3/8/2023 ● Agricoltura
È ora di cambiare rotta sul pensiero e modo di vivere del Genere Umano
La vita odierna, si vuole per limiti , contraddizioni, crisi economica o
cambiamenti sta rendendo l'essere umano una bestia feroce che pur di
salvaguardare i propri interessi o davanti a qualche problema, diventa violento
al punto tale di diventare animale dominato dall'istinto arcaico e non essere
una nobile creatura forte della sua capacità intellettiva di interazione
sociale.
Principio che porta a pensare che l'uomo è più dominato dall'istinto e non
dall'intelletto; e a far sì di avere, sottomettere, comandare, alias "Mors tua
vita mea", pronunciato dai gladiatori quando si apprestavano ad entrare
nell'arena, una lotta per l'esistenza non solo economica ma di superiorità.
Dovrebbe essere inconcepibile oggi, ma invece è ancora così. C'è chi sfrutta,
egoisticamente, per il proprio egocentrismo il lavoro, il sudore, la sofferenza
dei tantissimi che soffrono e vivono di stenti.
Il neoliberismo globalizzato ha portato a far sì che ciò si compiesse ed i
danni, sarebbe inutile negarlo, sconvolgenti sono evidenti anche in quelle
nazioni occidentali europee, prima benestanti, dove "pensavano"(?) che sarebbero
stati "loro" a dirigere, imporre, proporre le loro idee invece di subirle. Ahimè
hanno fatto i conti senza l'oste. Assisteremo, in assenza di cambiamenti, a
sconvolgimenti epocali in peggio e verseremo nei prossimi anni lacrime e sangue;
la Grecia per sua sfortuna ha fatto da capofila.
La classe media ormai tende sempre più verso il basso a causa degli
sconvolgimenti economici portati dalla globalizzazione quali la mancanza del
lavoro per chiusura o delocalizzazione delle aziende, personale sottopagato,
derrate agricole pagate a prezzi di sottocosto. I poveri se non poverissimi
aumentano sempre di più, Milano come Roma, Torino o Campobasso non fa
differenza. Caritas diocesane o le tante altre associazioni benefiche che si
prodigano ne sono testimonianza della grave crisi e che giorno dopo giorno
vedono aumentare sempre più le richieste di persone che chiedono di poter avere
un piatto caldo o un giaciglio dove dormire. L' essere umano dovrebbe
riflettere. Non è più ammissibile che possa continuare questo stillicidio.
In questa epoca così complessa, quasi priva di princìpi valoriali, basati più
sull'avere che sull'essere, sull'ansia di prestazioni, dell'avere sempre più, di
dimostrare all'amico, al famigliare le proprie qualità manageriali e quindi
possedere imbarcazioni di lusso, ville al mare ed in montagna, aerei, auto
lussuose, etc. ha fatto sì di " impoverire" la mente umana al punto tale da
intorpidirla dei veri valori e allo stesso tempo incattivirla.
La soluzione per rendere, è il caso proprio di dirlo, la vita su questo nostro
pianeta vivibile ed Esseri Umani degni di essere chiamati tali potrebbe essere:
- L'educazione e la cultura utili a cambiare il suo modo di pensare e quindi di
riflettere ed agire;
- Ridurre le diseguaglianze economiche e sociali per attenuare i conflitti, gli
sfruttamenti (alias colonizzazioni);
-La coerenza, il senso di responsabilità e la correttezza politica
nell'interesse del Bene Comune e non del singolo.
Un personaggio, politico di qualche decennio addietro, davvero "sui generis",
sicuramente strano per tantissimi politici europei e non, che ha cercato di fare
questo cambiamento è l'ex presidente dell'Uruguay, Josè Mujica.
Coerente con le sue idee, donava il 90% del suo stipendio, da presidente, in
beneficenza e oggi vive in una piccola fattoria con una sola camera da letto,
insieme alla moglie ed ai suoi cani.
La sua filosofia spinge a riflettere sui principi di libertà sociale,
solidarietà e rispetto per gli altri, qualunque essi siano, e quindi ad una
reale volontà di cambiamento dell'odierno modo di vivere. E questo, sia ben
inteso, a vantaggio della intera Umanità.
Alcuni suoi pensieri che potrebbero essere presi da esempio dagli attuali
governanti del pianeta.
SUL MATERIALISMO
" Abbiamo sacrificato i vecchi "Dei materiali" e ora stiamo occupando il tempo
del "Dio-Mercato". Lui organizza la nostra economia, la nostra politica, le
nostre abitudini e ci fornisce mutui e carte di credito che ci danno
un'apparente felicità".
SUL CONSUMO GLOBALE
"Oggi possiamo riciclare qualunque cosa. Se vivessimo in maniera saggia, essendo
prudenti, i 7 miliardi di persone nel mondo potrebbero avere tutto ciò di cui
hanno bisogno. Le politiche globali dovrebbero muoversi in questa direzione. Ma
pensiamo come individui e come Stati; non come specie".
SULLA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA
" Le imprese vogliono solo aumentare i loro profitti, è compito del governo fare
in modo che distribuiscano parte di quei profitti, così che i lavoratori abbiano
i soldi per comprare beni che producono. Non è un mistero - meno povertà
significa più commercio - l'investimento più importante è in risorse umane".
Non è più accettabile assistere, come rassegnati, a conflitti, a crisi
migratorie, a migranti deportati perché è di questo che si tratta. Un esempio su
tutti sono le scene strazianti di pochi giorni addietro, di una donna
abbracciata alla figlioletta ammazzate e non morte dalla sete, dalla fame, dal
caldo. Come ci comporteremmo se succedesse ad uno dei nostri cari? Sono queste
immagini che non possono e non devono farci restare inermi. Per questo
cambiamento ognuno dovrebbe dare il proprio attivo contributo.
Due considerazioni.
La prima. La cultura è fatta dai valori che noi applichiamo nella vita
quotidiana. Questo fa parte della costruzione di una società migliore. Bisogna
scegliere le persone dal
Cuore grande e dal portafoglio piccolo. Un popolo acculturato è un popolo libero
in una nazione democratica. Bisogna tendere affinché ciò si compia.
La seconda. Il problema è che viviamo in un mondo dove la stupidità è ascoltata,
l'intelligenza è ignorata e l'educazione è passata di moda.
Non è più concepibile proseguire su questa strada impostaci.
È quindi giunto il momento di riappropriarci del sostanziale e non dell'effimero
per ritornare ad avere e vivere quella felicità vera di cui l'Essere Umano degno
di questo nome ha di bisogno.
Giorgio Scarlato