19/12/2019 ● Ambiente
Dal 2018 accensione camini in regola per legge “anti-inquinamento”
Il riferimento nazionale, per le norme "anti inquinamento" nell'uso di
combustibili domestici, è il D.M. n. 186 del 7/11/2017
"Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide"
entrato in vigore dal 2 gennaio 2018.
Il decreto stabilisce le modalità per effettuare la certificazione di camini chiusi, camini aperti, stufe a legna, stufe ad accumulo, cucine a legna, caldaie fino a 500 W, stufe, inserti e cucine a pellet/termostufe.
Sono previsti limiti restrittivi di emissioni, già dalla
normativa in atto dal 2018: "Indicazioni circa le modalità di installazione e di manutenzione dei generatori di calore"
(cfr.
link).
Dal 2018, inoltre, le Regioni Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Lombardia hanno
già emanato ulteriori specifiche misure volte a limitare l'utilizzo di determinate tipologie di impianti combustibili domestici, in applicazione
alle iniziative anti-inquinamento: "più del 51% del particolato presente in atmosfera proviene combustioni non industriali, quindi dai sistemi di riscaldamento utilizzati nelle nostre case" (cfr. link).
"Per tutti quei Comuni che si trovano parzialmente al di sotto dei 300 metri
di altitudine sarà il Comune ad indicare per quali parti di territorio vale il
divieto. Qualora non ci fossero direttive specifiche, la legge riguarderà il
Comune intero.
Secondo la legge “anti-inquinamento” non sarà possibile installare nuovi
generatori con classificazione al di sotto delle 3 stelle.
Questa legge prevede che il 1° ottobre del 2019, verranno coinvolti dalle
limitazioni anche i generatori di calore alimentati a biomassa con classe
inferiore a 3 stelle. Mentre dal 2020 non potrete più installare impianti con
classe inferiore a 4 stelle.
La motivazione che ha portato alla nascita di questa nuova legge è che in molte
regioni italiane, come l’Emilia Romagna, più del 50% delle emissioni di Pm10 è
dovuto al riscaldamento domestico a biomassa. Un camino tradizionale aperto, in
media, produce circa 2.880 tonnellate di Pm10 in un anno. Questo ha
ovviamente portato alla necessità di risolvere questo problema. L’inquinamento è
infatti un problema per molte città italiane, dovuto soprattutto alla presenza
delle polveri sottili liberate nell’aria da auto, impianti industriali o
cantieri. E naturalmente, anche dagli impianti di riscaldamento, che soprattutto
nei mesi invernali fanno crescere moltissimo questi valori.
(...)
Chi ha un impianto con classe di prestazione compresa
tra le 2 e le 5 stelle non verrà interessato da questa legge.
(…) Esenti dal divieto anche tutti coloro che usano il caminetto o la stufa a pellet
come unico mezzo di riscaldamento. Quindi se avete solo caminetti e stufe a
pellet per riscaldarvi, non ci sono problemi. Potrete continuare a farlo.
Mentre
se avete sia termosifoni che altri
impianti,
il caminetto aperto non potrà essere utilizzato.
Questo perché il caminetto tradizionale è indicato da questa legge come
fonte di inquinamento, appunto."*
Secondo la Direzione regionale dell'ambiente e dell'energia francese (Driee) un caminetto a legna acceso per mezza giornata emetterebbe la stessa quantità di polveri sottili, pm10 in particolare, di un’auto a gasolio che percorre
3.500 km (= Guglionesi (Molise)-Londra andata e ritorno).
I risultati di uno studio condotto in 9 Paesi e circa 300.000 persone seguite per oltre 13 anni, ha dimostrato
la relazione tra aumento delle polveri sottili e numero di tumori del polmone indipendentemente da altri fattori come il fumo di sigaretta.
L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ha classificato
l'inquinamento atmosferico e le polveri sottili fra i carcinogeni umani di tipo 1.
*[Estratto da
https://urbanpost.it]