23/1/2020 ● Guglionesani
Michele Carunchio, tra arte, cultura e fede…
Michele Carunchio è nato a Guglionesi nel 1876. Suo padre si chiamava
Luigi Carunchio, si sposò con Paola Tilli dalla quale ebbe tre figli, tra cui
Michele.
Appena adolescente, Michele, dopo la morte della madre e le seconde nozze del
genitore, si trasferì, con parere non del tutto favorevole del padre, a Napoli.
Arrivato in questa metropoli, ovviamente, trovò un “mondo” totalmente diverso da
quello nel quale era abituato a vivere. Napoli, la “capitale del sud “, era una
realtà piena di novità e di stimoli. Condizioni queste che “avvolsero” il
giovane e attento “guglionesano” e lo orientarono alla vita in maniera
totalmente inusitata. Abbracciò la fede Cristiana Evangelica Valdese, in
seguito, a Guglionesi, aprì la chiesa e la guidò per lungo tempo come
predicatore locale (Presbitero). Imparò il mestiere di tipografo e si avvicinò
all’arte della dagherrotipia (fotografia), apprendendone i modi e i segreti che
lo resero in breve un provetto professionista. A cavallo
dell’ottocento/novecento (1899/1900), dopo il servizio militare, tornò
definitivamente a Guglionesi.
Con qualche risparmio di cui disponeva e con l’aiuto dell’abbiente genitore
Luigi, nel 1899, iniziò l’attività di tipografo/fotografo. Il successo di
questa iniziativa non tardò ad arrivare. Era uno dei primi, non solo in ordine
temporale, impianti tipografici del Basso Molise. Solo la “importante” Larino e
il capoluogo Campobasso ospitavano fra le proprie mura altre attività similari.
Nel 1902, in Largo Garibaldi n° 20, editò il giornale “Vita Nuova” che ebbe,
almeno come novità, un buon successo territoriale. Era stampato tre volte al
mese.
Michele, nel 1904 si sposò con Angelina Putalivo. Con parte della dote della
moglie ampliò lo stabilimento tipografico. Questo, in brevissimo tempo, divenne
un’importante realtà, oltre che economica, anche culturale per tutto il
territorio Basso Molisano. Nel 1911, sempre come editore/stampatore, pubblicò i
giornali “Papparì” e “La Vera Voce”. Erano testate antagoniste fra loro con
ideali e ideologie differenti.
“Papparì”, quindicinale indipendente, in breve tempo travalicò i confini del
nostro paese per diventare la voce dell’intero Molise. Alla sua realizzazione
parteciparono giovani guglionesani di gran valore in campo letterario e
giornalistico, tra questi i fratelli Giovanni e Achille Romanelli che divennero,
rispettivamente, Presidente della stampa parlamentare e Direttore Generale
dell’Agenzia Giornalistica Ansa. Altre furono le pubblicazioni, delle quali in
un qualche modo si è persa memoria. Naturalmente, al lavoro di
editore/stampatore alternava l’attività di tipografo più in generale. Stampava
di tutto per usi commerciali, pubblicitari, uffici pubblici e per i privati.
Insomma, le “Arti Grafiche” erano il “regno” della Stamperia Carunchio. Continuò
anche con l’attività di fotografo. Moltissimi sono i suoi lavori fotografici
ancora presenti negli annali e nelle mostre locali.
Michele, nel 1912 partecipò alla “Exposition Internationale” di Parigi dove,
per la sua opera “Photo-Typographique”, ottenne un importante riconoscimento di
carattere Europeo. Fu premiato con un diploma e una medaglia d’oro. Tornato
a Guglionesi, si mise in contatto con l’ebanista locale Antonio Moro e gli
commissionò una cornice degna del premio ricevuto in Francia. Questi, realizzò
una cornice artistica contenente sia la medaglia d’oro che il diploma. (Vedi
foto).Altre prestigiose opere di Antonio Moro si possono ammirare nelle chiese
di Guglionesi : Collegiata di S. Maria Maggiore e S. Antonio di Padova.
Alcuni anni dopo, nel 1934, diede alle stampe il volume, i “Quaderni Turistici”,
scritto dal dott. Manfredi Caruso! altro figlio illustre della nostra terra. La
Stamperia Carunchio dagli inizi e fino alla fine della seconda guerra mondiale
esercitò la propria attività in Largo Garibaldi (ex convento dei Cappucini)
ovvero Castellara, dove Michele Carunchio, aveva anche la dimora. In questo
posto nacquero i suoi sette figli fra maschi e femmine. Tutti lavorarono nella
Stamperia. La mano d’opera non bastava mai. Nei periodi più floridi erano
impiegati nello stabilimento grafico fino a trenta unità lavorative. Le figlie,
man mano che prendevano marito, si allontanavano dall’attività di famiglia. I
maschi Pietro-Guttemberg-Stephenson e Paolo Franklin restarono, invece, a
lavorare con il genitore. Questi, quando in età, divennero a loro volta
presbiteri della locale chiesa Valdese. Negli anni venti, il maggiore dei due,
Stephenson, fu mandato in un collegio Valdese a Firenze per studiare Arti
Grafiche e Incisoria. Il più giovane Franklin (purtroppo) appena in età da
coscritto fu spedito al fronte. Fra pre-militare, militare, guerra e prigionia,
partì nel 1936/37 e rientrò nel 1946. Va evidenziato che ambedue i figli maschi
di Michele portavano come nome (non a caso) quello d’illustri tipografi della
storia. Lo stesso Michele partecipò, come richiamato, alla prima guerra mondiale
e il figlio Franklin (come detto) alla seconda, assieme alle maestranze della
Stamperia.
Durante i periodi bellici (1915/1918 e 1939/1945) l’attività, in qualche modo,
fu ridimensionata. Dopo il servizio militare, Paolo Franklin, tornò
definitivamente a Guglionesi. Il 19 marzo 1975, dalla CCIAA di Campobasso fu
insignito dell’onorificenza di Maestro Artigiano.
Francesco, il figlio minore di Franklin, per tutti i guglionesani, “Franchetto”,
fine narratore delle vicende della famiglia Carunchio, ha contribuito
notevolmente, a far capire il “segno profondo” che questo mestiere, fondato da
suo nonno Michele, ha lasciato nella collettività guglionesana. Colgo
l’occasione per ringraziarlo, con sincero entusiasmo, mi ha aperto la sua casa,
mettendomi a disposizione i suoi ricordi e il vasto archivio fotografico della
famiglia Carunchio, rendendo un grande servizio a tutta la nostra comunità.
Michele Carunchio, nel 1949 si spense a Guglionesi, colto da infarto sul
posto di lavoro!
I figli continuarono l’attività di famiglia, con la denominazione di “Tipografia
F.lli Carunchio”.
La Tipografia Carunchio ha iniziato l’attività nel 1899 ed ha chiuso i
battenti nel 2013, a cavallo di tre secoli e, con “solo” 114 anni di vita!
Diploma e Medaglia d’Oro assegnate a Michele Carunchio
alla Exposition Internationale di Parigi anno 1912
(Archivio fotografico della famiglia Carunchio)
Famiglia al completo di Michele Carunchio
(Archivio fotografico della famiglia Carunchio)
Michele Carunchio
(Archivio fotografico della famiglia Carunchio)