27/9/2018 ● Cultura
Aumento dei tumori a Guglionesi: realtà o fuorviante percezione sociale della patologia
Al di là di certificazioni ospedaliere e necroscopiche archiviate all’anagrafe comunale , i dati sui decessi per tumore sono di fatto indisponibili per un’eventuale inferenza scientifica e una dovuta conseguente informazione alla popolazione cui sono riferiti e dalla quale , dopotutto, al fine di assolvere una burocrazia terminale “ mortis causa “ sono state estratte . E’ tuttavia il caso, vista la recente recrudescenza delle morti per tumori, comunque, di provare , almeno a parlare di un argomento , qual ‘ è quello del cancro , che per taluni è ancora tabù o forse ancora per tanti , l’evitare il tema , rappresenta una malcelata, scaramantica, lenitiva , superficiale psicologia individuale ( e collettiva ) per tentare di esorcizzare il Male del secolo scorso e, purtroppo , dell’attuale , rimuovendolo dai propri pensieri . Sono infatti note agli addetti ai lavori le cause di morte registrate all’ufficio anagrafe dei Comuni e trasmesse , credo ogni trimestre, all’Istat per le elaborazioni statistiche di spettanza . Personalmente non sono tanto interessato alla quantizzazione dei decessi per tumori, che al più possono rappresentare un’ utile matrice di raffronto ed una tendenza in progressione o in regressione rispetto ad alcune classi di patologie tumorali , quanto , invece , ho un motivato interesse culturale per le nuove insorgenze tumorali e soprattutto per le patologie in atto. Per quest’ultima casistica , trattandosi di persone ancora in vita la curiosità può sollecitare a livello territoriale un impegno più concreto poiché proprio su questo , purtroppo , ampio spaccato sociale di sofferenza , aperto ancora a diverse soluzioni è possibile intervenire. Di fatto , oggi , utilizzando la rete Periplo, appositamente studiata e organizzata per i pazienti oncologici . già attiva in sette regioni ( nessun riscontro in Molise! ) è possibile la presa in carico del paziente oncologico , supportando la continuità assistenziale del medesimo dal territorio alle aziende sanitarie di cura di riferimento fino al successivo suo rientro nel territorio : un progetto che dal punto di vista sanitario si configura come una speciale “ rete delle reti “ che, oltre a garantire un’omogeneità di trattamento a livello regionale e interregionale conta su un team di chirurghi , oncologi , farmacologi, endocrinologi ,immunologi che a diverso titolo intervengono a sostegno del l’iter terapeutico del paziente . In tal modo è possibile controllare al meglio il decorso della patologia ( le differenze di sopravvivenza di pazienti che si sono affidati al progetto Periplo sono cresciute del 5%), rinforzare la speranza , adoperandosi in modo fattivo per evitare o riorientare in positivo , attraverso un accompagnamento terapeutico scientificamente e medicalmente informato, un esito che , specie negli ultimi tempi troppe volte nella nostra comunità è stato infausto e dolorosamente segnato , come se il cancro fosse un destino (quindi predeterminato, senza né fede né speranza) cui rassegnarsi . Attualmente , sia le insorgenze tumorali, sia i percorsi terapeutici, in genere vengono gestiti dai nosocomi regionali e, per quanto attiene gli aspetti specialistici , spesso in funzione coadiuvante vengono affiancate ( a integrazione e, per scelta del paziente ) ai protocollo delle strutture ospedaliere , dagli studi privati dei medici oncologi che seguono i pazienti . Ma , nello specifico assumono rilevanza soprattutto i medici di base che hanno il ruolo di facilitatori dell’approccio terapeutico , spesso , come si accennava , formalizzato nella sua caratterizzazione clinica in altre strutture ospedaliere- Rappresenta pertanto un ruolo importante quello del medico di base , proprio perché coadiuvando e seguendo spesso la diagnosi specialistica formulata altrove tale presidio medico pone in essere un’ utile interfaccia che può mettere in campo la biografia dello stato di salute del paziente e, in quanto “medico di famiglia” , lo stesso dà un significativo rilievo al fattore umano: un aspetto confortevole spesso capace di sedare l’ansia che generalmente una patologia da gestire sul lungo periodo inevitabilmente genera . Infatti , il medico di base tenendo opportunamente conto di eventuali concomitanti patologie può in modo più accorto seguire la successione dell’iter terapeutico, consigliare il paziente nelle eventuali scelte cruciali e suggerire quant’altro, al meglio , può dare sollievo al paziente oncologico . In genere la prima ricognizione che le strutture territoriali mettono in campo per rilevare la diffusione e la distribuzione delle patologie tumorali riguarda la quantizzazione dei decessi annotati su un apposito Registro dei Tumori : una statistica delle patologie tumorali da tempo attiva e continuamente aggiornata in altre regioni che , tuttavia, a causa di innumerevoli intoppi istituzionali stenta a partire nella nostra regione ( la sua attivazione è stata finanziata , solo di recente ). Il Registro dei Tumori rappresenta uno strumento informativo che renderebbe confrontabili le diverse patologie tumorali sia a livello Nazionale , Regionale nonché Comunale al fine di valutarne statisticamente gli eventuali scarti dalla norma . Nelle more dell’istituzione di un osservatorio regionale collegato al Registro dei tumori si sono susseguiti interventi sul tema di diverse associazioni , tra queste assume rilievo l’impegno della Fondazione “ Don Lorenzo Milani “ di Termoli che ha strutturato un’ indagine conoscitiva sulle patologie tumorali ( e non) ; un ‘ indagine già inizialmente pensata come “epidemiologica” dispiegata a tutto campo , con l’attesa di verificare possibili influenze specifiche dovute a cause ambientali conseguenti ad una forte antropizzazione del territorio del Basso Molise che ha polarizzato in un territorio ristretto l’industrializzazione ( e le relative emissioni di particolato, gas e sostanze organiche volatili) ed ha altresì nei dintorni intensificato l’attività agricola , vocandola ad alcune filiere, anche queste di fatto industrializzate . Al di là dello staff chiamato a supportare il lavoro tecnico-scientifico altamente qualificato ( I. S. Sanità, Università, Ispra …) i risultati per larga parte sono di tipo descrittivo “ si parla infatti di “eccesso “ di tumori , senza citare raffronti percentuali a supporto del loro eccessivo aumento ; le indagini socio-storiche risentono di defezioni nel campione prescelto , per giunta limitato e, pertanto, scarsamente rappresentativo della popolazione oggetto d’indagine all’incirca 57.000 abitanti , come si evince scorrendo il fascicolo di sintesi della Fondazione “ Don Lorenzo Milani “ : Realizzazione di un’indagine epidemiologica su ambiente e salute nell’area di Termoli “ . Un’area quella che è stata oggetto di indagine che comprende 8 comuni ,del Basso Molise tra cui Guglionesi . Ma al di là di tale approccio poliedrico al problema che pure è meritorio , ciò che a mio parere potrebbe avere maggiore interesse , anche al fine di una più efficace e mirata prevenzione e cura delle patologie tumorali ( i morti per tumore si contano, i vivi possono ancora influire, su un decorso apparentemente infausto di una patologia oncologica) è avere la disponibilità dei dati sui tumori in atto nella popolazione guglionesana . In merito l’associazione culturale” Fuoriporta”, di cui faccio parte, da tempo si è impegnata a seguire questa strada , confortati in ciò anche dalla condivisione della tematica accordata dalla precedente Amministrazione ( Sindaco : Leo Antonacci ) che si è fatta interprete presso i medici di base di Guglionesi delle nostre istanze partecipando un questionario di raccolta dati da noi approntato in modo da poter li successivamente elaborare , classare le diverse patologie tumorali , correlarle all’età dei pazienti al fine di poter contare a livello inferenziale su diversi piani di lettura. A ben vedere tale ricerca sul campo rappresenta di fatto uno spaccato sociale specifico delle diverse patologie oncologiche leggibile sia in orizzontale ( all’interno dello stesso intervallo di classi di età : quinquennale ) sia in verticale ( dall’infanzia agli ultraottantenni ); un’inferenza delle informazioni raccolte che consente di avere “ il polso” della situazione riferita alla popolazione su cui è stata condotta l’indagine . La risposta da parte dei medici coinvolti a dire il vero non è stata né sollecita né uniforme nella modalità compilazione del questionario ( comunque c’è stata risposta , e ciò è positivo) ; e, tranne qualche defezione da parte dei medici di base interpellati è possibile stimare che al momento della raccolta dati ( 2017) lo screening copriva all’incirca l’85% della popolazione guglionesana , ciò in ragione della generalizzata iscrizione dei cittadini al S. Sanitario Nazionale ; pertanto l’estrazione dei pazienti oncologici dal resto della popolazione rappresenta un campione altamente rappresentativo della stessa. Benché quantizzabili e di fatto quantizzai, i dati, classati per patologie oncologiche , pur essendo a noi chiaro l’importanza dell’aspetto trasversale dell’indagine ( peraltro, in quanto a tipologia d’indagine mai compiuta in precedenza ) da intendersi nel senso che la sommatoria dei dati raccolti è molto di più della conoscenza della casistica da parte dei singoli medici di base che hanno l’ambulatorio a Guglionesi , che al più possono avere una conoscenza diretta dello stato di salute al massimo all’incirca dei 1500 “ mutuati” di propria spettanza , per tutta una serie di incertezze, opportunità ed inopportunità circa la diffusione dei dati , sorte all’interno della nostra Associazione , non c’è stata ancora alcuna comunicazione pubblica degli stessi ( che tra l’altro stanno allegramente” invecchiando” superati dai decessi e dalle nuove insorgenze ad oggi registrati ) . Tuttavia ci riserviamo di produrli quando ci si convincerà che tale operazione di divulgazione dei dati , peraltro , anonimi già al momento della raccolta degli stessi ( qualcuno, opportunamente, ha fatto notare che alcuni casi sono facilmente identificabili all’interno di una comunità piccola come la nostra e ciò potrebbe violare la privacy : è questo uno dei punti fondati di resistenza al loro renderli pubblici) .Ma , d’altro canto , paradossalmente , fa specie il fatto che a conoscenza dei casi un po’ più delicati sia per l’età dei pazienti oncologici nonché per l’esito probabilmente infausto della patologia gli stessi debbano essere noti al medico di base , ai familiari e magari confidenzialmente a pochi amici del paziente oncologico ; pertanto quella che si ammanta del velo della privacy rappresenta solo una conoscenza apparentemente filtrata destinata tuttavia a diventare attraverso il passaparola comunque vox populi : una specie di preventivo pietoso veto , quello fin qui opposto , che fa sì che i dati complessivi di fatto restino “congelati” da almeno un anno , e non possano né debbano avere alcuna utilità sia pur generale per la popolazione guglionesana . E, tornando al tema iniziale: i tumori a Guglionesi : una realtà in aumento o una semplice percezione sociale del loro incremento? devo citare al riguardo un libro quantomeno singolare e in qualche modo preveggente ( il caso del 238 : è il numero di un posto letto d’ospedale) , scritto nel 1998 da un medico oncologo , Mariano Bizzarri che lavora presso il Laboratorio Sperimentale di Clinica Chirurgica presso L’Università “La Sapienza” di Roma ; lo scrittore ha ambientato il suo romanzo direi di “fantabiologia” proprio a Guglionesi, nel Molise , luogo in cui in modo oscuro , molti cittadini a causa di non ben identificate esalazioni mefitiche sono affetti da patologie indecifrabili . Mi ha incuriosito l’origine ambientale delle patologie che vengono indagate in un fantomatico Ospedale di Guglionesi : un approccio causale non lontano dal vero poiché comunque il nostro territorio è sotto stress chimico almeno per tre fattori: le emissioni industriali (con 146 camini che diffondono polveri, 111 camini che emettono NOx: i temuti ossidi di azoto ei 217 camini , per lo più del polo chimico , che emettono sostanze organiche volatili ( fonte : indagine epidemiologica già citata ), la discarica consortile “ a cielo aperto” di Guglionesi ( pertanto in quanto tale soggetta a combustione ed incendi , come è già accaduto, in località Imborchie ; il sito ex Lombricocoltura di Guglionesi : zona Gessari ( un eufemismo oggi, desolatamente ironico) , classificato tra quelli più inquinati e inquinanti in Italia ( citazione da Le Scienze ….) mai completamente bonificato , unitamente ad altri fattori ambientali negativi a carattere più generale che non sto qui ad elencare . Affermo ciò poiché è ormai noto ai più come cause ambientali quali : fumo, amianto , fitofarmaci tossici sono all’origine di larga parte dei tumori, posto che i tumori d’origine virale rappresentano una percentuale bassissima sul totale . E qui vengo alla particolarità della patologia tumorale che a causa della sua insorgenza intrinseca infastidisce, crea apprensione e grida all’ingiustizia anche dal punto di vista psicologico ( la patologia tumorale , al di là di altri più fini meccanismi di regolazione cellulare , attiene a mutazioni di cellule sane che appartengono allo stesso organismo , quindi di cellule che fanno parte del nostro corpo, contribuiscono ad identificare il nostro io, la nostra persona , sono insomma il nostro codice biologico di identificazione ) come se la sua diagnosi fosse una specie di tara personale . Infatti il cancro, quale esso sia , si configura come una insensata variazione “ impazzita” del normale programma cellulare e quindi tissutale che in ragione della perdita della loro specificità funzionale fa si che cellule appartenenti allo stesso organismo nella loro “allegra “ crescita avviino un lento processo “ di suicidio “ dall’interno del corpo che ne è affetto, ciò ovviamente quando l’esito è letale, senza alcuna senziente volontà da parte di chi ne è affetto, anzi con la sua attiva violenta opposizione a che tale involontario suicidio giunga a compimento . Una lotta interna contro Il Male per antonomasia che fa si che chi è affetto da un cancro adotti qualsiasi strategia atta a debellarlo, al fine di eradicare definitivamente il focolaio di proliferazione . Ma sia che si adotti la strategia chirurgica sia quella radioterapica oppure la chemioterapia o, per pochi , ( anche per via del costo) della più la mirata terapia immunologica al fine di estirpare il cancro , quand’anche l’azione di cura dovesse risultare infine vincente ed il tumore può ( tenendo conto della restante speranza di vita) ritenersi ragionevolmente sconfitto l’organismo che ha fatto del suo corpo un campo di battaglia comunque ne esce debilitato , se non con importanti funzionalità vitali compromesse . A conclusione di questo mio approccio al tema spero che altri più addentro di me alle diverse problematiche collegate alle patologie tumorali raccolgano questo mio generico invito al dibattito sul tema attraverso un necessario ampliamento e diversificazione dell’approccio mettendo in campo gli aspetti sanitari, ambientali e sociali che le patologie tumorali aprono al fine di proporre soluzioni attendibili e perseguibili ( poiché nelle scienze in generale e quindi anche nella scienza medica quando si pongono dei problemi vuol dire che agli stessi è spesso possibile dare una soluzione; né è esempio la matematica, disciplina che è in grado di dare strategie risolutive diverse allo stesso problema ), quindi porre in essere percorsi terapeutici virtuosi in grado di alleviare l’insostenibile peso della patologia tumorale , talvolta così malignamente caratterizzante rispetto ad altre patologie in qualche modo maggiormente controllabili . Quella tumorale rappresenta oggi e, rappresenterà , probabilmente ancor più in futuro , visto il costante aumento del tempo- vita , medio, uno degli aspetti a maggiore impatto socio-sanitario , pertanto un tema meritorio dell’intervento specialistico di approfondimento ad opera di più figure professionali , nonché della collaborazione degli enti istituzionali a ciò preposti . Sarebbe altresì meritorio da parte dell’Amministrazione rispolverare al riguardo la delega alla Sanità ( magari è stata già affidata , personalmente non ne sono a conoscenza ; in passato , ricordo, quando si facevano i prelievi nella ex sede della Guardia medica di Via Capitano Verri il Sindaco aveva attribuito la delega alla Sanità ) E, volendo trattare al meglio il tema : I tumori a Guglionesi , non sarebbe difficile mettere in cantiere un incontro pubblico in merito , partecipata dai medici di base in regime di convenzione , aperta ai tanti medici ospedalieri , i quali compartecipando il tema potrebbero informarci su un altro aspetto interessante : l’entità dei ricoveri e delle dimissioni per cause tumorali , ciò potrebbe portare ulteriori lumi sulle dinamiche interne alle patologie tumorali sul territorio e la capacità dei nostri Ospedali regionali di più immediato riferimento di intercettare i pazienti oncologici guglionesani . Mi scuso per aver osato , era solo un desiderio , capisco che sarebbe chiedere troppo.