21/3/2018 ● Cultura
Restaurato il "Cristo morto", l'opera d'arte torna al suo splendore
Dopo il restauro conservativo, ieri è stato restituito al culto
il “Cristo morto” della Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Guglionesi.
Grazie ad un’autentica testimonianza di fede e di condivisione culturale verso
la sensibilità al patrimonio storico-artistico dell’identità cristiana di una
generosa famiglia di Guglionesi che ha desiderato e sostenuto il restauro,
l’opera (XVIII secolo circa) è stata consolidata e recuperata in varie
componenti, per essere restituita all'aspetto originale con un definitivo
intervento di urgente pulitura, che ha rimosso strati di "patine" dovute
all’esposizione devozionale al culto.
Il “Cristo morto”, dal punto di vista storico-artistico, apparteneva al corredo
iconografico della chiesa di San Michele Arcangelo (successivamente denominata
“della Natività di Maria”), dove s’insediò, nel corso del XVIII secolo, la
congregazione laicale detta “della Buona Morte”. Il blasone della gloriosa
congregazione è richiamato anche sul portale dell’edificio sacro (ancora chiuso
al culto dopo i danni registrati in seguito al terremoto dell’Irpinia). Infatti,
fino agli inizi degli anni Ottanta dello scorso secolo, nella chiesa della Natività di
Maria, si celebravano i riti, non solo liturgici, della Settimana Santa, con
espressioni della pietà popolare accentuate dall’asta per i portatori delle
statue nella solenne processione del Venerdì Santo, allorché il “Cristo morto” è
compianto, intonando il tipico canto, tra le strade della cittadina di
Guglionesi, mentre ogni quartiere accende un fuoco al passaggio del corteo
processionale.
Il "Cristo morto" della Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Guglionesi,
dunque, torna per i riti dell'imminente Settimana Santa, nel suo splendore di
opera d'arte e quale autentica testimonianza di fede nella pietà popolare del
culto cristiano.