27/11/2023 ● Lettera a fpw
Morte di Fra Angelo
L'eremo di Sant'Onofrio di Casacalenda, con uno scarno messaggio in perfetto
spirito francescano, ha dato la notizia della morte di Fra Angelo Iasenza.
Aveva 85 anni ed era malato da tempo ed è morto ieri all'ospedale di Bari , dove
era ricoverato.
La salma sosterà nella chiesa dell'Eremo questo pomeriggio e domani, 28 novembre
alle 10, 30 ci saranno i funerali presso la chiesa di Maria Santissima del
Carmine.
Ne scrivo perché Fra Angelo, è stato molto importante per tanti guglionesani, me
compreso.
I periodi di convivenza, studio e preghiera passati nell'eremo, sono scolpiti
nel mio cuore come, ne sono certo, lo sono anche nei cuori dei tanti che insieme
a me, lo hanno conosciuto.
L'eremo, quando era custodito da Fra Angelo e da Padre Teofilo, aveva ancora
tale vocazione.
Adesso, dopo essere stato chiuso in seguito al terremoto, è diventata una casa
di preghiera per i frati minori, con indirizzo più vocazionale.
Era luogo di romitaggio ma anche d'incontro e crescita di tante persone e
culture diverse.
Lì ho avuto modo d'incontrare tanti novizi che affrontavano il periodo di prova,
come anche il prete ortodosso che disegnava le icone nel silenzio della sua
cella.
Le ragazze di strada raccolte dalla polizia e ospitate in emergenza dai frati,
persone in fuga dalle tante guerre in africa e in particolare quella del 1994 in
cui c'è stato il genocidio del tutsi, al Padre Francesco che ci chiese aiuto
perché voleva comprare un camion per la sua comunità in Africa.
Ore passate in preghiera, in adorazione e in confessioni dolorose e al tempo
stesso liberatorie.
I lavori condivisi con i frati nell'orto, a spaccare legna o a cucinare il poco
che c'era in dispensa.
L'idea di Padre Teofilo che, in mancanza d'altro cucinò al forno i finocchi
annegati nel latte, è qualcosa che non dimenticherò mai, come la pratica di
abbrustolire il pane avanzato sul piano della stufa, per il giorno dopo. In modo
che non ammuffisse e niente andasse sprecato.
Perché era del niente che vivevano se non di quello che la provvidenza gli
concedeva.
Ho visto contadini, pastori e gente umile venire al convento a offrire le cose
necessarie alla sopravvivenza dei frati che all'epoca erano solo due
e...fratelli di sangue tra di loro, nel senso che avevano avuto la stessa mamma.
Un luogo unico dove si respirava la sacralità e l'umiltà della scelta
francescana più vera e radicale.
Non voglio e non posso dilungarmi ulteriormente, anche perché sto rubando tempo
al mio lavoro e spero di non fare troppi errori ortografici.
Ma ci tenevo a dare l'informazione perché chiunque vuole, possa andare a dargli
un ultimo saluto.
Immagino che Fra Angelo, con la sua leggerezza e il sorriso fanciullesco,
accolga tutti noi, ancora una volta, abbracciandoci forte.