31/7/2023 ● Eventi
“Ed io che sono?” , la XVI mostra diocesana a Termoli
Casa Museo Stephanus - Ex Palazzo Vescovile in Termoli dall’1 al 26 agosto
2023 – apertura primo agosto alle 21 con breve presentazione e visita guidata
La mostra d’arte, promossa dalla Diocesi di Termoli-Larino e sostenuta dalla
Commissione Cultura nell’ambito del Centro Pastorale per la promozione della
Cultura e dei Dialoghi e dal Museo Diocesano, insieme alle Associazioni “Pietrangolare”,
“MoliseWow” e al Centro culturale “Il Circolo dei Lazzari”, è diventata un
consueto ed atteso appuntamento culturale dell’estate termolese e non solo, ed è
giunta alla XVI edizione. Lo scorso anno si è tenuta la mostra dal titolo:
“Sponde [e Corrispondenze]”, dove l’immagine centrale era “Il viandante sul mare
di nebbia” del pittore tedesco Caspar David Friedrich, che riportava alla mente
l’immagine di Papa Francesco in occasione del momento straordinario di preghiera
tenuto in piazza San Pietro con lo scopo di invocare la fine della pandemia.
Quest’anno una gradita e speciale collaborazione con “The William G. Congdon
Foundation” ha permesso di portare in mostra un’opera di William G. Congdon,
oltre ai pannelli che raccontano la sua vita, l’esperienza fatta nella seconda
guerra mondiale e il suo percorso artistico.
In uno scritto di qualche anno fa, come se un sottile filo legasse le tematiche
trattate lo scorso anno, dal titolo - La vita della nebbia - il pittore
americano scrive: “Io sono tutti i quadri che ho dipinto in tutta la mia vita;
se messi insieme equivalgono all’UNO che io sono e continua – L’oggetto deve
morire e la morte di qua diventa la vita della nebbia … la nebbia rivela l’uomo
che soffre, che costruisce, che passa dentro, che lo si veda, che non lo si
veda”.
Partendo dalla domanda sul senso della vita: “Ed io che sono?”, riportata nel
“Canto Notturno di un pastore errante dell’Asia” di Giacomo Leopardi, nasce il
tentativo di realizzare una mostra a tema con il desiderio di rappresentare il
drammatico momento storico che stiamo vivendo: i conflitti tra molteplici
Nazioni, come quello tra l’Ucraina e la Russia, che vedono tutti coinvolti in
prima persona. La storia dell’Arte è una disciplina che permette certamente di
conoscere le opere e gli artisti, ma grazie ad essa si ha la possibilità di
entrare in rapporto con l’umanità degli artisti, con il loro aver fatto i conti
con il senso della vita, con la sete di verità, felicità, giustizia, con il
dramma del dolore e della morte.
William Congdon è un’artista dotato di un grande slancio ideale che gli ha
permesso, attraverso il disegno e la pittura, di diventare testimone
dell’“incommensurabile mistero della vita e della morte” e di scoprire l’umano
“nella sua dimensione di dolore e di domanda”. Tutto ciò gli è stato possibile
per aver vissuto in prima persona il dramma della seconda guerra mondiale, come
autista volontario di ambulanze nell’American Field Service al seguito
dell’esercito americano, prestando assistenza anche in Molise, e dopo essersi
convertito, nel 1959, alla fede cattolica. Il nostro mondo sta andando, sempre
di più, verso il materialismo assoluto, che prevede una visione in cui non c’è
spazio per nulla, se non per i rapporti di forza.
Il tentativo della mostra è, proprio per questo motivo, quello di comprendere,
attraverso l’opera di William Congdon, Vincenzo Mascia e Sara Pellegrini, che è
necessario ridestare l’identità di tutti gli uomini in vista di un fattore
comune al loro destino.
La mostra, condivisa e incoraggiata dal vescovo, mons. Gianfranco De Luca, sarà
visitabile dal 1 agosto al 26 agosto 2023 al primo piano della Casa Museo
Stephanus di Termoli in piazza Duomo, dalle ore 21.00 alle ore 23.00 con
ingresso libero.
L’ 1 agosto alle ore 21.00, in occasione dell’apertura della mostra, ci sarà una
breve presentazione con visita guidata.
Sarà articolata in due sezioni: la prima dedicata all’opera di W. Congdon -
“Crocefisso 41” - sarà ospitata nella cappellina ottagonale della casa museo e
posizionata sull’antico altare; la seconda dedicata alle opere di due artisti
molisani, posizionate nella terza sala della casa museo. Gli artisti invitati a
partecipare sono: Vincenzo Mascia e Sara Pellegrini, che avranno sempre come
tema fondante quello della guerra e della domanda di senso sulla vita degli
uomini.
Vincenzo Mascia nato a Santa Croce di Magliano 1957, è architetto, artista e
designer. Le sue opere sono presenti in istituzioni museali quali: il Museo MADI
di Dallas (U.S.A.), il Museo de La Plata (Argentina), il Museo MADI di Sobral
(Brasile), la Pinacoteca di Casacalenda, il SACROCAM di Santa Croce di Magliano,
il Museo Civico di San Martino di Lupari, il Museo MAGI ‘900 di Pieve di Cento,
il Museo MAGA di Gallarate, il Museo Civico di Parete, il Museo Civico di Vibo
Valenzia, il Museo Civico di Praia a Mare, il Museo MADI della Candelaria
(Argentina), il Museo del Parco di Portofino, il Museo outdoor di Sorrento. Ha
studiato architettura alla Sapienza di Roma. Allievo di Filiberto Menna, dopo
una prima fase concettuale, nel 1996 per tramite di Anna Canali, direttrice
della Galleria Arte Struktura di Milano, aderisce al MADI, movimento
internazionale, fondato nel 1946 a Buenos Aires da Carmelo Arden Quin,
riconducibile alla ricerca artistica non figurativa attraverso forme non
espressive, non rappresentative e non simboliche.
Sara Pellegrini nata a Termoli 1974, riceve la sua prima formazione artistica
presso il locale Liceo Artistico. Terminato questo ciclo di studi si iscrive
all'Accademia di Belle Arti di Napoli dove frequenta il corso di Scultura,
tenuto dal maestro Augusto Perez, dal quale apprende una personalissima
sensibilità nei confronti della materia più che della forma scultorea, che la
porterà gradualmente ad abbandonare il soggetto realistico in favore
dell’astrazione, una ricerca sulla materia di cui l’artista non potrà fare più a
meno.
Il desiderio di ampliare gli studi accademici la porta a frequentare il corso di
Architettura e Arti per la Liturgia presso il Pontificio Ateneo di S. Anselmo di
Roma. Queste nuove competenze le consentono di dedicarsi alla realizzazione di
grandi opere per il culto, una opportunità questa che le consentirà di portare
opere contemporanee all’interno dei luoghi di culto religioso, quali
un’imponente vetrata della Chiesa di Santa Maria Assunta di Viareggio e i
complessi pittorici per luoghi di culto di San Castrese e Montragone. Nel 2021
realizza una monumentale Ascensione interamente composta di silicio per il
presbiterio della Chiesa Mater Misericordiae a Montenero di Bisaccia.
Nel 2001, con l’opera “Blu”, viene invitata a partecipare al prestigioso Premio
Nazionale di Pittura dell’Accademia di San Luca di Roma, inaugurando una felice
successione di mostre personali, tra queste una a cura di Leo Strozzieri con
introduzione di Achille Pace, presso la Galleria Civica d’Arte Contemporanea di
Termoli, con l’acquisizione dell’opera “Verticale in Bianco”, oggi parte della
collezione permanente del MACTE di Termoli. Nel 2012 inaugura presso l’Aurum di
Pescara un’amplissima mostra personale a cura di Chiara Strozzieri, ospitata
all’interno del Braccio D’Annunzio con più di cento opere.
Numerose sono le partecipazioni a rassegne d’arte contemporanea, tra queste il
prestigioso Premio Termoli e il XXXVIII Premio Sulmona, in occasione del quale
riceve una menzione speciale della giuria per l’opera “Nero”. Sulla sua opera
hanno scritto, tra gli altri, Antonio Canova, Antonio Picariello, Achille Pace,
Raffaele Nigro, Leo Strozzieri, Rocco Zani.
Sara Pellegrini vive e opere nella sua città natale dove da oltre venticinque
anni tiene il suo studio nel cuore del borgo antico.
William G. Congdon nasce nel 1912 a Providence (Rhode Island) in una facoltosa
famiglia di industriali. Studia scultura verso la fine degli anni Trenta con
Henry Hensche e George Demetrios.
Con l'entrata in guerra degli U.S.A, Congdon si arruola nell'American Field
Service e da volontario partecipa come conducente di ambulanze delle truppe
americane che entrano nel 1943 nel campo di concentramento di Bergen Belsen.
L'orrore a cui assiste lo colpisce profondamente e cambia il corso della sua
vita. Dopo la guerra inizia la sua carriera di pittore e a New York, nel '48 si
tiene la prima personale alla Betty Parsons Gallery dove esporrà nei successivi
15 anni successivi con il gruppo dell'Action Painting: Jackson Pollock, Willem
De Kooning, Franz Kline e Mark Rothko.
Dal 1950 conduce una esistenza da expatriate, vivendo per la maggior parte del
tempo a Venezia e compiendo numerosi viaggi: in Oriente, in Grecia, in India,
nel nord Africa e in America Latina. Questo peregrinare diventa la principale
fonte di ispirazione per la sua pittura. Ottiene un notevole successo di mercato
e di pubblico proprio verso la metà degli anni Cinquanta, esponendo in numerose
e rassegne dell'arte americana, e le sue opere sono acquistate dai maggiori
musei degli Stati Uniti. Stringe amicizia con Peggy Guggenheim e con Igor
Stravinsky.
Una profonda crisi spirituale lo porta a convertirsi al cattolicesimo e ad
allontanarsi poco per volta dalla scena pubblica.
Negli anni Ottanta si traferisce in un monastero-cascina nella Bassa milanese.
Qui inizia una nuova stagione creativa, ispirata alla terra e ai campi
circostanti, che vede un profondo rinnovamento del suo linguaggio figurativo. La
sua attività si interrompe solo pochi giorni prima della morte avvenuta il 15
aprile del 1998.
“Voi siete chiamati a diventare artigiani e costruttori della casa comune,
una casa comune che sta andando in rovina”.
-Papa Francesco-