29/11/2022 ● Poesia
Sirventese Cileno
Sirventese Cileno
a Pablo Neruda
I
Neruda, con Lorca ed Hernandez,
intoni un canto di libertà
per i tuoi indomiti indios.
E' malinconia d’esilio
con il profondo Machado,
è rispetto per la vita
con l’ombroso Unamuno.
II
Il tuo ultimo sirventese,
con il piede yankee sul cuore,
è filo di voce, nota di piffero,
raggio di luce spenta
nei barrios di Santiago,
su libere cime e tra gole scoscese
delle Ande, tra le dune dell’Atacama
e nello stretto di Magellano.
III
Cibernetici tecnocrati
e fautori dell’avido guadagno
vendono la dignità dell’uomo
e si vantano d’ aver piantato
la bandiera sulla luna.
- Perdonate i vostri fratelli,
che hanno premuto il grilletto
e vi hanno tolto la benda
dagli occhi spalancati.
E’ povera gente
che aveva bisogno di pane -
V
Scava il rimorso in chi
a Mi Lai in Vietnam sparò
e dove bruciò la torcia umana
nella primavera di Praga ogni
giorno è deposta una corona di fiori.
V
E lontano nelle risaie
Il sorriso è tornato. Ara il vecchio
mutilato la terra con il bue,
sfoltisce le piante curva la donna,
riempie i crateri il vocio dei bimbi
e il giovane ricostruisce la casa.
Stanco la sera gode la pace
e fa l’amore dopo tanti anni
di lotta e di lutti.
VI
Boccioli romiti coprono le titanche,
regine di forre, scarpate e altipiani.
La pioggia del niño
di fiori il deserto coprirà.
L’inizio della fine
è lo spietato rancore.
Anche i boia hanno i giorni contati.
M. 5.11. 20 / 28.11. 22 copyright