6/2/2021 ● Cultura
La campana del Cinquecento, il "rintocco" del Padre conciliare
Datata al 1588, è la più antica campana in bronzo di Guglionesi (Molise) e
dell'ex Diocesi di Termoli. Batte il quarto di ora, ogni giorno, da più di
qualche secolo, sopra la cuspide del timpano nella facciata della collegiata di
Santa Maria Maggiore in Guglionesi, per l’orologio alla francese della chiesa
madre.
La rarissima campana cinquecentesca di Guglionesi nel 1588 fu commissionata dal
Padre conciliare mons. Cesare Ferrante (o Ferranzio) da Sessa Aurunca, elevato
alla cattedra episcopale di Termoli a seguito del suo carisma spirituale e del
contributo culturale nell’ultima sessione del Concilio di Trento.
Il 27 dicembre del 1561 il giovane vicario della Diocesi di Sessa Aurunca –
inviato al Concilio dal suo vescovo mons. Galeazzo Florimonte, Segretario dei
Brevi apostolici nel pontificato di Giulio III – tenne, al cospetto dell’ascolto
dei padri conciliari, un’orazione dedicata a San Giovanni Apostolo ed
Evangelista, nel giorno della ricorrenza liturgica. San Giovanni – è bene sempre
ricordarlo – fu l’apostolo prediletto di Gesù Cristo. In pieno spirito di
Controriforma della Santa Romana Chiesa, l’attività conciliare di Ferrante fu
svolta nelle sessioni dedicate all’Eucaristia, della quale ancora
oggi la Chiesa cattolica preserva il senso spirituale della carità nel
rendimento di grazie.
Come il predecessore mons. Marcello Dentice (1565-1569), Cesare Ferrante scelse
Guglionesi come sede operativa dell’episcopato cinquecentesco di Termoli [cfr. “L’episcopato
di Termoli nel Cinquecento” di Luigi Sorella, Palladino Editore, 2017,
pubblicato con il contributo della CEI], dove operò con una moltitudine di
testimonianze ancora oggi integre nel patrimonio storico-culturale del centro
molisano, tra le quali: la splendida pala d’altare del 1572, l’Assunzione della
Vergine Maria (opera d’arte nell’ambito della bottega di Marco Pino da Siena), e
dove, nella scena sacra, si riflette anche la probabile immagine del vescovo
nell’elevazione episcopale, avvenuta il 1° di aprile del 1569 per volontà di San
Pio V, come riportava l’epitaffio, ormai scomparso, della sepoltura presso la
collegiata di Guglionesi; gli affreschi michelangioleschi a tema biblico, datati
al 1587, nella cripta di Santa Maria Maggiore e nella cappella cinquecentesca
dedicata al Santo Patrono di Guglionesi, l’abate benedettino di nome Adamo; il
“Seminario urbano” di Guglionesi, attivo dalla fine del XVI secolo fino alla
metà circa del XIX secolo, tra i primissimi “seminari urbani” della Chiesa a
seguito delle disposizioni del Concilio di Trento nella formazione del clero
secolare.
Il vescovo Cesare Ferrante fu “Familiare di Sua Santità” alla Corte pontificia
di San Pio V, nonché tutore ed educatore nella formazione culturale dei nipoti
del pontefice Pio IV.
Quella campana così preziosa, che oltre la data riporta il nome del Vescovo di
Termoli e il suo blasone episcopale, lì in alto, ogni 15 minuti, come un
messaggio divulgato da cinque secoli richiama l’imponente “voce” del Padre conciliare
Cesare Ferrante (o Ferranzio), nelle parole più esemplari donate alla
Controriforma della Santa Romana Chiesa: “corrette la gloria e la bellezza
della Chiesa, si recuperi la dignità ormai perduta del sacerdozio, il migliore,
il più ricco e delizioso frutto della vigna di Cristo”.
[Luigi Sorella, a memoria della scoperta culturale avvenuta in data 28
ottobre 2020, in occasione di uno studio in corso per la catalogazione patrimoniale delle campane della Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Guglionesi]
Foto di Luigi Sorella