,
sui diversi fronti di combattimento, dall’anno 1939 al 1947 – pluridecorato al
V. M. con due Croci di Cavaliere, fratello di disperso in Russia, nel Dicembre
dell’anno 1947, veniva richiamato nella Diocesi di Termoli, ove era stato
ordinato Sacerdote dal Venerando Mons. Oddo Bernacchia, di santa memoria, per
svolgere la nuova Missione di Arciprete della Collegiata di S. Maria Maggiore in
Guglionesi, la Quale da ben due anni era rimasta sotto la cura dei Sacerdoti del
Luogo, non avendo provveduto il Vescovo Diocesano, Mons. Oddo Bernacchia, alla
nomina del Pastore effettivo.
Il 7 dicembre 1947, tra l’esultanza di tutto il Religioso e Buon Popolo di
Guglionesi, veniva immesso nel possesso, canonico e giuridico, della Collegiata,
alla presenza di Mons. Biagio D’Agostino, debitamente delegato “Ad Hoc” dal
Vescovo della Diocesi.
Tutto il lavoro di apostolato, a bene morale ed anche assistenziale della
Cittadina, svolto con passione, entusiasmo e giovanile fervore è stato
mirabilmente ricordato nel libro: “Le Opere dell’Amore” stampato con cura
meticolosa, al chiudersi del Decennale di attività parrocchiale in Guglionesi,
celebrato con varie manifestazioni solenni, a cui parteciparono numerose
Autorità Religiose, Civili, Politiche e Militari. (…)
Scendendo ora nei fatti pratici, e brevemente tratteggiando le Opere realizzate,
Don Carlo, all’inizio del Suo Apostolato, ha cercato subito di approfondire
l’animo dell’operoso Popolo di Guglionesi, religioso e tradizionalista, nel
senso ottimo della Parola.
Ha organizzato la Gioventù nei vari rami di A. C., ed ha sostenuto tutte le
varie organizzazioni Sociali, ed ha soprattutto cercato di assistere in ogni
necessità sia spirituale che temporale, la Fanciullezza, specie la più
abbandonata.
Per ben 17 anni, ha fatto funzionare la Colonia diurna e marina, sulla ridente
spiaggia di Petacciato, ove ha collaborato colle Autorità del Luogo e
provinciali, a realizzare la permanente Colonia Marina, che attualmente è
gestita dal Patronato Scolastico Regionale (…).” [da “Il 25° di attività
Parrocchiale: 8 Dicembre 1947 – 8 Dicembre 1972”, Archivio Storico Parrocchiale
di Guglionesi, B 7 F 72 Sott. 8].
Rileggendo alcune pagine del libro “Le Opere dell’Amore”, nel capitolo “Cronaca
di un decennio” si ha la possibilità di comprendere ancora meglio la figura di
questo sacerdote, soprattutto il suo legame al mondo militare, in un contesto
socio-culturale che evidentemente rifletteva gli eventi storici.
“1947 – Subito dopo l’ordinazione sacerdotale Don Carlo fu destinato dall’Ecc.mo
Vescovo di Termoli alla parrocchia di S. Giacomo degli Schiavoni. Da quel primo
campo di battaglia Don Carlo saliva spesso alla vicina Guglionesi per aiutare
l’arciprete di allora, Don Erico Castelli: confessava, assisteva i giovani
dell’Azione Cattolica, coadiuvava nel ministero… nonostante fosse anche
vicerettore e insegnante nel Seminario Diocesano di Termoli. Erano i prodomi di
una attività che, in seguito, si sarebbe dimostrata prodigiosa.
La guerra aveva sconvolto tutti e tutto! Anche Don Carlo dovette pagare il suo
tributo. Con la benedizione del Vescovo partì come Cappellano militare e visse
in pieno le dolorose vicende del conflitto che seminò lutti e lacrime senza
fine. L’abbiamo visto maestro e padre nelle caserme, guida e conforto sui campi
di battaglia – in Italia, Albania, Grecia, Corsica – e, in ultimo, Cappellano
Capo nel Reclusorio di Peschiera.
In quel Reclusorio nacque l’idea della fondazione dell’Opera “Pro Prigionieri e
Internati” che poi ebbe sviluppo prodigioso nell’assistenza prestata a centinaia
di migliaia di poveri fratelli irriconoscibili, a mano a mano che rientravano
dai campi di concentramento della Germania e della Russia e passavano per il
C.A.R. (Centro Assistenza Rimpatriati) di Bolzano organizzato dall’Associazione
per l’Apostolato della Carità che proprio dal campo di dolore e morte ebbe vita.
Sull’apostolato svolto da Don Carlo, come Cappellano in guerra e in pace, ci
sarebbe da scrivere volumi; ci limiteremo alle adesioni di valori condottieri
che in questo fascicolo abbiamo pubblicato.
Verso la fine del ’47, l’Ecc.mo suo Vescovo, Mons. Oddo Bernacchia gli espresse
il desiderio che ritornasse in diocesi mentre l’Ecc.mo Ordinario Militare
avrebbe voluto nominarlo Cappellano Capo effettivo perché continuasse
l’apostolato tanto bene iniziato nel Reclusorio di Peschiera.
Obbedientissimo – come sempre – ai desideri del proprio Vescovo, Don Carlo
troncò l’attività di militare per ripigliare e intensificare l’attività
pastorale. Il Vescovo, difatti, lo volle Arciprete dell’Insigne Collegiata di S.
Maria Maggiore in Guglionesi (…).
L’8 dicembre 1947 Don Carlo, accompagnato dall’Ecc.mo suo Vescovo, prendeva
possesso della parrocchia. I fedeli preparati da un corso di predicazione,
accolsero con dimostrazioni indimenticabili l’inviato del Signore. I Rev.mi
Canonici della Collegiata, il Sindaco Avv. Ernico Carissimi, tutte le autorità
cittadine condivisero pienamente l’entusiasmo e l’aspettazione popolare. Don
Carlo baciò quella terra che già aveva bevuto il suo sudore sacerdotale. Col suo
coadiutore, Don Giacomo Sommavilla e con la veneranda Mamma Giulia che,
incurante dell’età avanzata e delle sofferenze, aveva voluto seguire il suo Don
Carlo, prese stanza in due o tre cellette del cadente ex-convento dei Cappuccini
a Castellara, in comune con carcere mandamentale.
La solenne Messa dell’Immacolata dell’8 dicembre di quell’anno, con discorso
programmatico che preannunziava un apostolato di Pace e Bene e con la
benedizione del Vescovo e di D. Giustino, segnava il “via” a molte tappe che
avrebbero impegnato tutte le energie del novello Pastore.” [pagg. 53-55].
[Fine prima parte]
Dall'alto: Don Carlo Maglia, Il Colonello Rosa alla
traslazione delle gloriose salme dei Caduti, il libro "Le Opere dell'Amore",
Iscrizione dell'8 dicembre 1947, ACLI sezione di Gugionesi, Stemma della
Collegiata S. Maria Maggiore di Guglionesi.