14/5/2024 ● Eventi
Salone internazionale del Libro 2024, reportage 10 maggio: incontro con don Luigi Ciotti
DON LUIGI CIOTTI
Torino 10 Maggio 2024
UNIRE LA TERRA AL CIELO
Un dialogo su giovani, partecipazione e futuro
Don Luigi Ciotti, con Gruppo Abele e Libera, da sempre tiene in
dialogo fra loro tanti pezzi diversi della società a proposito di mafie,
dipendenze, ambiente, giovani e giustizia sociale.
Al momento di stringergli la mano mi ha guardato con i suoi occhi chiari e mi ha
sorriso dicendomi “Ciao come stai!”.
Sarebbe normale tra persone che si sono lasciate il giorno prima, se non fosse
stato che son passati trent’anni dall’ultima volta che ci siamo incontrati in
una comunità di recupero di Amelia.
Erano quelli gli anni in cui lui aveva scritto “Chi ha paura delle mele marce?”
e aveva già fondato il gruppo Abele per i giovani, droghe ed emarginazioni.
Ricordo che definiva se stesso un “cane da marciapiede” che annusa in ogni dove.
Non credo proprio si sia ricordato di me, ma questo è il suo modo di fare, di
essere vicino alla gente.
Oggi l’ho trovato parecchio invecchiato, “ma lo sono anch’io!” ho pensato subito
dopo.
L’aspetto dimesso e il fisico parecchio smagrito, lasciano subito la scena al
leone che vive dentro di sé, quando comincia a parlare con vice ferma e
accorata.
Elena Ciccarello della Edizioni Gruppo Abele e Lavialibera gli pone la domanda:
“Luigi, come vedi le nuove generazioni?”
Comincia subito con il dire che le nuove generazioni hanno orizzonti che vanno
ben oltre i confini nazionali.
Da quando sono partiti dei programmi di scambi culturali come l’Erasmus, sono
diventati cittadini del mondo.
Parlano le lingue e hanno tutti gli strumenti per incidere in ogni contesto
socioeconomico.
E’ di molto aumentato il livello di competizione che porta alla corsa
produttiva.
I giovani più fragili si ammalano di ansia, di depressione o di disturbi
alimentari.
Altri si ritirano dal mondo, come quelli che sono definiti “Hikikomori”.
Spariscono dalla scena pubblica per nascondersi dietro una tastiera, affidando
al web l’unica prova della loro esistenza al mondo.
Rispetto alla politica non hanno una coscienza di appartenenza a partiti
specifici, anche perché quei riferimenti sono ormai l’ombra di loro stessi.
Semplicemente non credono alla “classe politica corrotta e di bassa lega che
oggi ci governa”.
Evitano quindi di andare a votare e, “per un buon 50%, si tratta di giovani
cattolici che vanno a messa la domenica”.
E’ di fronte ad argomenti come l’ambiente piuttosto che i cambiamenti climatici
o le questioni etiche sullo sfruttamento del lavoro che riescono a far massa,
dimostrando una passione potente e prepotente. Quella propria della loro età.
“Io la vedo questa passione e voglia di fare”, dice don Luigi, e si riferisce ai
campi di volontariato organizzati nei terreni confiscati alle mafie e gestite da
Libera.
Noi anziani non dobbiamo giudicarli perchè i nostri occhi sono pregiudicati da
vecchie convinzioni, che nel loro caso non è possibile applicare.
Saranno loro stesse, i giovani, a trovare la strada per risolvere i tanti
problemi, perché il futuro sono loro e da sempre la forza rinnovatrice cammina
sulle loro gambe.
Noi anziani abbiamo il compito di accompagnarli e sostenerli con amore e
soprattutto “ascoltarli” perché hanno tanta rabbia e necessità di parlare, di
far capire le loro ragioni e le loro angosce più profonde.
Su altre questioni, come mettere su famiglia glissano, perché materialmente
vedono molta difficoltà a conciliare lavoro e maternità/paternità.
“Questa condizione è molto più accentuata al sud, dove i servizi alla
famiglia non esistono”.
La questione della bassa natalità si mischia con le questioni climatiche: da
poco tempo è stato coniato il termine “ecoansia” ovvero la poca volontà che
hanno alcuni giovani che reputano le battaglie per il cambiamento climatico,
sostanzialmente inutili.
Ciò che essi affermano è che sarebbe futile e soprattutto crudele mettere al
mondo una prole che sicuramente perirà per tutte le questioni (malattie,
cataclismi ecc.) legate all’inquinamento che attanaglia l’umanità e che sarà via
via sempre più incidente.
In quanto agli ospedali il suo è quasi un urlo “Cure, cure per tutti. Evitare
opere inutili come ponti che nessuno vuole e di cui nessuno sente la mancanza!
Usare il denaro pubblico per infrastrutture, scuole, asili e aiuti ai più
bisognosi!”.