3/9/2018 ● Cultura
Maria, un'anima molto bella
Maria Ruberto era mia cugina in quanto sua madre era la sorella di mio padre
e, fino all’arrivo di Stefania Marcantoni, ultima tra tutti i cugini diretti, è
stata l’unica femmina del mio stretto parentato che orbitava attorno ai mei
nonni, nel quartiere di Sant’Antonio Abate. Eravamo una vera enclave tra zii e cugini di primo e secondo grado.
La vedevamo e la tenemmo, quindi, come una cosa preziosa da proteggere dalle
insidie del mondo.
Maria però non giocava ai nostri giochi e non veniva di certo giù per le morge
con arco e frecce a caccia di serpenti e lucertole.
Restava con una cuginetta di secondo grado, Filomena e con altre bambine che
abitavano vicino a lei.
Spesso, però, era occupata a dare una mano a sua madre con i quattro fratellini
più piccoli di lei.
E’ cresciuta così riservata e timida, servizievole e discreta, incapace di far
del male o anche solo di pensarlo.
Quando per scherzo la chiamavamo “Mariscella” si apriva a un tenero e
malinconico sorriso che subito nascondeva con la mano, quasi a vergognarsi di
quell’attimo di felicità.
A scuola era molto brava, assetata di sapere e riportava ottimi voti che
facevamo invidia a tutti noi, un vero peccato che non abbia continuato gli studi
umanistici, era molto portata.
Nell’adolescenza quando capitava, passavamo molto tempo a parlare di Dante
piuttosto che di Petrarca e immaginarci i vari personaggi portati nella nostra
epoca e nelle nostre realtà sociali e sentimentali.
La vita, il caso, l’amore, hanno deciso del suo destino e tutta la sua capacità
di attenzione e tenerezza l’ha spesa con grande generosità nei confronti dei
membri della famiglia di origine e della sua, formata da suo marito Nicola e suo
figlio Carmine.
Anche qui, il caso le fu avverso, dopo Carmine non ha ricevuto la gioia di altri
figli in modo da avere una famiglia numerosa come le sarebbe piaciuto per cui,
il suo Carmine è diventato depositario di tutto l’amore materno di cui era
capace e, in qualche caso, anche luogo di condivisione delle sofferenze che la
vita le ha purtroppo, riservato.
La sua era un’anima molto bella, un boccone prelibato per il paradiso a cui è
stata richiamata. Però Signore, potevi lasciarcela ancora un poco, la sua mancanza è causa di
molto dolore in chi l’ha amata e la sua partenza è sicuramente stata alquanto
prematura ma “…tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
Ci resta il conforto di averla avuta tra noi e il personale rammarico di non
averla avuta più vicino di quanto è stato.
Nella certezza di poterla riabbracciare un giorno… ciao dolce Mariscella!
Foto di Giorgio Senese