BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


16/5/2024 ● Eventi

Salone internazionale del Libro 2024, reportage 9 maggio: incontro con Chiara Sardelli

Il Salone del Libro è anche questo, un incontro di anime.

  Giorgio Senese ● 222


Chiara
Torino 09 Maggio 2024
Il volo di Icaro

Il piazzale antistante il Lingotto è davvero enorme ed è diviso in due parti.
La parte più vicina alla metro, è terra di nessuno, dove la gente dà sfogo all’anarchia insita nel DNA del nostro popolo, che sia del sud o del nord.
Quella addossata ai cancelli d’ingresso è farcita di transenne blu elettrico.
I ragazzi addetti all’organizzazione sono in pochi, hanno sottostimato l’entità del numero dei visitatori.
Cercano invano di formare e condurre una fila che sia ordinata e che pian piano s’incanali nello stretto varco che porta alla zona transennata che, zigzagando, ci conduce come pecore ai cancelli, dove controllano gli zaini e i biglietti, prima di consentire l’accesso.
Io sono parte integrante di questa moltitudine umana che, come dannati danteschi, muovono all’unisono brevissimi passi, con il capo chino a guardarsi la punta delle scarpe.
La testa del serpentone penetra con estrema lentezza nel budello delle transenne, ma possiede una lunghissima coda che ripiega su se stessa innumerevoli volte e che di tanto in tanto si ramifica, aggredita da tante code “corsare” che con forza, cercano d’intrufolarsi e fondersi alla coda madre.
Nei punti di contatto e intersezioni si sprigionano scintille, gli animi sono esasperati e c’è chi vuole fare il furbo ai danni di chi con diligenza, è in coda da qualche tempo.
L’attesa è lunga e penosa, il sole impietoso picchia duro.
Ho impiegato circa due ore per arrivare ai cancelli.
È in questa situazione che l’incontro e facciamo conoscenza.
Io ho il biglietto tipo “Abbonamento” lei quello di “Autrice”, mi chiede lumi su quale cancello recarsi.
Le indico il cartellone sopra il varco giusto, è accanto al mio, il suo biglietto suscita la mia curiosità.
Mi presento, lo fa anche lei e prendiamo a chiacchierare.
Si chiama Chiara Sardelli ed è di Firenze, una saggista, scrittrice e poetessa.
È sulla settantina e si capisce subito che è una donna di grande cultura.
Liceo classico e Laurea in giurisprudenza, dice di essere da sempre una divoratrice di libri in maniera onnivora e che ama in modo particolare il genere gotico e di fantascientifico.
Ora però, si sta dedicando in modo particolare alla poesia di cui sente il richiamo.
Le parlo del contratto che dovrei firmare per pubblicare il mio primo romanzo, mi chiede se scrivo i miei racconti in maniera distopica o se sono di quelli che preferiscono i romanzi ucronici.
Io rispondo “mi piace inserire le mie storie inventate in situazioni storiche reali, amo il medioevo”, ma poi mi faccio piccolo e confesso la mia ignoranza.
Lei mi spiega le differenze ed io prendo appunti mentali, mi riprometto di approfondire una volta a casa.
La sua presenza al Salone è dovuta al fatto che da autrice, espone il suo ultimo libro di poesie, “Il volo di Icaro”, con la casa editrice Tabula Fati.
Anche se per lei non è la prima volta, è visibilmente agitata.
Deve fare la presentazione e l’intervista alla stampa, la cosa le procura un po' di ansia.
È di carattere schivo non troppo incline a rilasciare interviste.
Per le due ore di fila ci facciamo compagnia.
Scopro che è stata dirigente di Poste Italiane fino ai primi anni del 2000, quando è cominciata la risalita dell’ente, dopo il disastro finanziario che l’aveva portato a indebitarsi.
Conosce incredibilmente Termoli, dove ha ricoperto compiti decisionali nell’ambito delle risorse umane, prima di andare in pensione. Di Guglionesi non sa nulla.
Una volta varcate le porte del Salone, ci salutiamo, ma lei insiste e mi fa promettere di raggiungerla al suo stand all’ora prestabilita.
“O che tu mi fa piacere se vieni!...io non so mica cosa mi aspetta!”
Mi dà i riferimenti, padiglione e numero di stand.
Io ho con me la piantina che mi son portato da casa e ci traccio su una croce.
“Scusa Chiara, ci siamo appena conosciuti e tu vuoi che venga alla tua presentazione?”
Con il suo indice riporta su gli occhiali che le scivolano sul naso, imperlato di sudore.
“I che ci vole per capire?...mi garba se tu vieni!”
Manca ancora un’ora e mezza.
Io come da programma studiato settimane prima, ho l’incontro con un “Mentalista” e ci vado spedito, ma me ne vengo via prima che finisce.
Arrivo allo stand e trovo lei seduta su una panca in un angolo dello stand allestito con fiori e drappi colorati.
Una copia del suo libro tra le mani giunte sul grembo.
I rappresentanti della casa editrice indaffarati, la telecamera a poca distanza dal viso e il fotografo che le svolazzava intorno a dispetto dell’età avanzata.
Mi fa segno di avermi visto, è tesa.
Prende a parlare e tra una domanda e l’altra mi cerca con lo sguardo.
Facendo di si con la testa, cerco di indirizzarle cenni d’approvazione come posso.
Una decina i minuti e finisce tutto, lei ora è rilassata e ci facciamo una foto insieme.
Il Salone del Libro è anche questo, un incontro di anime.
Ci siamo salutati con una stretta di mano e un sorriso, non bisogna mai dirsi addio.
Ciao Chiara!

Cartellone




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