23/9/2021 ● Libro
"Dalla Sicilia al Senio. la straordinaria storia del tenente Giorgio de Sanctis"
A 100 anni dalla sua nascita (1921-2021) si segnala il libro "Dalla Sicilia al Senio. La straordinaria storia del tenente Giorgio De Sanctis", un omaggio storico-culturale di Paolo Crippa, Luigi Manes in collaborazione con
Giandomenico De Sanctis (figlio di Giorgio), per le edizioni Soldiershop (2020).
Giorgio De Sanctis (Guglionesi, 17 dicembre 1921 – Roma, 21 gennaio 1982),
figlio del dott. Giorgio (ufficiale medico nel 3° Reggimento Alpini, morì 20 giorni prima della nascita del figlio) e di Ines Ribechi (a cui è dedicata la Scuola Media di
Guglionesi) nonché erede di una "famiglia di patrioti" durante i moti risorgimentali, è
stato un partigiano italiano e funzionario ministeriale, decorato alla memoria
della Seconda Guerra Mondiale come la più giovane Medaglia d'oro al valor
militare.
"L'8 settembre 1943, De Sanctis si trovava, come sottotenente del Genio, a
Trieste. Catturato con il suo reparto dai tedeschi e avviato a un campo di
deportazione, il giovane ufficiale riuscì ad evadere nei pressi di Lubiana e a
rientrare in Italia dove, passata la linea del fronte, raggiunse Bari. Qui si
arruolò volontario nell'870º Gruppo guastatori del Genio (alle dipendenze del
Servizio Informazioni Militari) e ne assunse il comando col grado di tenente.
De Sanctis, dopo che era già stato decorato di Medaglia di bronzo e d'argento,
ricevette anche la Medaglia d'oro al valor militare.
Nel dopoguerra Giorgio De Sanctis, che sopravvisse mutilato, si laureò in Legge,
nel 1947, all'Università di Roma. Nel 1949 fu collocato in congedo assoluto ed
iscritto nel Ruolo d'onore col grado di capitano. Promosso maggiore nel 1960 e
tenente colonnello nel 1962.
Sino al pensionamento, è stato funzionario presso il Ministero del commercio con
l'estero.
A Udine nel 2000, nella sala storica della Caserma del Genio guastatori, è stato
collocato un mezzobusto in suo onore" [fonte: Wikipedia].
Nell'onorificenza della "Medaglia
d'oro al valor militare" (Tenente in s.p.e. genio, 870° nucleo
guastatori, gruppo combattimento «Friuli», data del conferimento: 1945) si
annota: «Giovane ufficiale del genio animato da alto senso del dovere e
grande amor patrio, nell’ora difficile della lotta per la liberazione del Paese
occupato dai tedeschi, al comando di un nucleo di guastatori, prima alle
dipendenze dirette degli Alleati, poi inquadrato nei reparti del genio del
Gruppo di combattimento «Friuli» si prodigava instancabilmente nel pericoloso
lavoro della bonifica dei campi minati e disattivazione di ordigni esplosivi.
Primo fra i suoi soldati, costante esempio di ardimento, trascinatore e
esaltatore di eroismi. A Firenze, sotto il fuoco nemico agendo personalmente
apriva agli Alleati la via dell’unico ponte rimasto intatto sull’Arno,
guadagnando lode per sé e per il valore dei soldati italiani. Sul Senio nella
costituzione della testa di ponte che doveva aprire la via al Gruppo «Friuli»
verso la vittoriosa avanzata su Bologna, mentre incurante della reazione di
fuoco nemico, con pochi arditi disattivava mine, colpito e mutilato del braccio
destro asportatogli da un colpo di mortaio, raccoglieva i suoi uomini feriti
dallo stesso scoppio, li caricava sulla sua jeep che di persona guidava
mescolando con essi dolore e sangue sino al più vicino posto di medicazione dove
serenamente vincendo il dolore e la debolezza imponeva, fra la stupita
ammirazione degli astanti, fossero date le prime cure ai suoi soldati pur meno
gravi di lui. Figura di combattente da leggenda, ardito fra i più arditi, nobile
e mirabile esempio di eroismo che ha saputo confermare e perpetuare nel tempo le
tradizioni di valore del soldato italiano».
Dalla prefazione/recensione al libro "Dalla Sicilia al Senio. La
straordinaria storia del tenente Giorgio De Sanctis" si legge: "Giorgio De
Sanctis, classe 1921, Tenente del Genio Guastatori, fronte della Sicilia, Guerra
di Liberazione come comandante dell’870° Nucleo Speciale Guastatori Genio,
dapprima con al V Armata Americana e poi con il Gruppo di Combattimento
“Friuli”, ma soprattutto il più giovane decorato di Medaglia d’Oro al Valor
Militare italiano. Per molti l’870° Nucleo Speciale Guastatori Genio è solamente
un nome, o poco più, all’interno degli annali della Storia Militare italiana. Lo
era anche per me fino ad un anno fa. Ma poi avvengono incontri (anche se solo
telefonici) con persone che ti portano un nuovo punto di vista. Vengo infatti
contattato da Giandomenico De Sanctis, figlio dell’eroico Giorgio, che desidera
parlarmi, appunto, del reparto comandato da suo padre, reparto poco o nulla
citato, nemmeno in un libro scritto a quattro mani da me e da Luigi Manes nel
2018 sul Primo Raggruppamento Motorizzato, Corpo Italiano di Liberazione e
Gruppi di Combattimento cobelligeranti. Giandomenico De Sanctis mi racconta, mi
parla di suo padre, ogni volta aggiunge informazioni, stimolando la mia (grande)
fame e curiosità storica, condividendo con me i numerosi documenti raccolti dal
padre: relazioni scritte di suo pugno, relazioni di ufficiali italiani, proposte
di decorazione, lettere di stima ed elogi italiani ed americani, motivazioni di
decorazioni, fotografie. E nasce così l’idea di questo libro, un volume che
vuole raccogliere tutte queste testimonianze, che vuole raccontare la storia di
un piccolo manipolo di “arditi” giovani, che combatterono con eroismo e fecero
con senso del dovere la loro parte nel tremendo meccanismo che fu la Seconda
Guerra Mondiale. Sono questi incontri che danno, più di altre cose, un senso al
lavoro di ricerca storica, il poter abbinare nomi, foto e documenti, ma
soprattutto poter parlare con persone direttamente (anche solo marginalmente)
coinvolte nella grande danza della Storia, dopo ancora così tanti anni. Al
termine di questo lungo periodo di studio, che ha portato alla stesura di questo
volume, desidero ringraziare in primo luogo Giandomenico De Sanctis, figlio di
Giorgio: senza di lui non sarebbe stato possibile raccontare questo cameo di
eroismo e di storia militare italiana. Oltre ad avere generosamente aperto
l’archivio del padre, ha risposto pazientemente alle mie innumerevoli domande e
questioni, mi ha aiutato a dipanare dubbi ed aspetti poco chiari, a completare
informazioni, fornendomi documenti e fotografie… e molto tempo prezioso. Il
secondo grande grazie va all’Amico Luigi Manes, che ha curato la stesura del
capitolo inerente al Gruppo di Combattimento “Friuli”. Profondo conoscitore
delle Forze Armate Alleate, segnatamente di quelle operanti sul fronte italiano
durante la Seconda Guerra Mondiale, il suo apporto è stato fondamentale nel
trovare “quel qualcosa in più”, che ha permesso di completare ed arricchire la
pubblicazione (Paolo Crippa)".