25/12/2008 ● Cultura
Addio Angiolino
Angiolino, anche tu ci hai lasciato. Non potevi scegliere giorno migliore per la tua dipartita.Oggi è la vigilia di Natale, il giorno in cui, secondo la nostra fede cristiana, il Verbo si è fatto carne per venire a redimerci dal peccato e riaprirci le porte del Paradiso. Si tratta forse di una bella favola che noi umani ci siamo inventati, ma è una favola indispensabile per dare un senso alla nostra esistenza. Ed è una favola, basata sul mistero che si accetta per fede, con una bella morale: quella di amare il prossimo come noi stessi, di operare il bene, di rispettare gli altri come vorremmo che esi ci rispettino. In questo incitamento alla bontà ed all’amore è da cercare il significato e l’attualità del Natale e della fede cristiana. L’eterno che si fa mortale per amore per redimere attraverso la sua morte lil genere umano. Sono convinto che hai riflettuto durante i lunghi mesi della tua malattia al mistero della fede. É la solitudine dell’uomo nei confronti del proprio destino l’argomento che abbiamo affrontato l’ultima volta che ci siamo visti. Eri dimagrito, ma conservavi un comportamento stoico verso la malattia che ti stava rodendo dentro e ti conduceva verso l’inevitabile trapasso da questo mondo.
Ti invio da lontano, da Montreal in una freddissima giornata d’inverno, mentre fuori tira forte la tramontana e si avvitano i mulinelli di fiocchi nel cielo, un ultimo abbraccio filiale. Alcuni anni fa, accolto a casa tua come ospite, all’alba, con lo splendido paesaggio delle isole Tremiti e del Gargano che si stagliavano dalla finestra, ebbi a dirti una verità che confermo. Se noi potessimo scegliere i nostri genitori, io ti avrei scelto come padre. Perchè? Perchè vedevo in te le qualità che come persona ammiro nell’uomo: l’onestà,la generosità,la bontà. E sommo fu il mio piacere quando mi rispondesti che se anche tu avessi potuto sceglierti un figlio, avresti scelto qualcuno che rassomigliava a me per le stesse, identiche ragioni. C’è stata tra di noi una 'corrispondenza d’amorosi affetti’, in senso spirituale, per dirla col Foscolo.
L’esistenza biologica di un essere umano è un breve percorso, - nel tuo caso durato quattro volte venti anni - tra I’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo. Il valore della vita umana si differenzia, diceva Pico della Mirandola, da quella delle altre specie che con noi umani vivono sul piccolo pianeta blu chiamato Terra, perchè noi siamo una ‘copula’ tra il diavolo e l'angelo, tra il mortale ed il divino, tra l’effimero e l’eterno.E la nostra vita acquista significato a seconda del nostro comportamento. Essa srèa diabolica se scegliamo le tentazioni, angelica se scegliamo la rettitudine e la bontà. Ecco perchè abbiamo due nature, una terrena terrena ed una divina. La vita dell’uomo è il costante conflitto nel tempo per trovare l’ equilibrio tra le tentazioni, spesso irresistibili, dell’effimero e la rettitudine imposta dalla coscienza dei silenzi eterni degli spazi infiniti.Abbiamo discusso di queste cose spesso, bevendo insieme del tuo vino di cui eri stimato produttore e grande intenditore. E, scherzando, alzando un pò il gomito ti citavo il Parini che diceva che la felicità consiste in ‘ parca mensa ed eletti amici’.
Avresti potuto benissimo infischiartene del mondo. Avevi i mezzi per vivere di rendita, amministrando semplicemente i tuoi beni.Invece di essere semplicemente un raffinato, nobile country gentleman, hai scelto anche l’agone politico, l’impegno sociale. La tua bontà è stata spesso fraintesa. I ‘piaceri’ che facevi alla gente quando sei stato eletto sindaco del nostro Collis Nisii, erano motivati dalla coscienza del loro bisogno. ‘ É un povero cristo che ne ha veramente bisogno’, dicevi spesso. E c’è chi ne ha approfittato.
Il tuo cruccio, specialmente negli ultimi anni, è stato di non essere riuscito a formare una famiglia. 'Ma, mi rivelasti un giorno, la comunità tutta è la mia famiglia.' Che dire delle tante incomprensioni e dell’ingratitudine della gente?‘ Fanno parte della natura umana, mi spiegavi’. Hai avuto nemici, ma anche tanti, tanti amici, ed io mi onore di esserlo stato fin dalla mia tenera età. E non solo a Guglionesi. A Montreal,deve vive unÈaltra Guglionesi, i paesani quando parlano ‘du sénec’ hanno te, il tuo nome, come punto di riferimento.E sei venuto a trovarci diverse volte ed hai espresso, commosso, il tuo compiacimento nel renderti conto che i tanti paesani che il bisogno aveva spinto a lasciare la dolce collina coperta di ulivi dirimpetto al mare, si erano inseriti bene nella nuova patria. Sei stato accolto tra di noi come il gentleman che sei sempre stato e che rimarrai per sempre e mi faccio portavoce del cordoglio profondamente sentito dalla comunità guglionesana di Montreal che si raggruppa nell’Associazione Usconium.
La prossima volta che tornerò sul Colle di Nisio farò due cose: prima di tutto verrò a salutarti al cimitero, e reciterò toccando la tua immagine, il verso ‘solo chi non lascia eredità di affetti, poco cura ha dell’urna’ ( di nuovo Foscolo de I Sepolcri) e ti dirò: ‘Ha lasciato tanta eredità di affetto nel mio cuore.’ E so che dall’alto, tu ’ Mr Sorriso’, mi sorriderai nel sentirsi fare questa testimonianza. Poi andrò a Castellara e toccherò la pietra grezza scelta insieme nelle cave di Guardialfiera sul quale è affissa la targa in bronzo che commemora il ritorno al paese di tanti guglionesani per festeggiare il Santo Patrono Adamo. E solo così la mia tristezza per tua assenza sarà accettabile.
Sto scrivendo queste parole la vigilia di Natale, all’ora in cui tutte le famiglie si sono riunite per festeggiare l’avvento del Redentore.Ti auguro di incontrarLo nel corso del tuo viaggio sidereo, di salutarLo e di sorriderGli, come solo tu sai fare. Sono certo che ti dirà: ‘Va, Angiolino, tra i cori angelici’.