7/10/2008 ● Cronaca
Riforestazione e truffa: Polimeri, Di Iorio e Paduano agli arresti
"Truffa aggravata ed estorsione: tre arresti per i lavori di
riforestazioni di Casacalenda e Ripabottoni
- Si tratta di Mariano Rosario Di Iorio e Michele Paduano, quest'ultimo
presidente provinciale dell'Ordine degli agronomi. Per l'imprenditore calabrese
Giorgio Polimeri - titolare della ditta Amazzonia Vivai con sede nella provincia
di Treviso, invece, la questione sembra essere ancora più pesante: l'uomo è
accusato anche di estorsione.
L'indagine, portata avanti dalla Procura della Repubblica di Larino, è stata
conclusa ieri mattina con gli arresti messi a segno dalla Squadra Mobile di
Campobasso e dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del
Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato. Sotto la lente
d'ingrandimento del procuratore Nicola Magrone l'esecuzione di alcuni lavori
pubblici relativi alla riforestazione di aree boschive nei comuni di Casacalenda
e Ripabottoni.
Lavori appaltati dalla Comunità Montana Cigno Valle Biferno di Casacalenda.
Secondo le tesi dell'accusa, grazie alla complicità dei due professionisti
campobassani - direttori dei lavori di riforestazione che avrebbero provveduto a
redigere atti contabili certificativi di dati però sostanzialmente difformi da
quanto invece realizzato - sarebbero state liquidate alla <Amazzonia vivai>
somme non adeguate ai lavori che invece sarebbero stati effettuati. Lavori
pagati dalla Comunità Montana Cigno Valle Biferno.
Di Iorio e Paduano dovranno rispondere in concorso tra loro e unitanente ad
altri tre indagati (che non sono stati raggiunti da provvedimenti cautelari) dei
reati di estorsione (contestato al solo Polimeri), truffa aggravata e numerosi
falsi in atto pubblico (strumentali alla truffa) che si sarebbero integrati
nell'ambito dell'esecuzione di lavori pubblici relativi, appunto, alla
riforestazione di aree boschive.
Polimeri, l'imprenditore calabrese, risponde del reato di estorsione perché
avrebbe sfruttato manodopera di cittadini stranieri: li avrebbe minacciati per
ottenere prestazioni lavorative ‘gravemente vessatorie' come recita la nota del
procuratore Magrone e in assenza di adeguata remunerazione. L'indagine non è
chiusa, al vaglio degli inquirenti adesso, oltre ai documenti sequestrati in
mattinata e ad altro materiale ritenuto interessante dagli investigatori sia in
casa che negli studi dei due professionisti, anche la posizione dei tre indagati
di cui non sono state rese note le generalità."
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