7/8/2020 ● Cultura
Guardialfiera si veste di luce nuova e di un nuovo Concerto maestoso di Campane
Celebrazione liturgica presieduta dal Vescovo e cerimonia di
inaugurazione del duplice evento – Lunedì 10 agosto ore 19
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Chiesa di Dio e popolo in festa il 10 agosto a Guardialfiera, lunedì, nella sera
di San Lorenzo: Campane slegate a distesa; felicità di luci; poema di unità
umana e di luminose e risonanti speranze nuove.
Due eventi rari; occasioni felicissime da celebrare, seppur con le cautele
dovute alla virulenza tuttora inestirpata. La Cerimonia Inaugurale alle ore 19
del “Giubileo della Luce”; e quella della nuova Campana.
1. Il Giubileo della Luce. L’11 aprile del 2015, Domenica di Pasqua, Papa
Francesco emana la Bolla “Misericordiae vultus” e indice il Giubileo
Straordinario della Misericordia. Bergoglio rileva la necessità di tener viva
nel mondo la “Luce”, indispensabile dispensatrice del Perdono di Dio. L’ANCI
(Associazione Nazionale Comuni d’Italia), ne abbraccia l’idea e dirama l’Avviso
Pubblico di partecipazione al Progetto “Giubileo della Luce”, finanziato dal
Ministero dell’Ambiente e teso a valorizzare e illuminare “Luoghi in penombra”,
al di sotto di 30 mila abitanti, ma di forte attrattiva storica, sacra e
artistica.
Il Centro Studi di Guardialfiera, acciuffando il Bando, raggiunge all’istante
Antonella Galdi responsabile del Procedimento all’Anci, la quale chiarisce
coordinate ed essenzialità per l’ammissione: “Possedere la Porta Santa”, oppure
dimostrare l’inclusione negli itinerari ufficialmente riconosciuti “della fede
dei padri” o in quella dei “Percorsi Giubilari”. La dott.ssa Galdi in cinque
giorni riceverà l’insieme del carteggio avvalorato dalle formalità del Comune. E
con Giada Majo e con Marco Pertignani diventeranno da allora le figure eroiche
immolate, minuto per minuto, nel sopportarci, ascoltarci e aiutarci nel cammino
del lungo agire.
Sarà poi la Città di Guardialfiera a curare il progetto esecutivo, intrecciando
tutto il procedimento con fili colorati di volontà, entusiasmo e connessioni, e
a stupirci adesso con l’arazzo luminoso d’una insolita spettacolarità.
E, come quando nella prima pagina della Bibbia e nel primo giorno della
Creazione lo spirito di Dio, aleggiante sulle acque, ordinò: “Sia luce, e luce
fu”, così ora Vincenzo Tozzi, Primo Cittadino di questo nostro natìo borgo,
potrà sussurrare; Sia luce, e luce sarà!”.
Un progetto di ultima generazione firmato dall’Architetto e Direttore dei lavori
Raffaello Gàspari: creatura deliziosa, umile; pioniere della luce artistica. Ci
ha donato un prodotto sublime, di inatteso impatto emotivo, scenografico e
cromatico. Ha voluto letificare di luce un museo di pietre all’aperto: la
struttura imponente e gli scorci architettonici più caratteristici della nostra
millenaria Cattedrale; gli archetti pensili; l’arcipelago e le sfumature di
bassorilievi disseminati nei paramenti murari. La fantasia di luci sulle punte
di diamanti nel portale gotico a ponente e gli smerli e gli aculei delicati
della “Porta Santa”.
E’ accaduto già che altri maestri dell’architettura luminosa hanno esaltato di
nuovi splendori il Colosseo, la Torre di Pisa, la Basilica di S. Pietro, il
Pantheon. Ora Raffaello Gàspari svela qui anche i dettagli ed i ricami della
torre campanaria; i fregi dei cornicioni; le arcate, i rosoni e le grandi
monofore; e gli spigoli della freccia piramidale del bianco campanile che spinge
i nostri sguardi verso la verticalità e l’infinità di Dio.
Pieno splendore, inoltre, all’Edificio Comunale e al settecentesco Palazzo
Loreto. Fasci di luce brillano poi sul poderoso altorilievo bronzeo, dedicato a
Francesco Jovine, sciolto nel 1992 dalla Fonderia Marinelli di Agnone, sul
quale, gli incunaboli di Rita Racchi Macchiagodena, fanno sopravvive e parlare
l’educatore ed il grande romanziere gardiese. E si veste di luce persino la
Storica Fontana in pietra del 1886, fonte significativa in quel tempo, anche di
avanzata civiltà. Quando c’è acqua, c’è sanità e progresso.
L’esecuzione di tanto insieme d’eccellenze è stato compiuto dai sapienti e dalle
maestranze della Impresa “Tekno-1” di Pesche, in provincia di Isernia.
2. Le Campane Il 12 giugno 2019, il fiuto sagace di Pasquale Patullo – titolare
a Boiano dell’ “Automazione Campane Molise” - rileva una crepa tra la corona
d’aggancio e il ceppo oscillante nella Campana più antica e unica al mondo
ancora squillante di sei quintali. Essa fu colata, infatti, nel 1598 dai
“Sovrani del Bronzo” di Agnone per eternare l’elargizione d’una Indulgenza
inconsueta e Plenaria, largita in quell’anno da Gregorio XIII alla Confraternita
del Sacramento a Guardialfiera. E la attinente Bolla miniata, risulta ancora
esposta in Cattedrale, mentre il significato storico interpretativo è provato
dall’Ostensorio effigiato sulla balza predominante della storica campana
incrinata. Si sarebbe perciò dovuta liquefare! Considerato però la sua
straordinaria dimensione diacronica e l’incomparabile valore sentimentale; visto
che il guasto non avrebbe compromesso il suono a scampanio azionato da tele
battente fisso, si è stabilito di preservarla trasferendola in altra monofora.
Necessità, dunque, di issare al suo posto una nuova da suonare a distesa e farla
colare dai Marinelli di Agnone. Costi economici, però, incompatibili per il
nostro popolo, sempre virtuoso, ma drammaticamente falcidiato e ridotto a poche
centinaia di superstiti. E’ impraticabile anche far ideare dalle Automazioni di
Pasquale Patullo una ricchezza di nuovi programmi sonori e sprigionarli dalla
ridente Torre Campanaria su cui troneggia anche il Campanone di 13 quintali,
celebre per la Croce Magica. Ma, come per i tempi di Goldoni, insorge il
Vittorio Feltri, direttore di “Libero” e, dall’infanzia, infatuato di
Guardialfiera. Il “Burbero benefico”, il Gereonte di oggi, dall’apparenza
aggressiva e rude ma dal cuore buono, capace ancora di beneficare e disorientare
l’italica frotta. E c’è anche la munifica limpidità dell’Arcivescovo Leo
Boccardi il quale de Teheran (dov’è Nunzio Apostolico) ci conforta di finezza e
di sostanza.
Popolo in festa, dunque lunedì, assieme al Vescovo mons. Gianfranco De Luca, per
celebrare l’Eucarestia e la fiducia incrollabile nella forza ereditaria di un
vivere condiviso. Assieme a don Antonio, alle Autorità, ai rappresentanti
dell’Associazione Comuni d’Italia per percepire l’incanto della Luce e i
messaggi sonori delle Campane e con la passionalità del nostro sentire, del
nostro dover dire, del nostro pensare, in una riaffermazione di una “grazia che
lenta s’imprimeva dentro”.