15/2/2022 ● Politica
Del Peschio: "Ci risiamo"
Caro Cittadino e Cara Cittadina,
da tempo si registrano, da parte di consiglieri di minoranza, tentativi di
‘assalto’ alla mia persona con la leggenda della stampella ad una
maggioranza che non avrebbe più i numeri. Nulla di più falso. La
maggioranza, seppur risicata, ha dimostrato di avere i voti per continuare ad
amministrare. Questo è il dato di realtà.
La teoria della stampella (stando ai numeri reali) appare, innanzitutto, per
quello che è: una perdita di tempo per chi ha progettato ‘fughe
in avanti’ rispetto al tema vero, come far uscire Guglionesi dalla emergenza
economica e sociale, aggravata dalle catastrofi naturali e dalla pandemia.
Sul piano più strettamente politico, però, essa evidenzia un vuoto di idee
delle minoranze, le quali si attivano solo nel produrre attacchi personalistici
nella speranza di ridurre altri al ruolo di rimorchio dei loro disegni di
improbabili carriere costruite sul tanto peggio tanto meglio mentre mostrano un
silenzio assoluto sui problemi e sulle soluzioni.
Il loro unico scopo: far credere che la barca è allo sbando. In uno scenario
surreale dominato da un involgarimento crescente, ( dietrologie,
bugie, cattiverie gratuite contro presunti colpevoli), e scorrettezze
istituzionali ( es: l’uso della carica di presidenza del consiglio,
tentativi di impedire le surroghe obbligatorie per legge, far mancare il numero
legale, ecc).
Stando così le cose, ponendomi fuori dalle ‘ trame di palazzo’ ho deciso di dire
la mia sulla situazione ‘politica locale’ rivolgendomi alla opinione pubblica
rispetto alla quale sento il dovere della chiarezza partendo dalla realtà e
vedere come affrontarla
IL PAESE OGGI SOFFRE ma…… molti son
concentrati altrove
Guglionesi vive una crisi sociale grave. Il dato di sintesi più allarmante è: l’inverno
demografico, con un saldo demografico negativo determinato dalla denatalità
che dura da almeno 10 anni e la ripresa della emigrazione giovanile.
Il decennio 2011-2021 può essere definito il decennio nero per la nostra
comunità. Le cause: la disoccupazione giovanile e la crisi delle
attività artigianali e commerciali di prossimità.
Il contesto urbano si presenta in un diffuso stato di semi-abbandono (scarsa
manutenzione delle reti stradali urbana e rurali, frane e smottamenti della
collina circostante, abitazioni recintate, ecc) o di grave sottoutilizzazione (
es: gli edifici pubblici inutilizzati, ecc) per mancanza di risorse. Persino gli
sportelli bancari si sono ridotti ad uno.
Tale situazione che non è caduta dal cielo ma è il risultato di
scelte sbagliate e di un certo uso della leva pubblica da chi ha avuto
responsabilità amministrative.
Tuttavia, i nodi che ci stanno di fronte ci sfidano e vanno affrontati e risolti
lasciando da parte le tante idee a buon mercato che, come le mele, abbondano in
campagna elettorale o nel chiacchiericcio malevolo di personaggi in cerca
di autore approdati nella politica locale in tarda età (quando non hanno
più niente da perdere e dopo aver scorazzato allegramente per cercare
sistemazioni a buon marcato? ) senza il possesso dei requisiti minimi e delle
competenze necessarie per amministrare una situazione ‘oggettivamente difficile’.
Sul mio posizionamento politico ? :
la stampella per nessuno.
A fronte di tale scenario la sfida è: fare tutto il possibile per aiutare la
comunità ad uscire dalla crisi. Per questo, lo schema trito e ritrito del
commissariamento (già sperimentato dai soliti ovvero da chi è abituato a
giocare e trastullarsi con la ‘politica' e continua a riprovarci non
comprendendo la lezione, una vecchia storia su cui non vale la pena perdere
tempo) nell’ambito di un attivismo finalizzato a peggiorare le cose, oltre ad
essere poco realistico, è un danno per il paese.
Comprendo la delusione dei capetti, cui è venuto a mancare il grimaldello,
ma non ho inteso diventare stampella per disegni altrui sia perché non li
condivido sia perché non sono stupido e, aggiungo, perchè non farò più l'errore
(reiterato!) di fare la guerra per il Re di Prussia..
Forse è il caso di ricordare che con un certo mondo, con i suoi metodi,
con gli interessi che ha rappresentato e rappresenta mi sono dissociato
diversi anni fa sia dal punto di vista politico ma soprattutto dal punto di
vista umano. A tal proposito comode ed opportunistiche dimenticanze da
verginelli dell’ultima ora evidenziano: sia ingenuità (dice un proverbio: chi la
fa l’aspetti!), sia la mancanza di una politica che in maniera credibile punta a
creare una valida alternativa.
Altri son liberi di svolgere il ruolo di ‘comoda’ stampella delle manovre di chi
ha un solo ed unico obiettivo (perseguito senza successo da decenni?):
diventare Sindaco, intrecciando l’ennesimo ‘patto delle candidature’ in nome
dell’amore per Guglionesi. Una vecchia consuetudine che vede protagonista sempre
il solito ‘viaggiatore della politica locale’ che, nonostante le tante smentite,
continua con lo schema “che sia Franza o Spagna” purchè….
A fronte di questo a dir poco inqualificabile scenario sono e resto minoranza
nel rispetto della volontà popolare. Naturalmente, il ruolo della minoranza non
schiacciato sul peggiorismo ma che cerca di proporre.
A tal proposito, ai ‘peggioristi’ ( di destra e di sinistra) dico che i
provvedimenti amministrativi vanno giudicati per gli effetti che producono
sulla comunità, non per chi li fa. Questo criterio è la mia guida, il resto lo
lascio volentieri fare ad altri.
NEL CONSIGLIO COMUNALE CI SONO DUE
MINORANZE ed una maggioranza uscita dalla urne
Per queste ragioni, e non per mia espressa volontà e/o non precisati interessi,
è bene dire a chiare lettere che nel consiglio comunale ci sono due minoranze.
1. I PEGGIORISTI, mobilitatI con varie e contradittorie motivazioni, a far
interrompere la legislatura o bloccare ogni cosa alimentando una protesta
‘cavillosa’ a prescindere dal merito dei provvedimenti.
2. I POSSIBILISTI, che si adoperano (con le poche forze di cui dispongono)
affinché si facciano da subito delle cose possibili ed utili, intrecciando un
dialogo per il bene del paese come rimedio delle lacerazioni personalistiche,
senza né capo né coda, del 2018.
Guglionesi ha bisogno di persone che vogliono spendersi, senza livore
personalistico ammantato di ideologia, per far uscire Guglionesi dalla morsa
della crisi e dello spopolamento. Io intendo spendermi su questo, pronto a
collaborare con chiunque condivide l’agenda contenuta dal programma di Comunità
e Futuro che ancora una volta mi vedo costretto a ribadire:
1. Riorganizzazione degli uffici comunali con personale aggiornato e competente
per fare del comune volano di sviluppo.
2. Efficientamento complessivo della spesa pubblica dal lato dell’acquisto di
beni e servizi per liberare risorse di spesa corrente per un rilancio degli
investimenti;
3. Politiche di sostegno alla famiglia con l’introduzione del quoziente
famigliare per l'accesso equo ai beni e servizi a domanda individuale e
potenziamento dei servizi di welfare, garantendo l’accesso gratuito per le
persone in difficoltà;
4. Piano di rilancio degli investimenti pubblici (utilizzando in maniera
sistematica anche e provvidenze del PNRR ) con la organizzazione di uno staff
tecnico-amministrativo adeguato;
5. Pieno utilizzo degli edifici pubblici per lo sviluppo di attività
socio-culturali ed artigianali in vista del rafforzamento della coesione
comunitaria e del sostegno ai più deboli;
Su questi temi occorre concentrarsi al fine di accrescere la solidarietà
sociale, per ridurre la paura e il senso di marginalità. Questo è il momento di
superare le discussioni sterili, di lasciare i narcisi al loro destino.
Sono pronto a collaborare con chiunque, anche con le altre minoranze (alle quali
ricordo di averli incontrati ed anche ospitati, ripeto ospitati!!!) su
iniziative che vanno in questa direzione facendo prevalere il «noi» sull’«io»,
conquistando la consapevolezza che la crisi finirà per tutti o per nessuno. Ed
allora Natale non sarà tre volte l’anno ma una volta, come è giusto che sia,
per tutti. Dunque, ben vengano nell’immediato provvedimenti positivi. Con questi
auspici e prospettive mi auguro che nel 2022 queste cose possano realizzarsi.
Poichè fare comunicati mi assorbe molto tempo, di cui non dispongo per impegni
lavorativi a differenza di alcuni pensionati di lusso, aggiungo, visto ‘il
pulpito da cui proviene la predica’, che taluni farebbero meglio a tacere.
Assicuro che davvero non costerebbe fatica parlare con dovizia di particolari
sulla perdita della loro verginità molti anni addietro e ripetutamente.
Inoltre, il paragone con ciò che accadde a Paolo di Tarso, oltre a sembrare
irriguardoso per i credenti (ma figuriamoci se ci si bada), credo si presti bene
agli stessi che si erano presentati agli elettori come alternativi in nome di
‘tante mirabolanti promesse’ e che, oggi, si ritrovano uniti in uno stesso
raggruppamento. Che dire: ‘colpiti sulla via di Damasco’ dall’avversione
verso 'Mario'?
GIANFRANCO DEL PESCHIO - Gruppo Comunita’ e Futuro