19/5/2020 ● Cultura
Ogni giorno Maria
Perciò, Santa Maria, donna coraggiosa, tu che nelle tre ore di agonia sotto
la croce hai assorbito come una spugna le afflizioni di tutte le madri della
terra, prestaci un po' della tua fortezza. Nel nome di Dio, vendicatore dei
poveri, alimenta i moti di ribellione di chi si vede calpestato nella sua
dignità. Alleggerisci le pene di tutte le vittime dei soprusi. E conforta il
pianto nascosto di tante donne che, nell'intimità della casa, vengono
sistematicamente oppresse dalla prepotenza del maschio.
Ma ispira anche la protesta delle madri lacerate negli affetti dai sistemi di
forza e dalle ideologie di potere. Tu, simbolo delle donne irriducibili alla
logica della violenza, guida i passi delle "madri-coraggio" perché scuotano
l'omertà di tanti complici silenzi. Scendi in tutte le "piazze di maggio" del
mondo per confortare coloro che piangono i figli desaparecidos. E quando suona
la diana di guerra, convoca tutte le figlie di Eva perché si mettano sulla porta
di casa e impediscano ai loro uomini di uscire, armati come Caino, ad ammazzare
il fratello.
Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai
conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci
abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni
quotidiane, non con l'anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di
essere custodito nel cavo della mano di Dio. E se ci sfiora la tentazione di
farla finita perché non ce la facciamo più, mettiti accanto a noi.
Siediti sui nostri sconsolati marciapiedi. Ripetici parole di speranza.
E allora, confortati dal tuo respiro, ti invocheremo con la preghiera più antica
che sia stata scritta in tuo onore: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e
liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta». Così sia.
don Tonino Bello
Foto: particolare Maria e Giovanni accolgono Gesù sotto la croce, parte
superiore del trittico di Michele Greco (1505), olio su tavola, Chiesa Santa
Maria Maggiore-Guglionesi