16/5/2024 ● Eventi
Salone internazionale del Libro 2024, reportage 9 maggio: incontro con Chiara Sardelli
Chiara
Torino 09 Maggio 2024
Il volo di Icaro
Il piazzale antistante il Lingotto è davvero enorme ed è diviso in due parti.
La parte più vicina alla metro, è terra di nessuno, dove la gente dà sfogo
all’anarchia insita nel DNA del nostro popolo, che sia del sud o del nord.
Quella addossata ai cancelli d’ingresso è farcita di transenne blu elettrico.
I ragazzi addetti all’organizzazione sono in pochi, hanno sottostimato l’entità
del numero dei visitatori.
Cercano invano di formare e condurre una fila che sia ordinata e che pian piano
s’incanali nello stretto varco che porta alla zona transennata che, zigzagando,
ci conduce come pecore ai cancelli, dove controllano gli zaini e i biglietti,
prima di consentire l’accesso.
Io sono parte integrante di questa moltitudine umana che, come dannati
danteschi, muovono all’unisono brevissimi passi, con il capo chino a guardarsi
la punta delle scarpe.
La testa del serpentone penetra con estrema lentezza nel budello delle
transenne, ma possiede una lunghissima coda che ripiega su se stessa
innumerevoli volte e che di tanto in tanto si ramifica, aggredita da tante code
“corsare” che con forza, cercano d’intrufolarsi e fondersi alla coda madre.
Nei punti di contatto e intersezioni si sprigionano scintille, gli animi sono
esasperati e c’è chi vuole fare il furbo ai danni di chi con diligenza, è in
coda da qualche tempo.
L’attesa è lunga e penosa, il sole impietoso picchia duro.
Ho impiegato circa due ore per arrivare ai cancelli.
È in questa situazione che l’incontro e facciamo conoscenza.
Io ho il biglietto tipo “Abbonamento” lei quello di “Autrice”, mi chiede lumi su
quale cancello recarsi.
Le indico il cartellone sopra il varco giusto, è accanto al mio, il suo
biglietto suscita la mia curiosità.
Mi presento, lo fa anche lei e prendiamo a chiacchierare.
Si chiama Chiara Sardelli ed è di Firenze, una saggista, scrittrice e poetessa.
È sulla settantina e si capisce subito che è una donna di grande cultura.
Liceo classico e Laurea in giurisprudenza, dice di essere da sempre una
divoratrice di libri in maniera onnivora e che ama in modo particolare il genere
gotico e di fantascientifico.
Ora però, si sta dedicando in modo particolare alla poesia di cui sente il
richiamo.
Le parlo del contratto che dovrei firmare per pubblicare il mio primo romanzo,
mi chiede se scrivo i miei racconti in maniera distopica o se sono di quelli che
preferiscono i romanzi ucronici.
Io rispondo “mi piace inserire le mie storie inventate in situazioni storiche
reali, amo il medioevo”, ma poi mi faccio piccolo e confesso la mia ignoranza.
Lei mi spiega le differenze ed io prendo appunti mentali, mi riprometto di
approfondire una volta a casa.
La sua presenza al Salone è dovuta al fatto che da autrice, espone il suo ultimo
libro di poesie, “Il volo di Icaro”, con la casa editrice Tabula Fati.
Anche se per lei non è la prima volta, è visibilmente agitata.
Deve fare la presentazione e l’intervista alla stampa, la cosa le procura un po'
di ansia.
È di carattere schivo non troppo incline a rilasciare interviste.
Per le due ore di fila ci facciamo compagnia.
Scopro che è stata dirigente di Poste Italiane fino ai primi anni del 2000,
quando è cominciata la risalita dell’ente, dopo il disastro finanziario che
l’aveva portato a indebitarsi.
Conosce incredibilmente Termoli, dove ha ricoperto compiti decisionali
nell’ambito delle risorse umane, prima di andare in pensione. Di Guglionesi non
sa nulla.
Una volta varcate le porte del Salone, ci salutiamo, ma lei insiste e mi fa
promettere di raggiungerla al suo stand all’ora prestabilita.
“O che tu mi fa piacere se vieni!...io non so mica cosa mi aspetta!”
Mi dà i riferimenti, padiglione e numero di stand.
Io ho con me la piantina che mi son portato da casa e ci traccio su una croce.
“Scusa Chiara, ci siamo appena conosciuti e tu vuoi che venga alla tua
presentazione?”
Con il suo indice riporta su gli occhiali che le scivolano sul naso, imperlato
di sudore.
“I che ci vole per capire?...mi garba se tu vieni!”
Manca ancora un’ora e mezza.
Io come da programma studiato settimane prima, ho l’incontro con un “Mentalista”
e ci vado spedito, ma me ne vengo via prima che finisce.
Arrivo allo stand e trovo lei seduta su una panca in un angolo dello stand
allestito con fiori e drappi colorati.
Una copia del suo libro tra le mani giunte sul grembo.
I rappresentanti della casa editrice indaffarati, la telecamera a poca distanza
dal viso e il fotografo che le svolazzava intorno a dispetto dell’età avanzata.
Mi fa segno di avermi visto, è tesa.
Prende a parlare e tra una domanda e l’altra mi cerca con lo sguardo.
Facendo di si con la testa, cerco di indirizzarle cenni d’approvazione come
posso.
Una decina i minuti e finisce tutto, lei ora è rilassata e ci facciamo una foto
insieme.
Il Salone del Libro è anche questo, un incontro di anime.
Ci siamo salutati con una stretta di mano e un sorriso, non bisogna mai dirsi
addio.
Ciao Chiara!