1/6/2018 ● Cultura
“Auscultando”, “orando et laborando”
Valenti studiosi, ardenti devoti ci ricordano sempre ed in particolare in questo periodo dell’anno, che Adamo fu un monaco benedettino che “auscultando”, “orando et laborando” riuscì a fare del nostro borgo, in anni immemori, un paese organizzato, solidale e accogliente. Diventato Abate del Monastero delle Tremiti, nel Concilio di Melfi riuscì a difendere vittoriosamente il suddetto monastero e possedimenti annessi, fra cui molte terre e chiese di Guglionesi, dai voleri dell’Abate di Montecassino che avocava a sé i suddetti beni, tenendo testa al Papa dell’epoca, a quello che sarebbe diventato papa successivamente e all’imperatore. Morto intorno al 1100, nel 1102 in seguito ad un sogno di “un uomo santo” chiamato Desiderio, un drappello di uomini valorosi guglionesani sostenuti e coordinati dal parroco di allora, riuscirono a trafugare le ossa di quello che nel frattempo era diventato Santo, sottraendole con un azione ingannevole alla città di Petacciato. Poste le ossa su di un carro trainato da due buoi, lo stesso raggiunse la città di Guglionesi non prima di far sgorgare una fonte di acqua potabile alle porte della città. Le ossa furono accolte da una moltitudine di gente in festa e così si consolidarono l’accoglienza delle spoglie e la venerazione del Santo Adamo nei primi giorni del mese di giugno. Tale sentimento di devozione e riconoscenza nei confronti del protettore della città è continuato negli anni, è durato fino a oggi e continuerà a durare nel tempo.
Potete scommetterci!