9/8/2005 ● Cultura
A Guglionesi torna la voce dell’organo
Nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Guglionesi si terrà il “concerto per celebrare il restauro dell'organo della parrocchiale di Santa Maria Maggiore”, tenuto dal maestro organista Antonio Colasurdo.
Originario di Morrone del Sannio (CB), Antonio Colasurdo ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica "L. Perosi" di Campobasso, dove si è diplomato in Organo e Composizione Organistica, con il massimo dei voti, sotto la guida del M° Italo Di Cioccio. Il maestro nell’occasione proporrà musiche di Rossi (1600-1656), Pasquini (1637-1710), Cimarosa (1749-1801), Savino M. (1978), Walond (1725-1770), James (?-1745), Haydn (1732-1809) e Colasurdo (1965).
L’organo restaurato è di gran pregio ed è stato costruito da Francesco D’Onofrio (monogramma intarsiato sul frontalino della tastiera) nel XVIII secolo. L'organo è racchiuso da una cassa addossata alla parete sul portale d'ingresso, su tribuna in muratura con parapetto mistilineo in legno di successiva collocazione. La mostra è barocca, piatta, color grigio chiaro con fregi lignei dorati.
Le canne di facciata sono in stagno, formanti tre cuspidi, con le bocche allineate e il labbro superiore a mitria. La tastiera è a scavezza in bosso ed ebano, la pedaliera in sesta, corta a leggio.
Il restauro ha riguardato il recupero completo del somiere maestro, della tastiera e dei mantici per la parte valve esterne. Le pieghe interne sono state invece ricostruite con legno di faggio a spessore 4 mm. poiché quelle esistenti erano completamente fatiscenti.
Sono stati in parte ricostruiti i condotti del vento non rintracciati ed anche il cavalletto con le stanghe per il funzionamento manuale dei mantici. Anche il crivello che trovammo completamente tarlato, tanto da sfarinarsi in mano, è stato ricostruito in legno di pioppo come all’origine.
La catenacciatura sia della tastiera che dei registri è stata risanata, trattata contro il tarlo, protetta nella parte lignea con impregnante ceroso, mentre i tondini in ferro sono stati disossidati e protetti con antiruggine.
Tutte le operazioni e gli interventi sono stati compiuti nel pieno rispetto delle metodologie originarie di costruzione, ed utilizzando esclusivamente metodi artigianali e materiali simili a quelli antichi.
Lo strumento è stato rimontato per prova in laboratorio per il controllo di tenuta dei somieri e una prima intonazione delle canne.
Successivamente è stato trasportato nella chiesa di Guglionesi e completamente rimontato.
Si è infine proceduto all’intonazione ed alla accordatura finale.
Il restauro è stato eseguito dalla “Fabbrica di organi a canne” del Comm. Arturo Pedrini di Giuliano Pedrini, di Binanuova (Cremona).
La cassa settecentesca dell’organo aveva già subito in passato vari interventi di restauro, distinguibili fra loro per la diversa metodologia e per le materie usate.
L’ultimo restauro conservativo ha eliminato tutte le sostanze estranee all’opera.
Il restauro è stato eseguito da Dario Carnicelli e figli, di Marruci di Pizzoli (L’Aquila)
Il finanziamento per il restauro dell’organo è stato intermante erogato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico del Molise.
L’evento culturale è stato organizzato dalla Parrocchia Santa Maria Maggiore di Guglionesi con il patrocinio del Comitato Festa Madonna del Carmine.