30/5/2022 ● Cultura
Premio Letterario Nazionale "Francesco Giampietri", menzione d'onore per Antonio Sisto
Sabato 28 maggio, presso la Palazzina Liberty di Venafro, si è svolta la
premiazione del Premio Letterario Nazionale “Francesco Giampietri”. Il
concorso, suddiviso in più sezioni, è stato organizzato da ‘Un Passo Avanti’,
associazione iscritta all’albo nazionale delle organizzazioni di promozione
sociale, che vanta un’importante esperienza nei concorsi letterari. Presidente
del Premio la scrittrice Elvira Delmonaco Roll; segretario è stato lo scrittore
Piko Cordis.
Il Premio ‘Giampietri’ ha visto la partecipazione di 214 autori, che hanno fatto
pervenire ben 424 lavori (racconti e poesie). Un vero successo per una
iniziativa che è alla prima edizione, un riscontro che fa ben sperare per il
futuro.
"Questo Premio Letterario Nazionale — ha dichiarato Giampiero Giorgi,
presidente dell’associazione Un Passo Avanti — è stato ideato in onore
di Francesco Giampietri, giovane filosofo venafrano e docente dell’università di
Cassino, scomparso a soli trentasei anni. Chi l’ha conosciuto sa che Francesco
era sempre affabile e cordiale, oltre che colto. Il premio letterario
intitolatogli, ne vuole ricordare la figura e l’opera, ma vuole anche essere una
opportunità offerta a coloro che amano scrivere ma che non hanno la possibilità
di pubblicare i propri lavori.
Premiato con la "Menzione d'Onore" lo scrittore Antonio Sisto di Guglionesi,
che ha partecipato con il racconto "Pagine Molisane - La fiera del bestiame".
Sisto ha ambientato, in un racconto ricco di sfumature e riferimenti storici
nonché di vita del passato, le antiche fiere del bestiame di Guglionesi. "Le
fiere - scrive Antonio Sisto - da sempre sono il luogo d’incontro tra
tanta gente che vi si reca essenzialmente per fare qualche buon affare o anche
solo per vedere, curiosare, aggiornarsi e verificare le varie tendenze che ogni
anno i vari espositori ci propongono; nei secoli hanno rappresentato lo specchio
dei tempi, da un po’ di anni a questa parte sono passate un po’ di moda perché
sono cambiate le abitudini di vita; tra vari mercati giornalieri e settimanali,
e l’espansione di nuovi punti vendita, le persone non hanno più la necessità di
dover aspettare il giorno della fiera per acquistare quello che più gli serve.
Nei tempi passati, questa giornata specialmente nei paesi era molto attesa, era
vissuta da tutta la popolazione come una festa; erano in tanti che dalle
campagne si riversavano in massa nel paese per approvvigionarsi di quelle cose
che da qualche tempo avevano programmato di acquistare. In tutto il Molise, non
c’era un paese che non dedicasse almeno una giornata all’anno allo svolgimento
di una fiera che, solitamente abbinava quella delle merci, e quella, tanta
attesa del bestiame".
A seguire alcuni brevi estratti del racconto "La fiera del bestiame".
------
[...] “Anno 1239 Federico II autorizza il mercato a Termoli. Federico II
inserisce nel programma svevo di ristrutturazione dei porti lungo le coste del
mare Adriatico anche il porto di Termoli. Infatti, in un suo documento datato 10
ottobre 1239, si legge: “PRAETEREA PETITIONIPORRECTAE EX PARTE UNIVERSITAS
THERMOLARUM SUPER FOR. FACIENDO QUALIBET DIE LUNE INFRA MUROS VETERIS CIVITATIS
BENIGNE AMMIETITUS”. Traduzione: “Inoltre in seguito ad un’estesa richiesta di
tutta la città di Termoli è generosamente concesso lo svolgimento di un mercato
da tenersi ogni lunedì entro le cinte murarie della città vecchia”.
[…] A Guglionesi, (CB), ancora oggi, durante l’anno, si svolgono cinque fiere,
tutte delle merci: il 25 marzo, il 30 maggio, il 2 agosto, il 26 settembre e il
17 ottobre; la fiera del bestiame, a causa del progressivo svuotamento delle
campagne e la definitiva scomparsa degli animali, dagli inizi del duemila ha
terminato definitivamente il suo tempo. Anche la fine dell’antica famiglia
patriarcale ha contribuito in modo decisivo. Ai nostri giorni per svariati
motivi sono sempre meno le giovani coppie che si recano all’altare e le nascite
si sono ridotte ai minimi storici.
[…] Agli inizi del novecento, l’area della fiera occupava una vasta zona, da
Largo Garibaldi, l’attuale Fuoriporta, in Via Marconi, arrivando fino alla
chiesa di San Antonio Abate, patrono degli animali, nell’attuale Via Capitano
Verri.
Dove si svolgeva la fiera, era un punto strategico ideale; c’era un grande
abbeveratoio per gli animali, il mattatoio comunale e, cosa di vitale
importanza, nelle immediate vicinanze, vi transitava il tratturo L’Aquila –
Foggia; con i suoi 244 Km, era il più lungo e importante dei cinque “Regi
Tratturi”.
[...] “I tratturi avevano il compito di far “transumare”, cioè di far spostare
su vie ben definite e garantite, e dalle quali non si poteva sconfinare,
migliaia di capi di bestiame (principalmente ovini) dai freddi monti
dell’Abruzzo – Molise alle miti pianure pugliesi e viceversa”.
Dagli archivi della tipografia Antonio Romanelli, di Guglionesi, già Tipografia
Carunchio:
COMUNE DI GUGLIONESI
FESTA E FIERA DI S. FELICE MARTIRE
“Nel due agosto prossimo, in occasione della festa di S. Felice Martire, avrà
luogo in questo Comune, al Largo Garibaldi, la consueta fiera di bestiame.
Servizio veterinario, Tassa posteggio”
Guglionesi, 22 luglio 1931- IX IL COMMISSARIO PREFETTIZIO
QUERCI
N.B. La tassa posteggio si paga all’atto dell’introduzione degli animali nel
campo della fiera e nella misura seguente: Equini: per ogni capo L. 1,00;
Bovini ,, ,, ,, ,, 1,00;
Suini,, ,, ,, ,, ,, 0,50;
Ovini,, ,, ,, ,, ,, 0,20; Sono esclusi dalla tassazione gli animali lattanti.
COMUNE DI GUGLIONESI
“Si porta a conoscenza che quest’anno nei giorni 1-2 giugno 1937 sarà
ripristinata in questo comune la FIERA DEL BESTIAME DI S. ADAMO. Questa fiera
che viene incontro ai desideri e ai bisogni oltre che dei nostri, degli
agricoltori, e allevatori dei paesi vicini avrà durata di giorni due sufficienti
per un maggiore sviluppo delle attività degli interessati. …..
Guglionesi 15 maggio 1937-.XV. IL PODESTA’.
[…] Mi voglio soffermare sulla fiera del bestiame degli anni sessanta, quella
del 2 Agosto; il paese si stava espandendo sempre più, c’era la necessità di
individuare un nuovo spazio più adatto e più idoneo a ospitare l’evento; fu
scelta una zona in località Calvario, all’ingresso del paese; nel frattempo, era
diventata la fiera più importante del paese poiché si svolgeva subito dopo la
raccolta del grano e le persone avevano la disponibilità di qualche lira in più
da poter spendere.
Verso le sei del mattino cominciavano ad arrivare i primi venditori e i
contadini che portavano gli animali sia dalle campagne sia dai paesi limitrofi,
confidando di fare dei buoni guadagni. Più tardi iniziavano a confluire anche i
primi compratori che invece confidavano di spendere poco. Per questo, i primi
esaltavano la bontà dei loro animali evidenziandone la rotondità, il pelo liscio
e lucente, indice di ottima salute, gli altri cercavano di denigrare in ogni
modo possibile la merce, per sminuirne il valore. Il piazzale polveroso era
pieno di: animali da cortile, equini, bovini, suini, e ovini, sistemati gli uni
accanto agli altri. Naturalmente, per chi non poteva permettersi la prima
scelta, c’erano anche degli animali da basso macello, tante erano le persone che
appartenevano a questa classe sociale!
[…] La parola “compare” non mancava mai sia per il saluto sia durante un
discorso di compra vendita, dove non servivano né firme né contratti, bastavano
una robusta stretta di mano e un cenno d’intesa con lo sguardo. Molto importante
e carismatica era la figura del medico veterinario, il garante del buono stato
di salute degli animali.
Mi raccontava mio nonno che i migliori affari si facevano di prima mattina,
perché sia i venditori sia gli acquirenti avevano il desiderio di sbrigarsi
quanto prima, per poi tornare a svolgere le proprie attività quotidiane.
Attorno alla fiera ruotavano vari personaggi che facevano da cornice: mediatori,
zingari, sanapurcill etc. Certe volte anche senza volerlo si assisteva a
scenette che erano un teatro a cielo aperto. Assistere alla compravendita di
animali e all’arte della perspicacia nel saper stabilire il prezzo con un
semplice colpo d’occhio, specialmente per i più giovani, era una vera scuola di
vita.
[…] Dialogo durante la compravendita di maiali tra Pasquale e Adamo
Pasquale: <Bongiorno compare Adamo, come si va! Oggi, sei venuto solo per
speculare oppure ti servono degli animali?>.
<Bongiorn, cumbà Dammù, coma z va! Ujj, sì mneut saol p spquliè o t serv cacch
nmal?>.
Adamo: <A dire il vero, devo prendere qualche maialino. Tu lo sai che la mia
famiglia è numerosa e questa incombenza, ogni anno spetta a me>.
<A drt a vrtà, ejia toji, na poch d prcill. L sì ch’a famjia m è gross e sctu
mbcc, tutt l’ann, m l ngrdenzn a ma>.
Pasquale: <Compare Adamo, anche quest’anno c’è un’ampia scelta, guarda quanto
sono belli e luccicanti quei maiali dentro la staccionata>.
<Cumbà è coma dc sgnr’ Aguann pu capà coma vu, guard coma sonn bill e lcìnd
chilli purc davandr u recind>.
Adamo: <Compare Pasquale avete ragione, si vede che siete un intenditore, ma io
aspetto Giovanni, una persona fedele e sicura che sta arrivando dalla campagna.
Tutti gli anni mi servo da lui, mi sono trovato sempre bene e riverito. A parte
che mi fa un buon prezzo aspetto lui perché in un anno alleva soltanto una
decina di maiali. Sei li vende per rifarci le spese, i rimanenti li macella per
la sua famiglia. Per questo sono sicuro che gli metta da mangiare le più belle
ghiande e i migliori avanzi della masseria>.
<Cumbà Pasquà, ti rraggiaon, z vad ca t n’arndinn, ma gh aspett a Guanne, n’ommn
fdete e scheur, ch scta rrvenn da for. Tutt l’ann m serv dà gàss, m so trvat
sempr cundend e rvrt. A part ca m fa nu prezz bon aspett a gàsse pccà alleve a
nu massm na dcn d purc all’ann. Sei l vànne p ci’arfà i spas, litr z l’accd p
gheus d cas. A sctu mod so scheur ca je matt a magnè a jennl chiù bell e, tutt i
mijie avanz da massar’>.
Pasquale: <Ma, se lo dici tu! Significa che è cosi. I venditori delle fiere
hanno solo lo scopo di vendere, sono tutti uguali e affaristi. Chissà cosa
mischiano dentro il trogolo>.
<Ma, s l dc teu! ghè cuesc’. I vnnteur di firie hanna saola vann, sonn tutt da
sctassa pasct. Chisà ch c ndrvdaiin dandr u trocch>.
Adamo: <Non lo dire neanche per scherzo! l’ho visto con i miei occhi: la crusca
che da ai maiali è di ottima qualità, per non parlare, della farina di mais
piuttosto densa e, la crusca liquida, che prepara la moglie, con tanto amore e
pazienza! Eccolo, eccolo che sta arrivando, lascia fare a me e guarda come si fa
a tirare il prezzo nella fiera>.
<N l dc manch p scherz!, l’eii vsct ch l’ucchia mì: a canjj ch i dà mmagnè, ghè
d prima qualità, senza parlà, pu, da farn di grandnie, du pasctaon e u vrdlaon
ch i prpar a maoii, ch tutt a pacinzie d sctu maonne! Ecchl, ecchl ch scta
rrvenn, lass fa a ma e vd coma z tr u prezz a na firie>….
[…] Per me è stato bello aprire questa finestra di ricordi, dal cassetto della
memoria viene fuori uno spaccato di vita paesana che non c’è più. Ricordare
questi momenti, non significa essere amici della nostalgia, ma è un filiale atto
d’amore che provo verso il mio paese e la nostra generosa terra molisana. […].