BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


23/9/2021 ● Libro

"Dalla Sicilia al Senio. la straordinaria storia del tenente Giorgio de Sanctis"

Il più giovane decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare italiano.

  Redazione FPW ● 1111


A 100 anni dalla sua nascita (1921-2021) si segnala il libro "Dalla Sicilia al Senio. La straordinaria storia del tenente Giorgio De Sanctis", un omaggio storico-culturale di Paolo Crippa, Luigi Manes in collaborazione con Giandomenico De Sanctis (figlio di Giorgio), per le edizioni Soldiershop (2020).

Giorgio De Sanctis (Guglionesi, 17 dicembre 1921 – Roma, 21 gennaio 1982), figlio del dott. Giorgio (ufficiale medico nel 3° Reggimento Alpini, morì 20 giorni prima della nascita del figlio) e di Ines Ribechi (a cui è dedicata la Scuola Media di Guglionesi) nonché erede di una "famiglia di patrioti" durante i moti risorgimentali, è stato un partigiano italiano e funzionario ministeriale, decorato alla memoria della Seconda Guerra Mondiale come la più giovane Medaglia d'oro al valor militare.

"L'8 settembre 1943, De Sanctis si trovava, come sottotenente del Genio, a Trieste. Catturato con il suo reparto dai tedeschi e avviato a un campo di deportazione, il giovane ufficiale riuscì ad evadere nei pressi di Lubiana e a rientrare in Italia dove, passata la linea del fronte, raggiunse Bari. Qui si arruolò volontario nell'870º Gruppo guastatori del Genio (alle dipendenze del Servizio Informazioni Militari) e ne assunse il comando col grado di tenente.

De Sanctis, dopo che era già stato decorato di Medaglia di bronzo e d'argento, ricevette anche la Medaglia d'oro al valor militare.

Nel dopoguerra Giorgio De Sanctis, che sopravvisse mutilato, si laureò in Legge, nel 1947, all'Università di Roma. Nel 1949 fu collocato in congedo assoluto ed iscritto nel Ruolo d'onore col grado di capitano. Promosso maggiore nel 1960 e tenente colonnello nel 1962.
Sino al pensionamento, è stato funzionario presso il Ministero del commercio con l'estero.

A Udine nel 2000, nella sala storica della Caserma del Genio guastatori, è stato collocato un mezzobusto in suo onore" [fonte: Wikipedia].

Nell'onorificenza della "Medaglia d'oro al valor militare" (Tenente in s.p.e. genio, 870° nucleo guastatori, gruppo combattimento «Friuli», data del conferimento: 1945) si annota: «Giovane ufficiale del genio animato da alto senso del dovere e grande amor patrio, nell’ora difficile della lotta per la liberazione del Paese occupato dai tedeschi, al comando di un nucleo di guastatori, prima alle dipendenze dirette degli Alleati, poi inquadrato nei reparti del genio del Gruppo di combattimento «Friuli» si prodigava instancabilmente nel pericoloso lavoro della bonifica dei campi minati e disattivazione di ordigni esplosivi. Primo fra i suoi soldati, costante esempio di ardimento, trascinatore e esaltatore di eroismi. A Firenze, sotto il fuoco nemico agendo personalmente apriva agli Alleati la via dell’unico ponte rimasto intatto sull’Arno, guadagnando lode per sé e per il valore dei soldati italiani. Sul Senio nella costituzione della testa di ponte che doveva aprire la via al Gruppo «Friuli» verso la vittoriosa avanzata su Bologna, mentre incurante della reazione di fuoco nemico, con pochi arditi disattivava mine, colpito e mutilato del braccio destro asportatogli da un colpo di mortaio, raccoglieva i suoi uomini feriti dallo stesso scoppio, li caricava sulla sua jeep che di persona guidava mescolando con essi dolore e sangue sino al più vicino posto di medicazione dove serenamente vincendo il dolore e la debolezza imponeva, fra la stupita ammirazione degli astanti, fossero date le prime cure ai suoi soldati pur meno gravi di lui. Figura di combattente da leggenda, ardito fra i più arditi, nobile e mirabile esempio di eroismo che ha saputo confermare e perpetuare nel tempo le tradizioni di valore del soldato italiano».

Dalla prefazione/recensione al libro "Dalla Sicilia al Senio. La straordinaria storia del tenente Giorgio De Sanctis" si legge: "Giorgio De Sanctis, classe 1921, Tenente del Genio Guastatori, fronte della Sicilia, Guerra di Liberazione come comandante dell’870° Nucleo Speciale Guastatori Genio, dapprima con al V Armata Americana e poi con il Gruppo di Combattimento “Friuli”, ma soprattutto il più giovane decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare italiano. Per molti l’870° Nucleo Speciale Guastatori Genio è solamente un nome, o poco più, all’interno degli annali della Storia Militare italiana. Lo era anche per me fino ad un anno fa. Ma poi avvengono incontri (anche se solo telefonici) con persone che ti portano un nuovo punto di vista. Vengo infatti contattato da Giandomenico De Sanctis, figlio dell’eroico Giorgio, che desidera parlarmi, appunto, del reparto comandato da suo padre, reparto poco o nulla citato, nemmeno in un libro scritto a quattro mani da me e da Luigi Manes nel 2018 sul Primo Raggruppamento Motorizzato, Corpo Italiano di Liberazione e Gruppi di Combattimento cobelligeranti. Giandomenico De Sanctis mi racconta, mi parla di suo padre, ogni volta aggiunge informazioni, stimolando la mia (grande) fame e curiosità storica, condividendo con me i numerosi documenti raccolti dal padre: relazioni scritte di suo pugno, relazioni di ufficiali italiani, proposte di decorazione, lettere di stima ed elogi italiani ed americani, motivazioni di decorazioni, fotografie. E nasce così l’idea di questo libro, un volume che vuole raccogliere tutte queste testimonianze, che vuole raccontare la storia di un piccolo manipolo di “arditi” giovani, che combatterono con eroismo e fecero con senso del dovere la loro parte nel tremendo meccanismo che fu la Seconda Guerra Mondiale. Sono questi incontri che danno, più di altre cose, un senso al lavoro di ricerca storica, il poter abbinare nomi, foto e documenti, ma soprattutto poter parlare con persone direttamente (anche solo marginalmente) coinvolte nella grande danza della Storia, dopo ancora così tanti anni. Al termine di questo lungo periodo di studio, che ha portato alla stesura di questo volume, desidero ringraziare in primo luogo Giandomenico De Sanctis, figlio di Giorgio: senza di lui non sarebbe stato possibile raccontare questo cameo di eroismo e di storia militare italiana. Oltre ad avere generosamente aperto l’archivio del padre, ha risposto pazientemente alle mie innumerevoli domande e questioni, mi ha aiutato a dipanare dubbi ed aspetti poco chiari, a completare informazioni, fornendomi documenti e fotografie… e molto tempo prezioso. Il secondo grande grazie va all’Amico Luigi Manes, che ha curato la stesura del capitolo inerente al Gruppo di Combattimento “Friuli”. Profondo conoscitore delle Forze Armate Alleate, segnatamente di quelle operanti sul fronte italiano durante la Seconda Guerra Mondiale, il suo apporto è stato fondamentale nel trovare “quel qualcosa in più”, che ha permesso di completare ed arricchire la pubblicazione (Paolo Crippa)".

Cartellone




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