26/1/2019 ● Politica
L’anno che è arrivato... tra un anno passerà in attesa di Neverland
Il bilancio di previsione 2019 approvato dalla maggioranza ( fatta eccezione
per la riduzione delle indennità che nulla sposta) ha un impianto identico a
quello delle, tanto contestate, amministrazioni precedenti.
Ad un’analisi più dettagliata, sia delle modalità di elaborazione del bilancio
che dei contenuti appare evidente che gli annunci di una ‘svolta
democratica e partecipativa’ che doveva far ripartire Guglionesi, si
sono mostrate, purtroppo, per quelle che erano: mere e demagogiche petizioni di
principio.
Infatti, il metodo (che in democrazia è sostanza) utilizzato dalla maggioranza
non evidenzia nessuna novità, nessun confronto con l’opinione pubblica né con le
minoranze attraverso il lavoro nelle commissioni. Una maggioranza che conferma
una chiusura a riccio come se il comune e le politiche comunali fossero “cosa
privata”. Per questo il presidente del consiglio bene ha fatto a dimettersi
risolvendo una questione che è servita solo a buttare fumo agli occhi.
Le linee programmatiche, alla luce di quanto abbiamo letto, sembrano ignorare i
problemi sociali ed economici che investono in maniera negativa da diversi anni
la nostra comunità.
Nell’ordine:
- UNA GRAVISSIMA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE che costringe i giovani a cercare
lavoro fuori o a stazionare presso le famiglie in attesa di soluzioni che
tardano a venire;
- UNA CRISI DEMOGRAFICA che potrebbe portare Guglionesi a scendere sotto i 5.000
ab. nei prossimi 5 anni ed avviare la nostra comunità verso una deriva di
spopolamento, invecchiamento e desertificazione sociale;
- UNA CRISI E SOFFERENZA DELLA PICCOLA E MEDIA impresa agricola ed artigianale i
cui riflessi si vedono anche nella stagnazione dell’edilizia;
- UNA CRISI DELLE CAPACITÀ DI GOVERNO LOCALE, attardato sulle vecchie logiche
della politica ‘redistributiva’ talune volte persino neo-clientelari e
familistiche, che è all’origine di una pressione fiscale insostenibile (3
milioni di euro/annui sottratti ai cittadini ed alle famiglie di Guglionesi) per
finanziare il funzionamento del comune a fronte di una riduzione della quantità
e della qualità dei servizi.
- L’ASSENZA DI POLITICHE DI SVILUPPO e di innalzamento della qualità della vita
che si e’ tradotta in negazione di diritti fondamentali: cultura e formazione,
sicurezza e salute.
- A fronte di questa situazione occorreva ( ed occorre ...) un’agenda
finalizzata a:
- correggere le storture di un sistema di prelievo fiscale ( tasse e tariffe)
che colpiscono in maniera indifferenziata le famiglie, in particolar modo ,
quelle più povere;
- aumentare l’efficientamento delle strutture pubbliche attraverso politiche
innovative nel campo del risparmio energetico, dei consumi idrici, della
gestione di rifiuti. Procedendo nel contempo ad un ridisegno della struttura
amministrativa con accorgimenti e provvedimenti di aumento della produttività
attraverso nuovi sistemi e strategie organizzative;
- utilizzazione razionale e socialmente utile degli spazi sociali e culturali
atti a rigenerare coesione sociale attraverso politiche attive di contrasto alle
solitudini , coinvolgendo le diverse componenti sociali in attività di fruizione
e produzione culturale e sociale;
- creazione di un sistema di interazione con il privato sociale e
l’associazionismo impiegando risorse per mobilitare la disponibilità e le
competenze di cui sono portatori, da utilizzare come leve per l’innalzamento
della socialità e dell’efficienza dell’azione pubblica.
Dunque una sussidiarietà non predicata..., ma praticata. Una politica per la
famiglia concreta e non declamata facendosi ispirare, realmente, dai principi
della dottrina sociale della Chiesa.
Questi erano e continuano ad essere i temi che caratterizzano questa fase
politica, apertasi all’indomani della grande crisi del 2008, dei quali la
compagine amministrativa a guida Bellotti, se da una parte, ovviamente, non ne è
responsabile, dall’altra sembra, ignorare. Impostando un’azione come se
vivessimo in un’altra epoca ed un altro paese.
Dunque, ciò che è preoccupante rilevare è il dato di una amministrazione che
sembra incapace di elaborare risposte all’altezza dei problemi e si limita ad
esercitare un volontarismo per dimostrare... non è dato sapere cosa. Infatti, le
linee di indirizzo programmatico riportate nella relazione al bilancio abbondano
di proclami generalissimi: rilancio del turismo e della cultura, rilancio del
centro storico, politiche sociali e della salute, politiche per i giovani e così
via senza indicare risorse finanziarie e piani di azioni puntuali per
raggiungere concretamente gli obiettivi derubricati a desideri che ricordano
l’isola che non c'è di Neverland.
Se questo è l’approccio, il disegno che ha ispirato il bilancio di previsione è
largamente al di sotto dei bisogni delle persone in carne ed ossa che continuano
ad abitare in questo comune.
Noi siamo convinti che una nuova politica di bilancio era nelle possibilità e
quindi a partire da essa avviare un vero ed autentico cambiamento. Cosa che noi,
nonostante tutto, auspicavamo. Anzi eravamo sicuri che l’attuale maggioranza
avrebbe cambiato rotta ma ancora una volta è la visione ragionieristica a farla
da padrona. Ciò accade quando manca la politica... Quella vera che richiede
passione e competenza, conoscenza della realtà ed idee concrete per affrontarla.
Elementi questi che nessuna tattica elettoralistica fondata sulla “famiglia
numerosa” può risolvere. Ma purtroppo, per il momento, questo ci passa il
convento.
Nel frattempo ci vediamo costretti a prendere atto “.. .che l’anno che è
arrivato ( tra tendoni e bottiglie di spumante ... finanziati con il fondo
di riserva utilizzato per promuovere la vecchia e sempre verde politica del
Panem et circenses, su cui stendiamo un velo pietoso ) tra un anno passerà
….. io mi sto preparando è questa la novità. E noi siamo costretti a
prolungare l’attesa della novità di una Guglionesi che cambia per ripartire.
Abbiamo ragioni per credere, se questa è la partenza, che Guglionesi rimarrà
impantanata nei suoi problemi, Le famiglie continueranno a rimanere sole di
fronte ad un crisi incalzante che li impoverisce sempre più.
Il cambiamento sociale è uno dei compiti più complicati della politica,
per questo è più facile il conservatorismo. Occorre ci sia passione e competenza
ma soprattutto occorre sapere dove si vuole andare... ed a noi sembra che il
limite più grande di questa amministrazione è la mancanza di una meta, senza la
quale, come ci ricorda un antico saggio, non c’è vento favorevole.
Comunità e Futuro per Guglionesi