18/11/2021 ● Cultura
"TRE BRIGANTI A CAMPOBASSO": GIOVANE CINEMA PER UNA STORIA ANTICA
Il primo film-cortometraggio del giovane regista Jacopo Tich, studente
alla Civica Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano, dedicato con taglio
western al brigantaggio nell’Italia post-unitaria e girato in Molise
[Articolo di Alessandro Tich] - Giovane cinema per una storia antica. È la storia del
brigantaggio nell’Italia post-unitaria, che fornisce l’ispirazione per il
soggetto di un film.
Si intitola “Tre Briganti a Campobasso” ed è il cortometraggio di esordio del
giovane regista Jacopo Tich, 26 anni, originario di Bassano del Grappa (VI),
studente dell’ultimo anno del corso di specializzazione in Regia della Civica
Scuola di Cinema “Luchino Visconti” di Milano. Tutti gli esterni sono stati
girati lo scorso agosto in Molise, mentre il set delle principali scene interne
è stato ospitato nella storica location di Villa Ca’ Erizzo Luca a Bassano del
Grappa.
“La scelta del Molise - spiega Jacopo Tich - è dovuta principalmente a due degli
attori protagonisti: Mauro D’Amico e Lidia Castella. Mauro, attore molisano e
Lidia, attrice piemontese, che dal 2020 stavano vivendo e lavorando a Campobasso
come istruttori di equitazione. La loro storia ha fatto scoccare in me la
scintilla creativa, poi trasformatasi nella sceneggiatura di questo
cortometraggio. In fase di scrittura mi sono documentato sulla storia del
brigantaggio della zona, adattandola al genere western. C’è stata poi l’emozione
di andare a girarlo nei veri posti citati da queste storie che ho letto in fase
pre-produttiva. Preparato tutto, ho girato ad agosto nelle zone del Matese, tra
Campobasso e Roccamandolfi, scoprendo dei posti meravigliosi e dei paesaggi
mozzafiato che sembrano fatti apposta per un western.”
La vicenda del cortometraggio è ambientata a Campobasso nel 1870. Tra le fosche
contraddizioni di un Paese unificato da poco sulla carta ma in effetti ancora
largamente territorio di frontiera e campo di guerriglia, si scatena una caccia
all’oro rubato a tre diligenze del neonato Regno d’Italia. Alla caccia
partecipano Nunzio di Paola, brigante carismatico e letale, e Marta Ambrosetti,
una nobile piemontese divenuta brigantessa. Opposta a loro la famigerata banda
di Roccamandolfi, capeggiata dai fratelli Cicchino e Cimino, famelici di sangue
e di denaro. In mezzo a questo carnaio viene inviato da Roma un bersagliere noto
ai più come “Il Cane di Pontelandolfo”, che si troverà a riaffacciarsi con il
suo passato e a vivere sulla sua pelle tutte le conseguenze che la guerra
risorgimentale ha lasciato al Mezzogiorno.
Una trama la cui atmosfera storica è stata resa verosimile da una full immersion
nei luoghi originali del racconto.
“Mi sono trovato benissimo - continua il regista - anche a lavorare con attori
della zona: Francesco Di Nucci e Giuseppe Campestre, attori della Compagnia
Stabile del Molise, che interpretano rispettivamente Cicchino e Cimino, e Sergio
D’Amico, nella parte di un ex soldato borbonico. Tutti loro hanno dato vita ai
loro personaggi facendo una ricerca davvero notevole sulla voce,
sull’intonazione dialettale, sulla storia del personaggio e sul modo di
recitare.”
Non si tratta ovviamente della prima produzione cinematografica dedicata al
brigantaggio ottocentesco, ma è la prima in assoluto che intende raccontare una
pagina di questa controversa e drammatica storia del passato con taglio
dichiaratamente western.
“Il western - dichiara Tich - è uno dei miei generi preferiti in assoluto e
realizzarne uno è stato sempre un sogno che avevo nel cassetto. L’idea non era
girare un classico “spaghetti western” degli anni ’60, tipico film di genere
nostrano con storia e luogo prettamente statunitensi; ma un western post-moderno
totalmente italiano, sia nella trama che nelle ambientazioni. Come storia ho
scelto quella del brigantaggio post-unitario: una storia vera, e tragica, che ho
voluto adattare al genere.”
“Per quanto riguarda il luogo - conclude il giovane regista -, ho sempre pensato
che il western fosse un genere solo americano, finché non ho visto il film “The
Proposition”, del 2006, un western ambientato interamente in Australia, che mi
ha fatto capire che questo genere può essere tranquillamente adattato anche ad
altri Paesi senza perderne la forma. Detto questo, le somiglianze con la storia
americana ci sono. Per me il Risorgimento ricorda di base la Guerra Civile
americana: il nord e sud in guerra… e tutte le contraddizioni che questo ha
comportato.”
“Tre Briganti a Campobasso” si presenta quindi come un film di genere ma
innovativo nella narrazione della vicenda storica, con l’intero cast di attori
composto da Lidia Castella, Mauro D’Amico, Andrea Tich, Massimo Rigo, Francesco
Di Nucci, Giuseppe Campestre e Sergio D’Amico. La troupe che ha curato i diversi
aspetti tecnici della produzione e realizzato le riprese in Molise e degli
interni in Veneto è interamente composta da studenti della Civica Scuola di
Cinema “Luchino Visconti” di Milano.
Prossimamente il film, autoprodotto e della durata di 20 minuti, sarà inviato ai
Festival del Cinema nazionali e internazionali per partecipare ai contest e alle
rassegne della sezione Cortometraggi. Tre Briganti che, partendo da Campobasso,
vogliono fare strada.