15/8/2023 ● Cultura
Scie di Bellezza nell'arte
Nel giorno del 15 di agosto, giornata cristiana dell’Assunzione della
Vergine Maria, la chiesa madre di Guglionesi si offre alla comunità dei
fedeli, dei turisti o dei curiosi, con la doppia esposizione
dell’iconografia mariana nella gloria verso l’Incoronazione della Madre di Dio.
Oltre l’artistica pala dell’altare maggiore nella versione manierista dell’Assunzione
della Vergine ("Assumpta Est Maria in Coelum", l'eco del cartiglio
nella cimasa d'altare), probabile opera della bottega di Marco Pino da Siena,
commissionata nel 1572 dal Vescovo di Termoli mons. Cesare Ferrante o
Ferranzio (teologo nell’ultima sessione del Concilio di Trento), nel
giorno del 15 agosto il presbiterio settecentesco accoglie anche l’esposizione
dell’icona dell’Assunzione di Michele Greco di Valona, opera
datata all'anno 1505, oltretutto ritenuta “miracolosa” dal popolo dei fedeli
guglionesani, tanto da essere incorniciata, nell’anno 1724, per i solenni riti
religiosi e processionali – fino a qualche secolo fa la festa dell’Assunta
a Guglionesi formulava la massima espressione di partecipazione alla devozione
mariana –, nell’artistica cornice in argento, donata dal Vescovo di Termoli,
mons. Salvatore d’Aloisi (ultimo dei dieci vescovi di Termoli sepolti, tra
il XVI e il XVIII secolo, nella chiesa di temporanea "cattedra diocesana" a
Guglionesi) e realizzata dalla bottega d’arte napoletana di Andrea de Blasio.
Non sono opere d'arte sacra soltanto dal profondo respiro mistico e spirituale, poiché la classica
iconografia risulta, in entrambe le interpretazioni, scenograficamente
arricchita dell'incredulità di San Tommaso (che interpreta la
testimonianza di fede nella raccolta della sacra cintola della Madonna,
reliquia venerata nell'omonima basilica mariana di Prato in Toscana) nell'icona di Michele Greco,
mentre l'elevazione episcopale di mons. Cesare Ferrante da Sessa Aurunca, sotto
il pontificato di San Pio V, appare storicizzare la pala d'altare
dedicata dal prelato all'Assunzione di Maria, opera attribuita all'ambito
della bottega del pittore senese, e donata per il rinnovo artistico della
chiesa madre di Guglionesi in stile con i canoni dottrinali del Concilio
tridentino. L'autoritratto del teologo Cesare Ferrante comparirebbe nella
posizione centrale tra i presbiteri aggiunti alla scena sacra, quale segno di
culto mariano.
Culturalmente rare sono le piccole comunità in grado di esporre al culto (senza
quel dovuto isolamento nella musealizzazione dei beni patrimoniali a
vocazione cultuale) due opere pressoché integre e risalenti al fermento
artistico del Cinquecento, l'una sfondo dell'altra nel giorno del 15 di
agosto come custodia dell'identità generazionale.
Un patrimonio storico, artistico e culturale che, oltre la testimonianza della secolare fede cristiana, è preservato nel luogo più protetto del
borgo antico di Guglionesi (con libero accesso), nella sua antica Collegiata
dedicata alla Santissima Maria Vergine e alla sua gloriosa Assunzione in
Cielo.
E anche lì, con o senza una preghiera, lo sguardo tra il cielo e la terra,
immerso nei colori, nelle sagome e nelle penombre, mentre avvolge di tenerezza
orante
l’abbraccio di una madre riflette il vagare dei giorni.