15/10/2018 ● Caro Direttore
10 minuti... possono cambiare il sistema… per una società più umana
Caro direttore
grazie, perché ci da modo di pensare ad alta voce e di poter condividere
pensieri e vissuti sul suo blog.
L’esperienza del terremoto che abbiamo vissuto, da poco ed in vario modo, credo
che abbia lasciato in tutti l’amara verità di quanto sia sproporzionata la forza
del sisma rispetto a tutte le certezze e bei traguardi che come uomini, con
ingegno e sacrifici, abbiamo raggiunto nel tempo. Ho trovato l’esperienza del
terremoto un evento di grande umiliazione umana e mai, come ora, ho colto
dalle sue conseguenze che lo “sfratto” per inagibilità della casa sia
significato per diverse famiglie coinvolte, spogliarle di un diritto sacro più
di quanto possa esserlo il diritto al lavoro.
Dal mio passato servizio africano, ho imparato che la promozione umana deve
tener conto di 5 aspetti della vita dell’uomo: la dimora, il lavoro,
il cibo, la salute e l’istruzione. Quando uno o più di
questi aspetti è disatteso o addirittura negato si genera povertà e miseria,
diversamente se tutti questi aspetti vengono soddisfatti, promossi, determinano
un processo di umanizzazione evidenziando così anche il grado di civiltà di una
nazione. Questi parametri possono sempre essere ricalati come un “filo a
piombo” dentro ogni sistema sociale, nel suo costante divenire, per vedere
le qualità umane presenti della vita della gente.
Non è scontato che i diritti della persona siano acquisiti una volta per sempre
e rispettati da una società come la nostra. Senza accorgersene o, ahi-noi, con
chiara consapevolezza il servizio all’uomo risente di iter burocratici
che negano -a mio avviso - il primato del valore della persona, la offendono, la
umiliano quanto un “terremoto”…
La burocrazia di cui tutti ci lamentiamo è come la matrigna di
Cenerentola memoria…che non ama Cenerentola avuta dal suo papà rimasto vedovo,
perché non è carne della sua carne come invece le sue due figlie naturali che
potremmo chiamare benissimo “indifferenza ed indolenza”. Cenerentola è il
nome che le viene dato per umiliarla ricordandole il suo stato servile. In
fondo, non è anche per noi lo stesso tutte le volte che i nostri bisogni, disagi
e sofferenze non vengono ascoltati e soddisfatti in tempo opportuno per un
semplice “rispetto di un iter burocratico” e rimaniamo così in uno stato
di “sottomissione” al quale ci siamo talmente adattati da saper “alzare solo le
spalle”? Desiderando che arrivino tempi migliori… e magari che arrivi come per
Cenerentola il Principe Azzurro? Poiché siamo gente con i piedi per terra… e non
sognatori, un Principe Azzurro resta un personaggio bello delle fiabe, eppure
provare a cambiare il sistema burocratico credo sia possibile: un piccolo
accorgimento personale di 10 minuti!
Se ci impegnassimo a fare il lavoro di un'ora in 50’ minuti? In 6 ore
giornaliere guadagneremmo un’ ora, un giorno a settimana, 48 giorni l’anno per
ogni singola persona, un tempo prezioso che anticiperebbe le risposte da dare
alla gente. Moltiplicando 48 ore per tante persone, soprattutto quante sono
quelle dentro gli iter burocratici..., avremmo una bella rivoluzione!
Avremmo Enti pubblici virtuosi al punto che la “matrigna burocrazia” sarà
messa fuori campo e come Cenerentola potremo essere rispettati come persone che
meritano una “vita regale”. Sì, una vita regale, nobile, non fiabesca… concreta
fatta di vero ascolto e risposta adeguata alle istanze della gente, perché la
persona - diciamolo - è da Dio (mi chiedo, caro direttore, in questo momento
storico che peso ha la persona in una società che ha tolto Dio?).
Il “Dio ignoto” che l’apostolo Paolo annuncia all’areopago di Atene - ai dotti
del tempo - ce lo ha manifestato molto bene che siamo degni della sua Vita,
semplicemente perché ci tratta da figli. Incarnandosi e morendo per ogni uomo,
ha precisato qual è il valore dell’uomo. Infatti per Lui la “legge è per
l’uomo, il sabato è stato fatto per l’uomo” (Mc 2,27). Per questa
totale propensione per l’uomo, Cristo ha urtato non poco la “classe politica”
del tempo al punto che è stato meglio che “uno morisse per la nazione che tutta
una nazione perisse” dovendosi convertire ad uno sguardo diverso sull’uomo, come
Fine e non più come strumento e schiavo della politica del tempo. Cristo guariva
anche di sabato e ciò non era permesso dalla legge del tempo, perché per Dio
l’uomo, nel bisogno, fa sempre eccezione alla regola… regola che serve nella
misura in cui l’uomo è rispettato, servito e non soggiogato.
“10 Minuti possono cambiare il sistema burocratico di cui tanto ci
lamentiamo. 10 Minuti ad ora di “attenzione e buona volontà” da
contrapporsi alla figlie della “burocrazia-matrigna, dell’ indifferenza ed
dell’indolenza”.
Se 10 minuti possono sembrarci gravosi anche solo 5 minuti , a testa,
basterebbero a cambiare il sistema… che continua ad umiliarci come un
“terremoto”…e come una matrigna ci tratta da “figliastri”.
Lasciamo agire ancora la “matrigna”?
NB - Il richiamo alla figura fiabesca della “matrigna” è solo metaforico. La mia
esperienza pastorale mi ha fatto incontrare donne che, diversamente, hanno
saputo amare come propri figli anche quelli del nuovo coniuge vedovo. Se questo
è possibile nella realtà anche la burocrazia può cambiare.