3/6/2022 ● Cultura
Messaggio del sindaco di Guglionesi per la festività patronale di Sant’Adamo abate (2 giugno 2022)
Cari Concittadini,
Consentitemi innanzitutto di ringraziare sua Eccellenza Monsignor Gianfranco, il
nostro Parroco Don Stefano, Don Antonio e Don Nicola, il Presidente del
Consiglio regionale, i Consiglieri regionali, i Sindaci e Consiglieri comunali e
le Autorità militari, che sono qui a presenziare alla funzione in onore del
Santo Patrono.
Un saluto e un ringraziamento particolare devo farlo al Comitato che, sotto
l’attenta direzione di Don Stefano e in stretta collaborazione con questa
Amministrazione, permette la riuscita sempre impeccabile della festa di Sant’Adamo.
Infine un caro benvenuto al Sindaco e al Parroco di San Martino in Pensilis con
i quali abbiamo stretto, attraverso i nostri rispettivi Santi Patroni, un
gemellaggio spirituale e di condivisione delle nostre tradizioni.
Ma il saluto di quest’anno non può che iniziare con quella che, più che una
semplice parola, è una sorta di grido liberatorio: “finalmente”.
Finalmente possiamo festeggiare il Santo Patrono seguendo il rito, ed immergerci
di nuovo nella dimensione della tradizione.
Per due anni, il destino ci ha sottoposti ad uno strano sortilegio: festeggiare
l’appuntamento più atteso dalla nostra Comunità senza la possibilità di
interagire, snaturando così il significato della celebrazione.
Nonostante le preoccupazioni che il presente ancora ci riserva, la festa di oggi
ci consente di riallacciare nuovamente i fili col passato e, pertanto, di
guardare al futuro con maggior ottimismo.
Celebrando Sant’Adamo si torna finalmente ad officiare il rito collettivo più
importante della nostra Comunità, quello, tra tutti, che maggiormente ci regala
la gioia di sentirci guglionesani.
Sono state proprio le limitazioni che abbiamo dovuto osservare in questi due
anni a consentirci di comprendere quanto è importante festeggiare nuovamente
secondo tradizione.
Oggi il Santo scende nuovamente in strada per incontrare la sua gente, e i
guglionesani escono dalle loro abitazioni per rendergli onore.
Questo è quello che dal 1102 noi guglionesani facciamo in questo giorno.
Quel che davvero importa è che siamo qui oggi, a distanza di quasi un millennio,
riuniti in suo nome.
Pensate a tutti gli avvenimenti occorsi in tutti questi anni, alle avversità a
cui hanno dovuto far fronte coloro che ci hanno preceduti.
Tuttavia le vicende storiche passano in secondo piano di fronte all’unica cosa
davvero importante.
Nel corso di un millennio centinaia di generazioni si sono avvicendate in
altrettante Comunità, diverse tra loro e, in particolare, diverse da quella
attuale.
Il decorso del tempo stravolge tutto … o quasi.
Ecco, quel che festeggiamo autenticamente è ciò che si cela dietro quel “quasi”.
Il decorso di un millennio non ha intaccato il vincolo di solidarietà che ci
lega, né ha sminuito la nostra adorazione verso Sant’Adamo.
Il rapporto esistente tra il Santo Patrono e la Comunità di appartenenza è un
circolo virtuoso che si instaura quando il Santo è amato, e per questo motivo
continua ad accordarci la Sua protezione, e la Comunità, a sua volta, agisce
come rete, in cui ogni individuo si relaziona con tutti gli altri: così rendiamo
fiero il Patrono, come un figlio cerca di fare col proprio padre.
Quella del Patrono come padre è più di una semplice metafora.
Con la celebrazione odierna non facciamo altro che consacrare questo rapporto
speciale col Patrono, una vera e propria simbiosi, e rinnovare l’impegno ad
agire in solidarietà, soprattutto difronte alle difficoltà.
Se ripenso agli anni già trascorsi del mio mandato dovrei dolermi, in quanto
cittadino, dei postumi di un terremoto e di due anni di Covid e, adesso,
preoccuparmi per le conseguenze di una guerra che più o meno direttamente ci
coinvolge.
Ma dal mio punto di vista privilegiato, di colui che sta al timone, ho modo di
osservare la Comunità nella sua interezza e vivo un sentimento ambivalente: sono
addolorato per le conseguenze negative arrecate dagli eventi appena descritti,
ma nel contempo sono orgoglioso delle ripetute prove di solidarietà fornite da
una collettività che marcia unita verso la stessa direzione, così come avviene
nel rito della processione: tutti uniti nella direzione indicata dal Santo
Patrono.
Ai ringraziamenti per le prove di solidarietà forniti negli anni passati,
aggiungo oggi quelli per l’ospitalità nei confronti delle famiglie ucraine
provenienti dalle zone in cui le conseguenze della guerra sono avvertite con
maggiore asprezza.
Il senso di solidarietà sappiamo esercitarlo, oltre che in favore dei
concittadini, anche verso il più lontano prossimo.
Una celebre massima latina, una frase di sole quattro parole, è l’augurio che
faccio alla mia Comunità: “per àspera ad astra”.
Attraversate le asperità, potremo davvero imboccare la strada che ci condurrà
verso prospettive migliori.
W Sant’Adamo e W Guglionesi
Il Sindaco di Guglionesi
Avv. Mario Bellotti