24/4/2025 ● Cultura
«Una certa impronta della scienza divina», il libro di Antonio Sabetta
Dal 25 aprile in tutte le librerie la novità editoriale di
Antonio Sabetta: «Una certa impronta della scienza divina» Sul senso della
teologia in san Tommaso d’Aquino tra rivelazione, fede e ragione.
In un tempo in cui la teologia sembra fare molta fatica per legittimarsi
all’interno della vita di fede e nel contesto culturale contemporaneo (dove
spesso risuona il monito heideggeriano per cui o si pensa o si crede), può
sembrare paradossale ritornare ad interrogarsi sul senso della teologia in un
autore certo esemplare come Tommaso d’Aquino, ma collocato in un tempo e dentro
una sensibilità profondamente diversa da quella odierna. In realtà la lettura
attenta e certamente contestualizzata dall’ardita riflessione di san Tommaso,
evidenza la straordinaria attualità e per certi versi profeticità del suo modo
di intendere la teologia. Quest’ultima, infatti, senza rinunciare ad essere
rigoroso esercizio speculativo, si nutre della Sacra Scrittura come del suo
fondamento (si può affermare che la teologia di Tommaso è intrinsecamente
biblica) e si mette a disposizione della predicazione, e dell’annuncio della
fede. Se da un lato è vero, come ripete Tommaso, che una vecchietta ne sa più di
tutti i filosofi quanto a Dio e alla salvezza, proprio l’interrogare radicale
sul senso delle cose, il desiderio d’infinito che ci definisce, muovono verso
una considerazione della teologia in senso storico-salvifico, poiché in essa si
mette in gioco il “cuore inquieto” che desidera conoscere compiutamente quel Dio
che può essere davvero conosciuto solo nella misura in cui si rivela, pur
rimanendo sempre al di là di quello che possiamo dire di Lui, tanto che la
nostra conoscenza è solo “impronta” che rimanda ma non esaurisce la realtà
dell’oggetto che la determina. La teologia, dunque, come cammino mai compiuto a
partire da quanto Dio ci ha rivelato, in cui la ricerca della verità dell’uomo e
lo strumento di cui ci si serve, la ragione, non vengono mortificati ma assunti
come un presupposto necessario da cui non è mai possibile congedarsi. Partendo
dall’analisi e dal commento della prima questione della Summa Theologiae,
del Prologo del Commento alle Sentenze del Lombardo e del Commento al De
Trinitate di Boezio, grazie in particolare alla riflessione di Tommaso contenuta
nei suoi commentari biblici, il volume offre una ricognizione approfondita sul
senso della teologia, in particolare sul rapporto tra fede e ragione, sulla
natura speculativa e argomentativa del sapere teologico, sulla dimensione
soprattutto esistenziale e salvifica della rivelazione.
L’AUTORE
Antonio Sabetta, dottore in teologia e filosofia ha insegnato teologia
fondamentale per quasi un ventennio nella Pontificia Università Lateranense.
Attualmente insegna Introduzione alla Teologia e Teologia Fondamentale
presso l'Istituto Teologico Abruzzese-Molisano di Chieti. Studioso del pensiero
moderno, in particolare di G. Vico e della storia dell'apologetica moderna, si
occupa di tematiche di confine come fede e ragione, l'esistenza di Dio, la
cristologia filosofica. Ha inoltre pubblicato in prima edizione italiana testi
di Martin Lutero sul sacramento dell'altare (la Confessione sulla cena di
Cristo [2019] e la raccolta Il nostro più grande tesoro [2023]).
Tra le sue monografie ricordiamo Giambattista Vico. Metafisica e storia
(2012), La cristologia filosofica nell'orizzonte della modernità (2015),
Rivelazione (2016), Un'idea di teologia fondamentale tra storia e
modelli (2017), L'inquietudine e la grazia (2022)
Collana: Teologia | Formato: 15x21 | Pagine: 192
Prezzo: € 19,00 | ISBN: 979-12-5627-083-5
Per informazioni: t. 041 27.43.914
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