11/2/2019 ● Politica
Incontro Conte, Toma: "Al Molise e al Sud investimenti di cittadinanza"
Signor presidente del Consiglio dei Ministri, il Molise la saluta e le dà il
benvenuto.
Un saluto ai signori prefetti, ai signori sindaci, alle autorità, ai
rappresentati regionali delle associazioni di categoria del comparto economico e
a tutti i gentili ospiti che sono oggi qui presenti.
Caro presidente, lei non è figlio di questa terra, ma è come se lo fosse.
La Daunia, che le ha dato i natali e dove ha trascorso la sua fanciullezza e la
sua adolescenza, è un territorio che presenta affinità con l’area molisana del
Fortore e il nostro litorale adriatico.
Anzi, per lungo tempo, fino alla riforma murattiana, Contado di Molise e
Capitanata sono stati caratterizzati da contaminazioni amministrative e
giurisdizionali, oltre che sociali ed economiche.
Dunque, signor presidente, ci consenta una benevola forzatura, quella di
considerarla quasi un molisano, comunque un uomo del Sud.
Divagazione a parte, è importante che lei abbia scelto di intraprendere un
percorso di confronto al fine di elaborare congiuntamente strategie di sviluppo
e crescita di questo territorio. Siamo sicuri, ovviamente, che l’incontro di
oggi rappresenti la fase di avvio, cui dovranno seguire necessariamente altre
riunioni e tavoli tecnici per affrontare e risolvere le diverse problematiche
che interessano il territorio.
Venendo alla nostra realtà, il Molise presenta una serie di criticità come altre
regioni del Sud: territorio colpito da grave dissesto idrogeologico ed eventi
sismici; aree interne prive di rete ferroviaria funzionante e servite da strade
provinciali impraticabili; dotazioni infrastrutturali carenti, molte delle quali
al collasso; assenza di strade a quattro corsie; progressivo spopolamento dei
Comuni, soprattutto nelle aree interne; invecchiamento della popolazione;
disoccupazione di lunga durata, al di sopra della media nazionale; fuga di
giovani cervelli in altre regioni d’Italia e all’estero; crisi della piccola e
media impresa.
Lo stesso Molise potrebbe godere, però, di situazioni di vantaggio solo se
opportunamente sfruttate e attivate. Ci riferiamo alla bassa densità di
popolazione, al tessuto sociale fondamentalmente sano, all’assenza sul
territorio di organizzazioni criminali radicate, alle eccellenze
enogastronomiche, al patrimonio culturale da preservare e valorizzare, alle oasi
naturalistiche e ai paesaggi di spiccato interesse ambientale, alle enormi
risorse idriche che servono anche le regioni limitrofe.
Noi abbiamo ben chiara quale debba essere la strategia utile a rilanciare
l’economia del territorio.
In questi primi otto mesi di governo, ci siamo impegnati in una massiccia azione
di recupero delle risorse del Piano Operativo Regionale. È stata una corsa
contro il tempo, ma alla fine ci siamo riusciti. All’atto del nostro
insediamento, avvenuto l’8 maggio 2018, erano stati certificati appena 1.7
milioni di euro; in sette mesi di duro e incessante lavoro, siamo riusciti a
recuperare ben 18 milioni e 800 mila euro.
Siamo alla fase finale di definizione della ZES Adriatica con la Regione Puglia.
Abbiamo bruciato le tappe e, in soli due mesi, predisposto un Piano strategico
che ha ricevuto il plauso dai tecnici del Ministero.
Sul piano del trasporto su rotaie, abbiamo firmato con RFI Italia una
convenzione concernente le opere di potenziamento infrastrutturale e tecnologico
sulla tratta Roccaravindola-Isernia-Campobasso.
Abbiamo indirizzato la nostra azione soprattutto sulla micro-economia, con una
serie di misure che vanno a incidere sulle aree interne e i piccoli Comuni.
Un’attenzione particolare è stata rivolta alle politiche di coesione sociale.
Stiamo investendo sulla cultura con operazioni di grande spessore, nella
convinzione che possano risultare attrattive per la conoscenza del nostro
territorio.
Da solo, però, il Molise non può farcela, le regioni del Sud non possono
farcela.
Ci sono due questioni cruciali per il futuro delle regioni meridionali:
riequilibrare il gap tra Nord e Sud d’Italia, attuare una politica di grandi
investimenti infrastrutturali.
Sarà possibile ciò?
Non le nascondo, signor presidente, una certa preoccupazione per quelli che
saranno gli sviluppi legati al regionalismo differenziato, o rafforzato che dir
si voglia.
Laddove gli esiti di questo percorso dovessero essere quelli di ridurre
l’apporto e la solidarietà delle regioni a saldo finanziario particolarmente
elevato in misura tale da provocare la riduzione della loro maggiore capacità
contributiva al Fondo di solidarietà nazionale, ci troveremmo, di fatto, di
fronte a forme di autonomismo, ovvero di federalismo.
Ma non era questo lo spirito dei padri costituenti, i quali pensavano che la
solidarietà nazionale dovesse contribuire a ridurre il gap tra regioni e,
sopratutto, tra le regioni del Nord e quelle del Sud.
Qualora il regionalismo differenziato dovesse spianare la strada ad un
federalismo squilibrato, riteniamo che lo Stato centrale e le altre regioni, in
via preliminare, debbano mettere in condizioni il nostro Molise di elevarsi al
rango infrastrutturale delle altre regioni e, segnatamente, di quelle del Nord.
La domanda è: come fare per rendere possibile ciò, visto che la questione
meridionale non é ancora tramontata, nonostante i numerosi interventi di finanza
dedicata?
A tal riguardo, riteniamo vada varata una stagione di interventi straordinari
per il Molise e per il Sud in termini non solo di assegnazione di finanziamenti
straordinari, ma anche di attivazione degli interventi già assegnati.
I punti cardine di questa nuova stagione, a nostro giudizio, sono: snellimento
della burocrazia e riduzione dei livelli di controllo, che ritardano enormemente
l’utilizzo dei fondi sia europei che statali; maggiore utilizzo delle procedure
negoziate di assegnazione dei lavori pubblici; rapida erogazione dei fondi
pubblici una volta assegnati alle imprese; formazione professionale continua dei
dipendenti pubblici; maggiore attribuzione della quota di fondo perequativo non
attribuito esclusivamente su parametri demografici.
Insomma, immaginiamo una stagione di snellezza delle procedure e di rapidità
degli interventi finanziari, accanto a maggiori e più diffuse competenze dei
pubblici funzionari.
Concludendo, nel richiamarci alla scelta che il Governo da lei guidato ha inteso
fare a sostegno della povertà nel Paese, ci sia consentita una metafora
lessicale e, allo stesso tempo, politica: il Molise e l’intero Sud chiedono
l’attivazione di “investimenti di cittadinanza”.
Grazie, presidente, e buon lavoro».
L’intervento del presidente della Regione Molise, Donato Toma, all’incontro con
il premier Conte, che ha avuto luogo questa mattina presso la Prefettura di
Campobasso.