22/6/2020 ● Cultura
Muore a Venezia Domenico Simi de’ Burgis ideatore della "Giornata Mondiale della Poesia"
Muore a Venezia Domenico Simi de’ Burgis ideatore della Giornata Mondiale
della Poesia “2 Ottobre”. Dal 2009 ha elevato Guardialfiera a Sede Stabile
Celebrativa, legandola a Parigi.
“La poesia è il primo gradino che gli uomini salgono per volare verso il cielo”.
E’ il versetto poetico stilato da Domenico Simi de’ Burgis per la sua futura
morte. E me lo ha trasmesso oggi, di buon mattino, suo figlio Saverio – a sua
volta intellettuale di vasto sapere – per annunciare agli amici ed ai poeti del
mondo, la dipartita dell’ideatore, trent’anni fa, a Venezia della “Giornata
Mondiale della Poesia”.
Domenico Simi de’ Burgis, dunque, muore a 93 anni. Scompare l’intellettuale
passionale rifulgente nella storia della poesia. Si spegne una voce profetica;
un cantore sorprendente, pacato, lucido dalla fede incrollabile. Un “uomo” dalla
capacità umana, nato per fare il bene e praticare giustizia: sostanze preziose e
potenti in questi anni di varia “disumanità”.
Dolore vivo quello che provo. Perché viene a mancare un caposaldo; un punto di
riferimento per noi tirocinanti della cultura; un avamposto nazionale che, a
Guardialfiera, ha affidato un’eredità importante e imponente. L'ha elevata a
Sede Stabile Celebrativa, assieme a Parigi, per Cantare con gli Angeli Custodi,
il 2 ottobre l’immaterialità dei versi.
Ci ha spinti a guardare oltre il nostro naso, senza cadere alla banalità; a
riconoscere invece che la vita è meravigliosa costruzione collettiva, solo se
vissuta con l’ispezionarci dentro e attorno; e se, saggiamente, riusciamo ad
essere comunica in cammino.
“Egli ha riconsegnato a noi, l’eredità pregressa dei nostri padri saggi
perennemente adatta a germinare passioni e creatività. Ci ha assegnato un
lascito ed un addestramento che promuove il sapere e dà sapore al pensare. Uno
stimolo a sprigionare cose lucenti confezionate con l’eroismo quotidiano,
lontano dallo schiamazzo e acconciate con parole non urlate e con idee e gesti
validi a vivere e concretare l’intreccio fra natura e cultura, tra realtà e
fantasia col sostegno invincibile e maestoso della poesia”.
Ritrovo questi pensieri ed anche i ricordi – che richiamerò di seguito – dalla
“Introduzione” che Antonietta Aida Caruso mi consentì di elaborare per il suo
recente campionario di “Poesie senza tempo nel nostro tempo”.
Domenico Simi de’ Burgis mi fu presentato nel 2008 dalla mia amica Grazia
Marchianò, mistica e studiosa dell’Oriente e moglie di Elémre Zolla filosofo e
conoscitore di dottrine esoteriche.
De Burgis, con l’Unesco, aveva già definito la Poesia, come pensiero e vertice
umano della parola e la conduce, così, per il mondo. Favorisce, mano, l’arte
poetica spagnola, quella filosofica indiana, la rapsodia germanica, le ballate
romantiche inglesi, la lirica burlesca di Fancia. Ed esplora affabilmente anche
quelle armene, romene, il pulsante carme ungherese ed i moduli ellenistici
dell’Oriente Mediterraneo. Più tardi va a degustare la vena lussureggiante
poetica sud-americana, e la metrica sanguigna delle Dolomiti. Poi, esortato
dalla Marchianò, tocca terra qui. Nel 2009. Guardialfiera esordisce e agisce da
spinta propulsiva, esaltando la poesia nei sette luoghi. alloglotti del Molise,
nell’isola Croata e in quella degli Albanesi nostalgici, venuti dalle Terre
delle Aquile. 3° settembre, 1° e 2 ottobre: tre giorni di magia e di avvincente
etnia romantica.
Con l’Alto Patrocinio del Capo dello Stato, Egli chiama qui a raccolta, di anno
in anno, le voci e gli spiriti liberi sospinti a contrastare le aggressioni
all’intelletto, all’uomo ed alla casa dell’uomo.
Vorrà, adesso, il suo spirito assistere ancora il Molise ad alitare poesia. A
cantare l’ordine e il disordine del cuore umano. A mettere in fila i segreti più
segreti del’anim. E pensieri e parole che scandiscano il passare del vivere e la
frenesia di poterci ancora cimentare, con Lui, nel “sognare” e nel volerci bene.