17/4/2019 ● Cultura
"Cafarnao. Caos e miracoli" di Nadine Labaki
Il film, premiato dalla giuria di Cannes del 2018, racconta la storia del
dodicenne Zain appartenente a una famiglia numerosa.
Il ragazzo, per un reato commesso, viene condotto in stato di detenzione in un
Tribunale di Beirut.
Durante il processo Zain incolpa i genitori per averlo messo al mondo
lasciandolo insieme ai suoi fratelli in uno stato di grande indigenza, miseria e
illegalità.
Esasperato da questa situazione fugge e viene accolto da Rahil, immigrata etiope
che lo ospita in una baracca, affidandogli il figlio di un anno mentre lei
lavora.
Il film è immerso in una dimensione di dramma con al centro dei minori e una
Società, che non sempre per colpa, non ha alcuna cura dei bambini, e anche per
motivi economici non vengono registrati alla nascita precudendogli la
possibilità dell'istruzione e l'accesso alle cure.
L'opera descrive con intensità e realismo le ingiustizie e le miserie del mondo
con gli occhi dei più piccoli.
La realtà non muta per chi vive nelle baraccopoli, slum, bidonville, favelas e
township, estreme periferie del mondo, dove vivono circa un miliardo di persone,
in maggioranza bambini, privati della fanciullezza insieme ai sogni, desideri,
speranze e volontà di riscatto.
Il film suscita dibattiti che portano alla riflessione e scuotono le coscienze,
in quanto non si può essere indifferenti davanti a tanta ingiustizia e profondo
dolore.
Occorre una diversa Società che rinunci al superfluo e ponga al centro i valori
della solidarietà, della fratellanza e dell'amore per il prossimo.La regista per
rendere più veritieri i personaggi ha scelto attori non professionisti che
conoscono il contesto in cui si muovono.
"Cafarnao" si riferisce a un piccolo villaggio della Galilea nella cui sinagoga
Gesù predicava.
Il film e la lettura sono indispensabili strumenti di crescita, che elevando la
conoscenza e affinando il senso critico consentono di fare oculate scelte
rifiutando facili promesse fatte da abili venditori di illusioni.