15/3/2024 ● Cultura
L'eternità sotto "il balcone dell'amore"
Sotto il “balcone dell’amore”, per una promessa o per
rigenerare un’intesa, un’eternità avvolta dal tempo.
Le fonti archivistiche e le testimonianze architettoniche e urbanistiche del borgo storico
tramandano il matrimonio tra l’erudita duchessa Cosima Beatrice Antonia
Caracciolo (ultima erede della feudalità acquisita agli inizi del XVII
secolo da Giovan Battista Caracciolo) e Andrea d’Avalos di Vasto,
celebrato il 16 novembre 1725. Dal matrimonio nacque Carlo Cesare d’Avalos
(1727) che sposò Maria Teresa d’Avalos, a suggello del sodalizio
Settecentesco tra i casati da Guglionesi (duchi di Celenza) e di Vasto. I blasoni sul portale della
chiesa di San Felice in via Galterio, sotto il “balcone dell’amore”, dove emergono il leone
rampante (a sinistra, emblema del casato Caracciolo) e la torre (emblema
del casato d’Avalos), sussurrano ancora oggi il legame d'amore tra i rampolli, i quali nel
giorno delle nozze, secondo la tradizione locale, salutarono il popolo di
Guglionesi da quel balconcino della chiesa di San Felice.
La chiesa di San Felice martire in Guglionesi fu già cappella ducale dedicata ai
Santi Cosma e Damiano santi medici operativi gratuitamente nell’epoca romana,
gemelli e martiri sotto l'impero di Diocleziano, venerati al culto da tutte le
Chiese cristiane. Annessa urbanisticamente all'imponente palazzo Caracciolo-d'Avalos,
la chiesa è interessata da lavori di restauro.
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