20/5/2019 ● Cultura
Film "Dolor y gloria" di Pedro Almodovar
Il 21° film girato dal regista e presentato al 72° festival di Cannes,
racconta la vita di Salvator Mallor (Antonio Banderas), un regista in crisi di
creatività, afflitto da diversi disturbi di natura fisica e psicologica che gli
causano una profonda e acuta sofferenza non mitigata dall'uso di psicofarmaci e
dal consumo di eroina.
L'opera è una profonda e attenta riflessione dell'esistenza e una immersione nel
dolore , nel vuoto e nella sofferenza.
I ricordi dell'infanzia si riferiscono agli anni 60, quando emigrò con i suoi
genitori a Paterna, nella provincia di Valencia, in cerca di fortuna, vivendo in
precarie condizioni economiche in una grotta, confortato dall'amore della madre
e misurandosi con i primi turbamenti.
Successivamente la storia si sposta alla Madrid degli anni 80 dove emergono i
ricordi del primo desiderio e amore da adulto e al grande dolore per la fine di
una passione ancora palpitante e coinvolgente.
Il personaggio centrale del film è la madre di Salvator, Jacinta,
interpretata da Penelope Cruz da giovane e da Julieta Serrano da anziana.
I temi ricorrenti di tanti film di Almodovar sono i sentimenti e la difficoltà
di vivere che può essere mitigata dall'arte in tutte le sue molteplici
espressioni e da un buon rapporto umano.
Il protagonista consapevole che il passato non potrà mai più tornare, nella sua
camera illuminata dai vivi colori dei quadri in contrasto col buio dell'anima,
con grande fatica riprende la scrittura che è arricchimento e mezzo liberatorio.
Bella la colonna sonora e alto il livello di recitazione e di immedesimazione
degli attori nei personaggi in cui ciascuno di noi si può rispecchiare e
ritrovare.