4/7/2021 ● Caro direttore
Un faro spento sulle ali della comunità
DICEMBRE 1928 – 30 GIUGNO 2021
Caro direttore,
una voce di autentica bellezza è sempre stata presente anche nell’anima
divulgativa di questo blog: la missione educativa della Scuola dell’Infanzia
comunale di Guglionesi, la “Mimì Del Torto”, da raccontare come consolidata
esperienza aggregativa nella comunità.
Da papà ho vissuto la solennità del Corpus Domini anche come la festa della
Scuola dell’Infanzia comunale “Mimì Del Torto”, che ereditò, negli anni
Cinquanta dello scorso secolo (per la sensibilità materna di un’autentica
benefattrice, la signora Gina Manente in Del Torto), lo spirito di carità
sociale nel modello cristiano della precedente scuola comunale per l’infanzia di
Guglionesi, la “Giovan Battista Leone” fondata nel 1928 per impegno del vicario
parrocchiale don
Giacomo Ludovici e per amorevole concessione di Madre Clelia Merloni (pochi anni prima della morte
(1930) della
fondatrice dell'Istituto delle Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù,
per la quale nel 2018 Papa Francesco ha decretato il riconoscimento di un
miracolo attribuito all'intercessione della Madre Merloni). Avrò forse modo di esporre in altra circostanza sequenze,
esperienze, preziosità, ricorsi e fatti storici nel divenire di una gloriosa
istituzione per l’infanzia, per la quale lo scorso 30 giugno 2021 è stata
decisa la chiusura definitiva delle attività scolastiche nel calendario della
memoria collettiva. Prima o poi poteva e comunque doveva succedere, dando un
senso concreto alle difficoltà emerse negli ultimi tempi.
Citavo la ricorrenza del Corpus Domini, perché le ultime generazioni di
Guglionesi preservano nel cuore (spero ancora nella propria identità!)
l’immagine della gioia degli angeli festanti che concludevano il primo ciclo
educativo della loro vita con le “ali” nella processione più partecipata dai
fedeli cristiani e più vissuta un po’ da tutti (anche da quel signore che, per
pochi istanti, si alzava dalla sedia del bar, lasciando le carte da gioco nel
“giorno della festa” per riverenza al passaggio del corteo processionale),
profumando di petali colorati le strade della città al passaggio del Santissimo.
Non un gesto puramente rituale – in qualche recente balordo anno con una confusa
interpretazione “laica” – ma di vocazione familiare, cioè alimentata e animata
in ogni incontro, e in ogni occasione di crescita e di condivisione, da una
profonda esperienza comunitaria dentro e fuori il contesto scolastico, ad
iniziare dalla recita della preghiera quotidiana e, per molti di noi (papà,
mamme, nonni, fratelli, sorelle, etc.), in comunione tra le famiglie: prima
dell’appello in classe, un’invocazione alla protezione della Madonna. Certi
frutti di “vita a tempo pieno”, anche fuori dall’aula scolastica, tra una
preghiera e una solenne processione, hanno radici profonde in una missione
collettiva rivolta ad accrescere, evidentemente, la qualità civica della
comunità. Cioè, non come “un’altra scuola materna”!
Non entrando in merito alle problematiche sui costi gestionali della scuola
“paritaria” (così definita negli atti ministeriali) – interpretando, nelle
discontinuità civiche, le visioni di “gestioni armoniose” piuttosto che di
risolutive “chiusure poco armoniose” –, la crisi della natalità ha posto questioni
serie e in prospettiva alle istituzioni locali. Eppure, qui a Guglionesi, nelle
adesioni all’offerta formativa le scelte delle famiglie erano prevalentemente
orientate in una preferenza scolastica verso le iscrizioni alla “Mimì Del
Torto”: nell’anno scolastico 2018-2019 circa il 70% delle preiscrizioni per
l’infanzia fu indirizzato alla paritaria comunale di Guglionesi. Un richiamo
sociale delle famiglie al quale, fin dalla programmazione istituzionale, andava
garantita la tutela della continuità dei cicli scolastici già intrapresi: molte
famiglie, in un periodo di forte crisi economica, non sono in grado di sostenere
ulteriori spese impreviste, pur avendo scelto, per i propri figli, un ciclo
formativo nella paritaria a condizioni gratuite di iscrizione al ciclo dei
tre anni, come prerogativa di
tutte le precedenti generazioni guglionesane nella “Mimi Del Torto” e,
soprattutto, come dai principi fondativi dell’istituzione.
Proprio questa sensibilità sociale (la garanzia della conclusione programmata del ciclo
educativo per i bambini più piccoli) è risultata forse disattesa e sepolta, come polvere, sotto
il tappeto decisionale e contabile (un'improvvisa “rinuncia” in corso nel
completare il ciclo formativo), nonostante la conferma di affetto
delle famiglie; una preferenza verso il modello educativo della scuola paritaria
confermata dalle famiglie sebbene, poi, gli eventi del recente terremoto in Molise avessero
persino sottratto il luogo pertinente alle attività didattiche della “comunità
scolastica” della “Mimì Del Torto”, “ospitata” (provvisoriamente?) nel plesso
scolastico di via Catania senza prospettiva di adeguato rientro nella storica
“casa famiglia” di via Guiscardo.
La cultura dell’amministrazione pubblica a livello di gestioni territoriali è
certamente cambiata negli ultimi anni, aggravata dalle dinamiche nelle
aggregazioni politiche e civiche, alimentata da crisi di ogni genere, caricata
di eventi imprevedibili e soffocata da populismi e ideologie spesso di
inadeguata formazione alla gestione pronta del “bene comune”; una capacità
amministrativa vincolata da norme e da bilanci gestionali sottoposti ai pareri
dei revisori e della Corte dei Conti in una condizione civica che parametrizza
sempre più il “valore” del bene pubblico benché non attrezzata, dall’alto del
controllo, alla commensurabilità dei “valori” umani in azioni costruttive e
solidali con la propria identità.
Per carità! È giusto così, affinché in ogni “spesa pubblica” di moderna
concezione statale prevalga l’accortezza contabile in rapporto alle opportunità
e alle solidità delle istituzioni ereditate. Tuttavia – e scrivo a cuore amico
per il futuro – sul campo del civismo non dovrebbe mai pervenire latente il
coraggio dell’onestà intellettuale: quando, come sintesi di un’azione civica di
insieme, non si è predisposti ad una sfida culturale con l’identità della storia
collettiva a poco o a nulla giova rilanciare su altri auspicabili obiettivi
dell’impegno civico. In termini di investimenti socio-culturali, tra un presunto
e immediato sollievo nella contabilità amministrativa e la rinuncia a quote
partecipate di risorse pubbliche nell’inclusione educativa dei giovani,
prossimamente da incrementare anche tra i fondi della programmazione europea, le
arrese come un faro spento per l’avvenire saranno testimoniate,
comunque e ovunque, nel patrimonio culturale del “bene comune”.
In generale, un “bene comune” generoso di valenza identitaria non dovrebbe mai
trasformarsi in un “pretesto di scontro” avvilito da eccessivi personalismi
non dialoganti, ma in “occasione di incontro e di collaborazione” tra
eletti, dentro e fuori maggioranze labili, con mandati mai così circoscritti nella
rappresentanza complessiva della comunità.
Un ringraziamento a tutti coloro che, in ogni epoca e nonostante ogni difficoltà
della propria contemporaneità, per circa un secolo hanno donato il cuore dentro
una straordinaria “comunità della bellezza”: (senza fare i nomi) le suore, i
sacerdoti, i benefattori, i sindaci, i consiglieri comunali, gli assessori, i
presidenti, i commissari e gli amministratori istituzionali, il personale
educativo e di collaborazione scolastica, le famiglie, le volontarie e i
volontari, gli animatori, le cuoche, gli autisti e gli accompagnatori dei
pulmini scolastici, le catechiste e i tanti, i tantissimi cittadini che hanno
nutrito, ciascuno secondo le proprie possibilità e disponibilità (anche con una
umile preghiera!), un’esperienza di comunità autentica dentro una missione
condivisa al servizio dell’infanzia e come presidio dell’orgoglio
guglionesano.
Senza le ali degli angeli planiamo nell’offerta educativa senza opzione di
scelta alternativa, con più banchi di scuola da traslocare ed aggregare altrove.
Ai bambini della “Mimì Del Torto” sia riservata un’accoglienza con generosità.
Infine, caro direttore, a memoria culturale allego un breve estratto di un
racconto dello scrittore Giuseppe D’Agata (consiglio di leggerlo e rileggerlo
spesso come autore per nutrirsi nell'anima dell'orgoglio guglionesano), il quale da
testimone volge lo sguardo di narratore a un periodo tra gli anni Trenta e gli
anni Cinquanta del secolo scorso, quando, ieri come oggi, l’emigrazione dei
giovani sradica il futuro delle comunità, rendendo ogni paese un luogo
per anziani isolati dalle carezze dei figli e dei nipoti: quella comunità
saggia di un tempo senza indugio investì socialmente in un piano formativo e inclusivo
per l’infanzia, concependo la Scuola comunale per offrire più opportunità ai bambini
con più disagi e lasciando un
messaggio alle altre generazioni: ad maiora semper!
Luigi Sorella
Guglionesi, 30 giugno 2021,
ricorrenza liturgica dei Santi Primi martiri della Santa Chiesa di Roma